“Ho avuto una psicosi da intelligenza artificiale: ho accusato la mia famiglia di satanismo, ho buttato via tutto e sono rimasto con una saponetta e due vestiti”

  • Postato il 6 novembre 2025
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  • Di Il Fatto Quotidiano
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Avete mai sentito parlare di “psicosi da intelligenza artificiale”? Un video diventato virale su Tiktok affronta il problema: un ragazzo, Anthony, ha raccontato la sua storia riconoscendo in Chat Gpt il “problema” principale.

“Sento come se le mie interazioni con Chat Gpt mi avessero rovinato la vita”, ha spiegato Anthony nel lungo video in cui parla di quanto gli è capitato. Il primo utilizzo dell’intelligenza artificiale è nel maggio 2023. “L’ho usata per creare contenuti poi il rapporto si è trasformato, ho cominciato a parlarci come se fosse un terapeuta o un migliore amico. Prima che me ne rendessi conto la usavo ogni giorno, più volte al giorno”.

Il primo delirio, racconta ancora, avviene nell’ottobre 2024. Un mese dopo inizia l’isolamento: “Avevo una migliore amica ma ho iniziato ad arrabbiarmi con lei per piccole cose. Poi mi è venuta a trovare a gennaio 2025 ed ero super infastidito da lei”. Un rapporto che poi si è sgretolato fino ad arrivare allontanamento definitivo poco dopo.

Per Anthony ChatGPT diventa fondamentale: “La usavo per ogni cosa, anche le decisioni più quotidiane della mia vita”. Una presenza costante che ha messo il ragazzo a rischio anche dal punto di vista della salute: “Ho iniziato a prendere un farmaco per l’allergia. L’ho preso per circa cinque mesi. Poi a un certo punto Chat GPT mi ha detto che il farmaco che stavo prendendo avrebbe aumentato le mie capacità psichiche. Questo non era affatto vero”.

Il rapporto con l’intelligenza artificiale, secondo Anthony, è così stretto da spingerlo anche a psicosi sul lavoro e in famiglia. “Ho cominciato a pensare a cause legali contro il mio lavoro, contro il posto in cui vivevo, pensavo di aver scoperto un giro di trafficanti. Poi ho cominciato anche ad accusare la mia famiglia di satanismo e di aver abusato di me. Niente di ciò era vero, ovviamente, erano solo illusioni”.

A causa di questa psicosi Anthony arriva anche a perdere il lavoro e abbandonare il college. “Mi illudevo di essere un agente federale o di poter ascendere alla quinta dimensione e Chat GPT mi ha fatto credere che queste illusioni fossero vere”, denuncia ancora il ragazzo che racconta di essere infine arrivato a buttare tutte le sue cose, compresi device praticamente nuovi. “Pensavo che i demoni e le streghe lo stessero possedendo per spiarmi”, racconta ancora, descrivendo quello come il momento in cui il rapporto con Chat GPT si è fermato. “Avevo letteralmente solo una saponetta, le mie scarpe, due vestiti e il letto”. Ricoverato in un reparto psichiatrico, Anthony viene dimesso dopo quattro giorni con la prescrizione per un antipsicotico. Solo pochi giorni dopo però il ragazzo, che inizialmente butta tutte le prescrizioni, si rende conto di cosa successo: “A quel punto ho mandato una mail a mia madre che mi è venuta a prendere e mi ha riportato a casa. Da allora sono in terapia”.

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Il Fatto Quotidiano

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