Hamas attacca un bus a Gaza e uccide 5 operatori umanitari palestinesi
- Postato il 12 giugno 2025
- Di Panorama
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In un attacco brutale contro le attività umanitarie, mercoledì sera i miliziani di Hamas hanno assalito un autobus che trasportava operatori della Gaza Humanitarian Foundation (GHF) nei dintorni di Khan Younis, provocando almeno cinque vittime e numerosi feriti. Secondo quanto riferito dalla GHF, gli operatori coinvolti erano cittadini gazawi che collaboravano con l’organizzazione sostenuta dagli Stati Uniti. L’assalto, avvenuto tramite un’imboscata, avrebbe anche portato al sequestro di alcune persone. «Verso le 22:00 ora locale di Gaza… il nostro team era in viaggio verso uno dei centri di distribuzione… sappiamo che è una tragedia: ci sono almeno cinque morti… temiamo che alcuni… possano essere stati rapiti», ha dichiarato la GHF.
Questo attacco, particolarmente audace, mette in luce una dinamica allarmante: Hamas prende sistematicamente di mira i palestinesi che cercano di soccorrere la propria comunità, minacciando chi collabora con la GHF. Nei giorni precedenti, il gruppo aveva già rivolto minacce pubbliche sia agli operatori umanitari statunitensi sia ai cittadini locali che li supportavano, nel tentativo di ostacolare l’assistenza e riaffermare il proprio dominio. Fondata nel febbraio 2025 con il sostegno dell’amministrazione Trump e dell’esecutivo israeliano, la GHF è nata per offrire un canale neutrale di aiuti umanitari, svincolato dalle influenze di Hamas. Tuttavia, l’aggressione al convoglio della fondazione evidenzia una feroce opposizione a qualunque iniziativa che aggiri il controllo del gruppo islamista. Le strategie di Hamas non si limitano a bloccare gli aiuti: soffocano anche la speranza e screditano ogni appello al cessate il fuoco.
L’assalto si colloca in un contesto già segnato da caos e violenza. A Rafah, i punti di distribuzione degli aiuti israeliani si sono rapidamente trasformati in aree di crisi, con centinaia di vittime tra morti e feriti, colpite in scenari di sovraffollamento e tensione estrema. Le immagini diffuse hanno alimentato le accuse di vere e proprie «trappole mortali». Sempre nella giornata di ieri la GHF attraverso il suo direttore John Acree ha affermato: «Oggi il nostro team ha consegnato 2,5 milioni di pasti al popolo palestinese, la nostra più grande consegna giornaliera di cibo fino a oggi. Spero che riusciremo a mantenere il nostro slancio e a continuare a fornire ulteriori aiuti alimentari ai gazesi. Le nostre operazioni stanno migliorando e sono incoraggiato dalla nostra capacità di fornire una quantità significativa di aiuti su base giornaliera. È la prova che il nostro sistema funziona». Poi a proposito delle notizie false diffuse da Hamas che vengono rilanciate senza alcun controllo dai media la GHF ha affermato «Continuiamo a chiedere ai media di usare cautela nell’affidarsi a fonti non verificate e non comprovate. Ci sono pagine Facebook false e innumerevoli attori scorretti che diffondono informazioni inesatte ai richiedenti aiuto e disinformazione al pubblico, quindi vi invitiamo a contattarci se avete informazioni. Inoltre, si deve comprendere che il pubblico a cui è destinata la nostra pagina Facebook è la popolazione di Gaza, che cerca aggiornamenti di natura logistica. La pagina Facebook non è destinata a comunicare informazioni che vadano oltre la logistica. È inoltre fondamentale che le agenzie di stampa facciano attenzione a non confondere il pubblico riportando le operazioni del GHF insieme alle operazioni militari israeliane lontane dai siti di distribuzione. Ci rendiamo conto che questo può creare confusione, dato che stiamo operando in una zona di guerra attiva». Per tornare a quanto accaduto ieri colpendo operatori umanitari – in particolare civili locali che rischiano la vita per assistere i propri concittadini – Hamas mostra un inquietante disprezzo per ogni principio umanitario. La loro strategia non è solo violenta: è parte di un calcolo cinico per mantenere il controllo assoluto su Gaza, imponendo la propria narrativa a qualsiasi costo.