I bambini della 'famiglia nel bosco', il Ministero dell'Istruzione: "Rispettato l'obbligo ...
- Postato il 24 novembre 2025
- Cronaca
- Di Agi.it
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I bambini della 'famiglia nel bosco', il Ministero dell'Istruzione: "Rispettato l'obbligo ...
AGI - Non si spegne la polemica politica dopo la recente decisione del Tribunale per i Minorenni dell'Aquila di togliere la responsabilità genitoriale sui tre piccoli (due gemelli di 6 anni e una bambina di 8) alla coppia anglo-australiana che da anni ha scelto di vivere in un rudere nel bosco di Palmoli, in provincia di Chieti, affrontando la quotidianità senza servizi: acqua, energia elettrica, scuola.
Il Tribunale ha separato i genitori dai tre figli, spiegando che "la situazione descritta nella relazione dei servizi sociali e in quella dei carabinieri manifestava indizi di preoccupante negligenza genitoriale, con particolare riguardo all'istruzione dei figli e alla loro vita di relazione".
Sui social sono spuntati insulti e minacce contro il presidente del Tribunale Cecilia Angrisano: un centinaio i commenti offensivi, accompagnati da foto del magistrato e c'è anche chi è alla ricerca di indirizzo, numero di telefono ed e-mail. "Lei è un'emerita c...ona", scrive uno dei tanti utenti su Fb all'indirizzo del magistrato. "Il tribunale dei minori è una fossa piena di vermi", aggiunge un altro. Commenti sui quali non si esclude l'intervento della Polizia Postale per risalire agli autori dei commenti offensivi.
La nota del ministero dell'Istruzione
Tutto questo succede mentre in una nota il Ministero dell'Istruzione e del Merito fa sapere che "risulta regolarmente espletato l'obbligo scolastico dei bambini attraverso l'educazione domiciliare legittimata dalla Costituzione e dalle leggi vigenti e tramite l'appoggio a una scuola autorizzata. La conferma è arrivata dal dirigente scolastico dell'istituto scolastico di riferimento per il tramite dell'ufficio scolastico regionale".
La richiesta del Csm a tutela dei magistrati
Con un documento depositato al Comitato di presidenza del Consiglio Superiore della Magistratura, tutti i consiglieri togati (ad eccezione della togata di Magistratura Indipendente Bernadette Nicotra) e i laici Roberto Romboli (eletto in quota Pd), Michele Papa (M5s) ed Ernesto Carbone (Iv) hanno chiesto che il Csm apra una pratica a tutela dei magistrati del tribunale per i minorenni dell'Aquila in relazione alle "dichiarazioni pubbliche rese da esponenti politici" sul provvedimento con cui è stato disposto l'allontanamento dei tre minori dal contesto familiare e il loro collocamento in una struttura protetta.
Il provvedimento in questione, osservano i consiglieri firmatari nella richiesta di apertura pratica, "rientra nell'esercizio delle funzioni attribuite dalla legge alla giustizia minorile tipiche attribuzioni dell'autorità giudiziaria minorile e persegue esclusivamente finalità di protezione dei bambini coinvolti". A fronte di ciò, aggiungono, "alcune dichiarazioni pubbliche hanno definito la decisione come un 'sequestro' di minori, l'hanno qualificata con espressioni fortemente denigratorie e hanno annunciato iniziative ispettive e interlocuzioni dirette con i giudici investiti del procedimento. Tali affermazioni provenienti anche da rappresentanti di pubbliche Istituzioni trascendono la legittima critica a un atto giudiziario e finiscono per colpire direttamente l'operato dei magistrati del tribunale per i minorenni, esponendoli a una indebita pressione anche mediatica".
La giurisdizione, soprattutto in ambito minorile, si legge ancora nel documento, "opera in un quadro di legge complesso, sulla base di atti e di elementi tecnici, componendo interessi tutti meritevoli di rispetto: la libertà delle scelte educative dei genitori, il diritto dei bambini alla sicurezza, alla salute, alla socialità e alla riservatezza". Dunque, affermano i consiglieri firmatari, "la semplificazione di tale complessità in formule polemiche, che presentano l'intervento giudiziario come un sequestro o una violenza di Stato, finisce per minare la fiducia nella magistratura ed esonda in un'inaccettabile delegittimazione personale dei giudici titolari del procedimento, che hanno poi un immediato riflesso in gravi e scomposti attacchi attraverso i social".
Infine, conclude il documento, "preoccupa che questa vicenda venga evocata in connessione con la prossima consultazione referendaria in materia di giustizia, che nulla ha a che fare con il caso in esame. Dovrebbe essere interesse di tutti, istituzioni politiche e istituzioni di garanzia, che il confronto sui referendum si sviluppi sul terreno delle opzioni normative e delle ragioni di merito, senza piegare a fini di propaganda casi concreti che riguardano minori e che sono ancora oggetto di valutazione giudiziaria".
La reazione di Salvini
"I giudici tutelano i giudici. E quei tre bambini strappati ai genitori, chi li tutela?", ha commentato Matteo Salvini dopo la richiesta al CSM di aprire una pratica a tutela dei magistrati. Il vicepremier leghista ha definito la vicenda della famiglia nel Chietino "una vergogna assoluta" per l'intervento delle autorità sui minori. "Non mi fermerò e non sarò tranquillo fino a che quei bimbi non saranno tornati a casa".
"Per anni ci hanno martellato con l'ideologia green, e adesso che c'è una famiglia che vive a emissioni zero, le tolgono i figli. È il cortocircuito di certa magistratura e di certa sinistra" ha osservato Salvini secondo il quale "l'uso della forza ai danni di una famiglia perbene, con tre bambini felici sottratti alla cura ed agli abbracci di mamma e papà è un fatto di una gravità assoluta".
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