“Ha toccato il seno ma non ha fatto pressione”. Assolto il prof denunciato per molestie da sette studentesse
- Postato il 29 maggio 2025
- Cronaca
- Di Blitz
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Un verdetto che riapre ferite profonde e solleva interrogativi pesanti. Il tribunale di Catania ha assolto un docente universitario alla facoltà di Medicina, dalle accuse di violenza sessuale e molestie nei confronti di sette studentesse. I fatti contestati si sono verificati tra il 2010 e il 2014, ma solo oggi sono state rese pubbliche le motivazioni della sentenza emessa il 25 febbraio scorso. Secondo i magistrati, non sarebbe stata raggiunta la prova “al di là di ogni ragionevole dubbio”.
Parole che risuonano controverse nelle aule giudiziarie e nell’opinione pubblica. In particolare, ciò che colpisce sono alcune affermazioni contenute nelle motivazioni: l’imputato “ha appoggiato i palmi al seno; ma non c’è stata una pressione particolare delle mani”. E ancora: “Appare poco verosimile che, volendole palpare una zona erogena, il docente non abbia fatto alcuna allusione sessuale”. Passaggi che lasciano spazio a interpretazioni e che stanno già provocando un’ondata di indignazione.
Il comportamento “predatorio” e le ambiguità giudiziarie
Nonostante il riconoscimento del “comportamento predatorio” dell’imputato, descritto come “ossessivo nei confronti delle studentesse che sceglieva come oggetto dei suoi desideri sessuali”, i giudici hanno ritenuto necessario analizzare caso per caso. In particolare, è stato messo in dubbio che vi sia stata una “effettiva invasione della sfera sessuale” o che fosse presente il dolo.
Le dichiarazioni delle vittime non sono bastate a superare i margini dell’incertezza giuridica. Una delle ragazze, ad esempio, aveva riferito di essere stata molestata il giorno del proprio compleanno. Secondo lei, il professore l’avrebbe fermata con un pretesto per aggredirla fisicamente. Ma per il tribunale, “voleva fermarla per farle gli auguri”, e sottolinea che “appare poco verosimile che, volendole palpare una zona erogena, il docente non abbia fatto alcuna allusione sessuale”. Inoltre, viene definito “anomalo” il gesto stesso del contatto, “poiché l’imputato non ha utilizzato le dita per palpare”.
La reazione della Procura e il ricorso in Appello
In un altro episodio, sempre riferito dalla stessa studentessa, la giovane avrebbe raccontato che il professore si sarebbe “buttato addosso” a lei mentre erano soli nella sua stanza. Anche qui i giudici sollevano dubbi: “Non si comprende cosa significhi buttarsi addosso e se ciò abbia coinvolto la sfera sessuale della persona offesa”.
Una frase, quella che chiude uno dei passaggi chiave della sentenza, che sta infiammando il dibattito: “Se non c’è dissenso, non c’è violenza”. Una tesi che la Procura di Catania non condivide affatto, annunciando il ricorso in Appello. L’intenzione è chiara: continuare a lottare per far riconoscere il peso delle testimonianze delle ragazze e la gravità dei comportamenti contestati.
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