Hungaroring, il labirinto della F1: il GP d’Ungheria accende il cuore dell’estate
- Postato il 30 luglio 2025
- Formula 1
- Di Virgilio.it
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Con il GP d’Ungheria, il mondo della F1 si prepara a fare tappa in una delle piste più affascinanti, tecniche e complesse del calendario: l’Hungaroring. Situato nei pressi di Budapest, il tracciato magiaro rappresenta da decenni un banco di prova severo per piloti e team, dove il talento, la strategia e la messa a punto fanno la differenza.
Tra curve strette, tratti tortuosi e pochissime opportunità di sorpasso, il circuito ungherese è considerato da molti la “Monaco senza i muri“. Ma dietro le statistiche e i dati, si cela anche una storia ricca di momenti iconici, curiosità poco note e progetti ambiziosi per il futuro.
Il circuito
Inaugurato nel 1986, l’Hungaroring è stato il primo circuito a est della Cortina di Ferro ad ospitare un GP di F1. Una decisione che all’epoca fece scalpore e che oggi rappresenta uno dei punti di riferimento storici del calendario. Lungo 4.381 chilometri, il tracciato conta 14 curve, la maggior parte lente e tecniche e un solo rettilineo davvero significativo: quello principale. È un circuito da alto carico aerodinamico, dove la trazione in uscita di curva e l’agilità del telaio sono più determinanti della potenza pura.
Negli anni ha subito diversi interventi per migliorare la sicurezza e favorire lo spettacolo, ma la sua essenza tecnica e selettiva è rimasta immutata. L’asfalto può rivelarsi particolarmente scivoloso nei primi giorni del weekend, a causa della scarsa attività automobilistica durante l’anno.
Settore 1
Il primo settore inizia con la curva 1, un tornante a destra in salita che segue il lungo rettilineo principale: è il punto di sorpasso per eccellenza dell’intero tracciato. Le vetture arrivano in fondo al rettilineo a oltre 310 km/h, per poi staccare bruscamente e scalare fino alla seconda marcia.
Usciti dalla curva 1, si affronta un breve allungo che porta alla curva 2, una lunga piega a sinistra in discesa, complicata dalla mancanza di visibilità in ingresso. Subito dopo, la curva 3 chiude il settore con un tratto in accelerazione che premia chi riesce a restare pulito e preciso nel bilanciamento.
Il settore 1 è decisivo per impostare il ritmo, una buona trazione in uscita dalla curva 1 può significare tempo prezioso nel tratto successivo. È anche la sezione dove si registra il maggior numero di tentativi di sorpasso durante la gara.
Settore 2
Il cuore tecnico del tracciato è senza dubbio il secondo settore, composto da una sequenza di curve a medio-bassa velocità che non lascia spazio ad errori. Si inizia con la curva 4, una piega veloce in salita sulla sinistra, da affrontare in piena fiducia. Subito dopo, si entra nel tratto più guidato, con le curve 5, 6 e 7 che costituiscono il primo delle due chicane consecutive del circuito.
La precisione è tutto, è fondamentale mantenere la traiettoria ideale e sfruttare al massimo ogni centimetro di pista senza perdere aderenza. Un piccolo errore può compromettere l’intero giro e non solo, l’effetto “a catena” nelle curve in sequenza è amplificato.
Questo settore è anche un test per le sospensioni e per l’equilibrio generale della monoposto. Chi ha un buon bilanciamento aerodinamico e una macchina reattiva qui può fare la differenza sul cronometro.
Settore 3
Dopo la chicane di curva 8 e 9, il settore 3 si apre con un tratto ancora tecnico ma leggermente più scorrevole. Le curve 10 e 11 sono rapide e richiedono fiducia nell’anteriore, mentre le curve 12, 13 e 14 concludono il giro con un mix di precisione e trazione. La curva 14, l’ultima prima del rettilineo principale, è particolarmente insidiosa. Una curva a raggio largo che sembra non finire mai. Qui è fondamentale impostare correttamente l’ingresso per ottenere una buona velocità in uscita, utile sia in qualifica per il tempo sul giro, sia in gara per difendersi o preparare un attacco alla curva 1.
