“Ha strangolato il compagno simulando la morte per cause naturali”: arrestata donna a Gioia Tauro

  • Postato il 30 luglio 2025
  • Cronaca
  • Di Il Fatto Quotidiano
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Un crimine consumato in un contesto di degrado, tra le mura domestiche, nel silenzio e nella solitudine. Un omicidio per strangolamento camuffato da morte naturale. È avvenuto a Gioia Tauro dove è stata arrestata Clementina Fumo, una donna di 63 anni, accusata di avere ucciso il compagno convivente, Maurizio Ansaloni di 58.

Il delitto è del gennaio 2023 quando l’indagata aveva chiamato i soccorsi sostenendo che Ansaloni aveva accusato un malore. All’arrivo dei medici, però, l’uomo era già deceduto apparentemente per cause naturali. Quella morte “puzzava di strano”, ha spiegato il procuratore di Palmi Emanuele Crescenti. Il decesso, infatti, non ha mai convinto la Procura e i carabinieri che, sin da subito, l’hanno trattato come un fatto di sangue su cui fare luce.

Disposta l’autopsia, infatti, dai risultati della consulenza medico-legale è emersa una situazione completamente diversa da un decesso per malore. In realtà si è rivelato un delitto maturato nell’ambito di continui litigi per futili motivi. “Non parliamo di soldi ma questioni becere, liti familiari se non questioni interne alla coppia”, ha affermato il procuratore Crescenti nel corso della conferenza stampa tenuta al Comando provinciale dei carabinieri.

Nei confronti della donna, secondo i carabinieri, c’è un quadro indiziario “solido” che fa il paio con gli elementi raccolti in questi due anni e mezzo dagli investigatori del Comando provinciale di Reggio Calabria e della stazione di Gioia Tauro che hanno ricostruito la dinamica del delitto.

Da qui la decisione dei pm di chiedere l’arresto al gip che ha emesso un’ordinanza di custodia cautelare in carcere per omicidio aggravato. A insospettire, sin da subito, i carabinieri sono state le numerose contraddizioni nelle dichiarazioni rese da Fumo, oltre all’atteggiamento freddo e distaccato mostrato dalla stessa nelle ore immediatamente successive alla morte del compagno.

Ad aggravare la posizione dell’indagata c’è l’inspiegabile ritardo nell’attivazione dei soccorsi. Stando a quanto ricostruito dai magistrati, infatti, c’è stato un notevole lasso di tempo tra la presunta morte dell’uomo e la richiesta di aiuto della sua convivente. I sopralluoghi, le perizie, i testimoni e le consulenze medico-legali hanno fatto il resto chiudendo il cerchio sulle responsabilità della donna. Fondamentali si sono rivelate le perizie prodotte dai consulenti tecnici incaricati dalla Procura.

L’autopsia, infatti, ha escluso che si trattasse di un decesso accidentale. Piuttosto Maurizio Ansalone è stato strangolato. Le lesioni interne e i segni sul corpo della vittima, secondo i medici legali, sono incompatibili con una morte naturale. Depositata la consulenza medico-legale, per i pm sono scattate le esigenze cautelari e l’ordinanza emessa dal gip ha aperto le porte del carcere per Clementina Fumo.

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Il Fatto Quotidiano

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