“Ho un cancro terminale e ho visto mio zio Bobby tagliare mezzo miliardo alla ricerca”, l’attacco della nipote di JFK allo zio Robert jr

  • Postato il 23 novembre 2025
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  • Di Il Fatto Quotidiano
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Nel 62° anniversario dell’assassinio di John F. Kennedy (22 novembre 1963), la nipote Tatiana Schlossberg ha scelto di condividere con il mondo la sua condizioni di malata di un cancro terminale. In un lungo articolo pubblicato sul New Yorker, la giornalista ambientalista racconta una vicenda che è insieme personale, familiare e politica perché sceglie di attaccare direttamente le politiche anti scientifiche dello zio Robert Kennedy jr, ministro della Sanità dell’amministrazione Trump.

La diagnosi

Tatiana, figlia di Caroline Kennedy e di Edwin Schlossberg, ha 34 anni e una diagnosi che la pone davanti a un anno di vita stimato: leucemia mieloide acuta con una rara mutazione, una forma di cancro che colpisce prevalentemente persone anziane. La scoperta è arrivata nel maggio del 2024, subito dopo la nascita del suo secondo figlio, quando il medico ha notato un numero anomalo di globuli bianchi. Da allora, la sua vita si è trasformata in un susseguirsi di cicli di chemioterapia, trapianti di cellule staminali — il primo da sua sorella, il secondo da un donatore non imparentato — e sperimentazioni cliniche: “Avrebbe potuto tenerla in vita per un anno, forse”, racconta, citando le parole del suo medico durante l’ultima sperimentazione. “Per tutta la vita ho cercato di essere buona, di essere una brava studentessa, una brava sorella e una brava figlia, di proteggere mia madre e di non farla mai arrabbiare o turbare. Ora ho aggiunto una nuova tragedia alla sua vita, alla vita della nostra famiglia, e non c’è niente che io possa fare per impedirlo”.

L’attacco allo zio no vax

L’esperienza di malattia si intreccia però con un conflitto familiare che va ben oltre il dolore personale. Tatiana non ha esitato a criticare apertamente il cugino: “Mentre trascorrevo sempre più tempo della mia vita sotto le cure di medici, infermieri e ricercatori che si impegnavano per migliorare la vita degli altri, ho visto Bobby tagliare quasi mezzo miliardo di dollari destinati alla ricerca sui vaccini a mRNA, una tecnologia che potrebbe essere utilizzata contro alcuni tipi di cancro”. È una denuncia dura e personale, che evidenzia come le decisioni politiche possano avere conseguenze dirette sulla vita dei malati.

Caroline Kennedy, madre di Tatiana, ha già espresso la sua preoccupazione: “Ho esortato i senatori a respingere la nomina di mio cugino alla guida del Dipartimento alla Salute e ai Servizi Umani”, ha dichiarato. La rabbia e il dolore si fondono con la paura di non poter vedere crescere i propri figli, di non poter continuare la vita condivisa con il marito George Moran, e con il peso del dolore dei genitori e dei fratelli, che cercano di mascherare la sofferenza ma che Tatiana percepisce ogni giorno. In questo contesto, la malattia assume una dimensione quasi simbolica: pubblicare la rivelazione nel giorno in cui si ricorda l’assassinio di JFK non è un caso. Tatiana si inserisce in una storia familiare segnata da tragedie ricorrenti, una lunga serie di lutti, incidenti e malattie che hanno alimentato la narrativa della “maledizione dei Kennedy”. La nipote di John F. Kennedy diventa così, suo malgrado, l’ultima di una generazione a portare il peso di un destino crudele, che intreccia vita privata e storia pubblica.

Tuttavia, l’articolo di Tatiana non è solo un racconto di dolore. È anche una testimonianza di coraggio, di lucidità e di denuncia. Le sue parole mettono in luce un legame profondo tra scienza, politica e vita quotidiana, ricordando che le decisioni pubbliche possono letteralmente determinare il destino dei malati.

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Il Fatto Quotidiano

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