Il terzo settore, sebbene meno spettacolare, è il punto dove si consolidano i vantaggi guadagnati nei tratti precedenti. È anche una sezione che può penalizzare chi ha un’usura eccessiva delle gomme, specialmente posteriori.
Numeri
Il tracciato dell’Hungaroring, come già anticipato, si estende per 4.381 chilometri e presenta un totale di 14 curve, di cui 8 a destra e 6 a sinistra. Durante il GP, i piloti devono completare 70 giri, per una distanza totale di gara pari a 306,63 chilometri.
La pista ungherese è storicamente favorevole a chi parte davanti e premia la precisione più che la potenza pura, ma non manca di spettacolo. La velocità massima stimata nel rettilineo principale raggiunge comunque i 315 km/h, mentre il record del giro appartiene a Lewis Hamilton, che nel 2020 fermò il cronometro sull’1:16.627, nel pieno dominio Mercedes.
Proprio il pilota britannico è il re indiscusso dell’Hungaroring con 8 vittorie e 9 pole position, il più vincente sul tracciato magiaro. Michael Schumacher è secondo sia come vittorie (4) che pole position (7) mentre come piazzamenti sul podio alle spalle di Lewis c’è Kimi Raikkonen (9).
Fra le squadre, la McLaren è la più vittoriosa (12), seguita da Williams e Ferrari con 7 ciascuno. McLaren e Mercedes condividono il primato di pole position (9), con la Ferrari terza (8). In termini di piazzamenti sul podio, la Ferrari è prima a quota 29, davanti alla McLaren (25) e alla Williams (18).
Curiosità
Il GP d’Ungheria del 1986 fu il primo della storia di F1 nell’Europa dell’Est, con oltre 200 mila spettatori accorsi nel weekend. Michael Schumacher firmò qui nel 1998 una delle sue strategie più leggendarie, vincendo con una tattica a tre soste studiata al millimetro da Ross Brawn.
Il tracciato è uno dei pochi dove la pioggia è molto rara. Storicamente, la maggior parte delle gare si è corsa su pista asciutta. È anche uno dei circuiti dove il sorpasso è più difficile: chi parte davanti ha un grande vantaggio, rendendo la qualifica cruciale.
Nel 2021, Esteban Ocon conquistò la sua prima vittoria in F1 proprio qui, approfittando di una gara caotica sotto la pioggia e di una gestione perfetta da parte dell’Alpine. Nel 2024 fu la prima anche per Oscar Piastri.
Il futuro del circuito
L’Hungaroring non vuole vivere solo di storia. Il circuito ha avviato un ambizioso progetto di rinnovamento in vista del 2026, quando ospiterà il 40esimo anniversario del suo ingresso in F1. Tra gli interventi previsti, nuove strutture paddock, un miglioramento delle vie di fuga, tribune coperte e potenziamenti dell’accesso per il pubblico.
La FIA sta collaborando con gli organizzatori locali per valutare anche modifiche al layout, con l’obiettivo di favorire più sorpassi, senza però snaturare il DNA tecnico del tracciato. Il contratto con la F1 è stato esteso fino al 2032, a conferma dell’interesse e della solidità dell’Hungaroring nel panorama internazionale.
Conto alla rovescia
Il semaforo verde si avvicina, e il GP d’Ungheria si preannuncia come una tappa cruciale della stagione 2025. Tra la tensione per il titolo, gli aggiornamenti tecnici in arrivo e un circuito che punisce ogni errore, l’appuntamento di Budapest promette scintille.
Sarà una gara da vivere curva dopo curva, tra strategie a sorpresa, duelli ruota a ruota e colpi di scena. L’Hungaroring è pronto a scrivere un nuovo capitolo della sua storia: non resta che attendere il via. Appuntamento per domenica 3 agosto, ore 15:00, semaforo verde.