I candidati del centrodestra in Veneto, Campania e Puglia arriveranno prima del voto nelle Marche
- Postato il 8 settembre 2025
- Politica
- Di Agi.it
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I candidati del centrodestra in Veneto, Campania e Puglia arriveranno prima del voto nelle Marche
AGI - Il voto nelle Marche non influenzerà la scelta dei candidati nella altre Regioni, decisione che dovrebbe avvenire prima del 28-29 settembre. È quanto assicurano fonti qualificate di Fratelli d'Italia. Se da una parte si cerca di slegare la riconferma del meloniano Francesco Acquaroli dalla scelta degli altri nomi in corsa in Puglia, Campania e Veneto, dall'altra si certifica lo stallo nella trattativa.
Niente è deciso - si ripete da via della Scrofa - tutto è ancora aperto, in attesa del vertice tra Giorgia Meloni, Matteo Salvini, Antonio Tajani e Maurizio Lupi, che potrebbe tenersi questa settimana, anche se al momento non c'è ancora niente fissato in agenda. È "plausibile", però, che il dossier sia chiuso prima del voto nelle Marche, conferma il capogruppo FdI alla Camera, Galeazzo Bignami.
Il nodo principale resta il Veneto, che la Lega continua a rivendicare. Per la prima volta, sabato sera Matteo Salvini ha parlato pubblicamente della corsa del suo 32enne vice Alberto Stefani, sciogliendo la riserva su chi vedrebbe come erede di Luca Zaia.
"Il nome di Stefani è sicuramente importante più che apprezzabile. Crediamo e abbiamo la fortuna di avere diverse personalità di grande solidità e capacità amministrativa anche in FdI", commenta Bignami. "Non ragioniamo nell'ottica di dire che Fratelli d'Italia è il primo partito e quindi lo vogliamo noi perché lo avremmo già potuto fare, dappertutto peraltro - aggiunge - ma non intendiamo farlo perché bisogna rispettare i territori e le autonomie, il Veneto in particolare ha una storia importante da questo punto di vista".
Dopodiché, dal partito si sottolinea come la trattativa sia ancora aperta e come, vista la situazione di rapporti sbilanciati a favore degli alleati, resti un 'diritto' di FdI ambire a governare una Regione del Nord (nel 'Cencelli' del centrodestra FdI, primo partito della coalizione, governa 'solo' 3 Regioni, la Lega e FI 4). Sul dossier veneto si proietta anche l'ombra, ingombrante, del governatore uscente. Zaia dovrebbe candidarsi in Veneto alla guida della lista della Lega, stando a quanto viene riferito da fonti di Via Bellerio, per poi eventualmente dimettersi dal Consiglio regionale più avanti (in caso di candidatura in Parlamento alle suppletive per il seggio lasciato vacante da Stefani, o in caso di nomina governativa in una participata o in altro incarico).
Il presidente veneto attende ancora un via libera o un eventuale stop a una lista civica a suo nome, che Salvini si è limitato a definire un "valore aggiunto", rinviando la decisione al tavolo dei leader. L'indicazione di Stefani "non è una sorpresa - dice - adesso dobbiamo attendere di capire quale sarà la scelta del tavolo nazionale rispetto al fatto che il candidato sia della Lega, e noi tifiamo che sia ovviamente un nostro rappresentante, oppure se ci saranno altre soluzioni. Io non ho nulla da dire sulla scelta e mi fermo qui".
Nel caso in cui la casella del Veneto restasse alla Lega, si parla della candidatura del deputato forzista Mauro D'Attis in Puglia, e del vice ministro FdI Edmondo Cirielli in Campania, ma anche di un 'civico' come Giosy Romano. "Troveremo l'accordo ovunque e il prima possibile, quindi non c'e' nessun tipo di problema", taglia corto Salvini, rispondendo alle domande dei giornalisti durante la presentazione dei candidati della Lega al Consiglio regionale della Calabria.
"L'obiettivo è diventare il primo partito qui", assicura. Sul fronte interno, nella Lega continua a far discutere l'atteggiamento assunto da Roberto Vannacci sul territorio. Dopo la protesta della collega europarlamentare Susanna Ceccardi per le modalità di composizione delle liste in Toscana, le parole del governatore lombardo, Attilio Fontana, ("Vannaccizzare la Lega? Col ca...o") e la richiesta di chiarimento avanzata dal segretario della Lega lombarda, Massimiliano Romeo, i 'cahiers de doleances' passano al vicepresidente del Senato Gian Marco Centinaio.
Se Vannacci "continua a muoversi in questo modo, il rapporto non si recupera. Sono anche convinto, come dice Romeo, che sia necessario un chiarimento prima di Pontida, per evitare che ci siano ancora dubbi su questa situazione", afferma Centinaio, spiegando che da questo confronto si aspetta che Vannacci "inizi a rispettare le regole della Lega. Se non gli vanno bene, faccia il suo partito. Se invece dice di volerle cambiare, vuol dire che vuole puntare alla leadership e a me questo non sta bene".
"Deve capire - sottolinea - che è entrato in un partito strutturato, che ha già un suo leader, Matteo Salvini. Ed è il nostro segretario che prende le decisioni. Se vuole essere accettato, è Vannacci che deve salvinizzarsi". Vannacci, a chi gli chiede un commento, minimizza e dice: "Andremo avanti tutti insieme per fare la Lega più forte e più influente. Ognuno porti il meglio che ha e il meglio che può".
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