Hamilton: “Sapevo che in Ferrari sarebbe stato difficile. Quando sono seduto con gli ingegneri, mi chiedo come faremo a vincere”

  • Postato il 16 maggio 2025
  • F1 & Motogp
  • Di Il Fatto Quotidiano
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Obiettivo rilancio, ma per Hamilton ci vorrà tempo. Quello che Lewis chiede ai tifosi, che vorrebbero vederlo trionfare. Lo ha fatto nella conferenza stampa riservata ai media italiani a Imola, mentre Leclerc era l’assente giustificato delle ultime ore. Il motivo è un problema di salute, comunicato dal team nel primo pomeriggio, che ha tenuto lontano dal paddock giovedì il monegasco. Charles è rimasto a casa per guarire in vista delle due libere di venerdì. Per l’inglese, invece, “è diverso essere parte della Ferrari, sentire il calore della tifoseria da dentro — dice Hamilton — Non mi sento sotto pressione, con il team siamo allineati negli obiettivi. Chiedo solo un po’ di pazienza, anche se io stesso non sono una persona molto paziente. Tutti vogliamo vincere subito, ma ci vorrà tempo per arrivare dove dobbiamo”.

La pressione c’è, è inevitabile, “ma per me prevale l’aspetto gioioso — aggiunge Lewis — Sono arrivato in Italia e ho trovato un meteo meraviglioso, mi sono ricordato dei tempi a Jesolo, Sarno, Napoli, mangiavamo pasta e pizza tutti i giorni”. Per l’inglese, la SF-25 “ha ancora molto potenziale che non abbiamo capito — dice ancora — ci sono elementi, anche piccoli, ma complessivamente c’è tanto lavoro da fare, gomme, sezioni aerodinamiche, il pacchetto complessivo. Stiamo lavorando su questo. Spero di fare un passo avanti questa settimana”. L’obiettivo “è continuare a spingere con l’aspettativa di vincere, ogni fine-settimana — commenta — Quando sono seduto con gli ingegneri, mi chiedo come faremo a farlo in questo weekend. Forse sono un po’ troppo fiducioso, ma è così che bisogna affrontare ogni gara. Non arriverò a questo fine settimana pensando che saremo settimi e ottavi, anche se siamo in quella zona. Cambierò questa mentalità“. Anche se raggiungere la McLaren è “molto difficile“.

Dopo il suo arrivo a Maranello, Hamilton non pensava di avere vita semplice: “Mi aspettavo una sfida, sono arrivato con la mente aperta — spiega — Sapevo che sarebbe stato difficile, e lo è stato. Ma stiamo lavorando bene insieme. C’è ancora molto da fare. Quando sei oltre 100 punti indietro in classifica e l’avversario ha una macchina dominante, è difficile pensare al campionato. Ma le cose possono cambiare. Non ci arrendiamo”. Tra Imola e Barcellona, quando arriverà la direttiva sulle ali flessibili e gli aggiornamenti, “cercheremo di sbloccare del potenziale che non siamo ancora riusciti a sfruttare — conclude l’inglese — Qui proveremo delle modifiche, con l’obiettivo fare un passo avanti, magari più di quanto fatto nell’ultima gara. In Spagna, poi, ci saranno novità regolamentari che influenzeranno la guida”.

Vasseur: “Non smettiamo di sviluppare l’auto 2025, non sarebbe la giusta mentalità”

Nella tarda serata, sempre nel motorhome Ferrari, è poi intervenuto Frédéric Vasseur, colpito duramente dalle critiche in questo avvio di stagione deludente delle SF-25. Guai a pensare al 2026: “Anticipare il passaggio di tutte le risorse al prossimo progetto sarebbe un errore — dice il team principal francese — Credo sia molto importante restare competitivi, continuare a lottare, perché è proprio quando si lotta per qualcosa che si presta attenzione ai dettagli, ed è questa la giusta mentalità. Probabilmente qualcuno potrà ritenere sbagliata la mia visione, ma non riesco a immaginare come un gruppo di 1.000 persone possa mantenere la stessa motivazione se si rinuncia a qualcosa. Non sarebbe un bel messaggio da lanciare”.

In ogni singola area “dobbiamo continuare a crescere, oggi siamo a tre decimi dalla pole e a un solo decimo dalla terza posizione sulla griglia di partenza. È questione di mentalità, non solo di valutazioni matematiche, e per questo voglio tenere tutti sotto pressione affinché la squadra dia il massimo”. La prossima vettura avrà poco da trasferire dal punto di vista aerodinamico, invece, “perché il regolamento 2026 è completamente diverso — spiega il francese — l’ala posteriore è differente, il fondo è completamente uguale, quindi il lavoro sarà utile solo per la monoposto attuale. Ma dal punto di vista meccanico è un po’ diverso, perché se si lavora su queste componenti le conoscenze che si acquisiscono si possono trasferire. Intendo sospensioni, freni, e molte altre componenti”.

Se al momento Hamilton non ha portato i risultati sperati, “è chiaro che né la squadra né Lewis si aspettavano di essere dove sono ora — dice Vasseur — Ma ciò che ha portato al team è qualcosa di diverso, parliamo di cultura del lavoro, sviluppo, struttura. Da questo punto di vista, abbiamo già fatto un passo avanti. Cambiare mentalità e metodo richiede tempo, mesi, a volte anni. E Lewis sta già dando il suo contributo”. Per Vasseur non si tratterebbe solo di guida, ma un pilota dovrebbe “controllare ogni parametro della macchina, lavorare con il team, leggere i dati — ha concluso — Charles ha anni di esperienza con questa squadra e conosce ogni dettaglio. Lewis è migliorato molto, ma serve tempo. Serve sintonia con ogni elemento, anche quelli elettronici e strategici”.

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Il Fatto Quotidiano

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