I big della finanza Usa beneficiano delle giravolte di Trump. Utili in aumento con l’alta volatilità dei mercati

  • Postato il 15 luglio 2025
  • Economia
  • Di Il Fatto Quotidiano
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Per gli investitori esperti ed organizzati l’importante è che il mercato si muova. Più si muove, meglio è. Poco importa che salga o scenda, visto che esistono prodotti finanziari che consentono di guadagnare anche quando i listini perdono (vendite allo scoperto, etc). Le roboanti dichiarazioni di Donald Trump, le repentine marce indietro e gli altrettanto repentini nuovi affondi, hanno provocato violenti scossoni sui mercati, sia quelli azionari, sia quelli di obbligazioni e titoli di Stato. E così, per le grosse banche statunitensi, anche il secondo trimestre del 2025 è stato un periodo di cuccagna.

Citigroup ha chiuso il periodo aprile-giugno, con profitti in aumento del 25% a 4 miliardi di dollari e ricavi in crescita dell’8% a 21,7 miliardi. I conti della banca hanno molto beneficiato della maggiore volatilità dei mercati. I ricavi derivanti dall’attività di trading sul reddito fisso sono saliti del 20%, raggiungendo i 4,3 miliardi di dollari, mentre i trader azionari della banca hanno incassato 1,6 miliardi di dollari, superando le aspettative.

Stessa musica alla Jp Morgan, la più grande banca statunitense (in Borsa vale 4 volte le prime 5 banche italiane messe insieme), che archivia il trimestre con quasi 15 miliardi di profitti, e ricavi a poco meno di 45 miliardi. In calo ma meglio delle attese: lo scorso anno la banca aveva guadagnato 8 miliardi di dollari dalla cessione della partecipazione in Visa. Le speculazioni su azioni, obbligazioni e titoli di Stato hanno portato alla banca incassi per 5,7 miliardi, in aumento del 14% rispetto ad un anno fa.

Hanno superato le previsioni pure gli utili di Bank of New York Mellon, risultato favorito al continuo reinvestimento dei titoli giunti a scadenza con bond che rendevano però di più, strategia che alzato i ricavi del 9%. Ha diffuso i dati anche BlackRock, gestore di asset peso massimo della finanza globale, con un patrimonio in gestione di 12mila miliardi di dollari (5 volte il valore del Pil italiano). L’utile netto è salito del 6,5% a 1,59 miliardi, su ricavi in aumento del 13% a 5,42 miliardi.

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Il Fatto Quotidiano

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