“Ho avuto quasi attacchi di panico, sentivo un coltello tra stomaco e sterno. Poi ho scoperto come entrare in campo”: il racconto di Musetti
- Postato il 21 novembre 2025
- Tennis
- Di Il Fatto Quotidiano
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“Mi ricordo benissimo che durante il mio percorso di crescita ho affrontato tanti step, ho avuto quasi attacchi di panico, momenti di tensione dove veramente sentivo un coltello tra lo stomaco e lo sterno”. A parlare è Lorenzo Musetti nel corso di un’intervista a Small talk, podcast ufficiale della Juventus. Il tennista ha terminato la sua stagione con le Atp Finals, dove è stato eliminato ai gironi prima di rinunciare alla Coppa Davis: troppa stanchezza e il figlio in arrivo a brevissimo. Ma nel podcast ufficiale bianconero si è aperto e raccontato senza filtri, parlando delle difficoltà a livello mentale nelle scorse stagioni.
“In quest’annata uno dei salti di qualità maggiori che ho fatto è stato proprio in questo campo, mentale. Sono migliorato nell’atteggiamento in campo ed è una cosa che mi risulta difficile perché sono uno che si accende molto facilmente, sono sensibile a determinate cose, anche al di fuori del campo. E visto ciò, ho fatto più fatica ad assimilare certe cose”, ha spiegato Musetti. Un aspetto che negli anni passati emergeva spesso e non consentiva al carrarino di acquisire continuità.
Ma ci sono stati dei momenti complicati per Lorenzo Musetti, che per un periodo non riusciva a gestire le emozioni in campo, soprattutto quando le cose non andavano bene. “Ho avuto quasi attacchi di panico. Mi giravo verso il mio box e dicevo ‘Non riesco a respirare, non riesco a giocare’. Negli anni ho imparato a gestire le situazioni pre gara, ho scoperto che entrare in campo con un certo stato d’animo è fondamentale. Oggi lavoro tanto negli esercizi di respirazione e lo faccio sempre di più”, ha spiegato Musetti.
Nel corso dell’intervista anche una parentesi su Jannik Sinner e Carlos Alcaraz: “Io lavoro ogni giorno per arrivare al loro livello, ma ovviamente non è facile. È chiaro che loro siano un gradino sopra a tutti, ma anche meritatamente perché dimostrano la loro forza costantemente, ogni giorno. È quella la cosa più difficile”.
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