Guerra Russia Ucraina: Kiev, prima la tregua poi le trattative di pace
- Postato il 12 maggio 2025
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Il Quotidiano del Sud
Guerra Russia Ucraina: Kiev, prima la tregua poi le trattative di pace
Mosca: la mediazione per la guerra con la Russia passi dalla Turchia, la risposta dell’Ucraina di Zelensky alla disponibilità espressa da Putin a partecipare a colloqui diretti.
Tacciano le armi affinché sia possibile sedersi a un reale tavolo di pace. Questa è stata in sostanza la risposta del presidente ucraino Volodymyr Zelensky al suo omologo russo Vladimir Putin che, in un inusuale discorso notturno alla nazione tra sabato e domenica, aveva manifestato la propria disponibilità a partecipare a colloqui diretti con l’Ucraina a partire dal prossimo 15 maggio a Istanbul, in Turchia. Il capo del Cremlino in particolare ha proposto che i negoziati si tengano senza precondizioni e sotto la mediazione della Turchia, sottolineando che l’obiettivo è «eliminare le cause profonde del conflitto» e giungere a una pace duratura.
REAZIONE: TREGUA 30 GIORNI COME PRECONDIZIONE
La proposta è giunta dopo la visita a Kiev di diversi leader europei (tra i quali il presidente francese Emmanuel Macron, il primo ministro britannico Keir Stamer, il neo-cancelliere tedesco Friedrich Merz e il premier polacco Donald Tusk), che hanno ribadito con forza la necessità di un cessate il fuoco immediato e senza condizioni. La reazione ucraina al discorso di Putin non si è fatta attendere: Kiev è pronta a negoziare, ha dichiarato, ma solo se Mosca accetterà prima una tregua di almeno 30 giorni, a partire dal 12 maggio.
«Non ha senso continuare a uccidere anche solo per un giorno in più», ha affermato Zelensky in un messaggio diffuso via social. «Ci aspettiamo che la Russia confermi un cessate il fuoco pieno, duraturo e affidabile. L’Ucraina è pronta a incontrarsi». Un appello chiaro, che riflette l’urgenza e il desiderio di porre fine a una guerra iniziata più di tre anni fa e che ha causato centinaia di migliaia di vittime militari e civili, oltre a immense distruzioni in termini economici e sociali.
POSIZIONE RUSSIA SULLA GUERRA IN CON UCRAINA: NESSUN ULTIMATUM, MA CONDIZIONI CHIARE
Nonostante le pressioni da parte di Stati Uniti e Unione Europea, Putin ha finora offerto ben pochi segnali di reale apertura. Mosca ha rigettato quelli che considera “ultimatum” da parte europea, ricordando di aver proposto in passato più tregue temporanee, come quella pasquale, o quella di tre giorni durante le commemorazioni per l’80° anniversario della vittoria sovietica nella Seconda Guerra Mondiale. Pur non escludendo nuove tregue nell’ambito dei futuri colloqui, lo Zar ha chiarito che qualsiasi pausa nelle ostilità dovrà essere il primo passo verso una pace “sostenibile” e non un’opportunità per l’Ucraina di riarmarsi.
Tradotto: nessuna tregua duratura potrà essere concordata se prima Kiev non accetterà i diktat russi in materia di alleanze e armamenti. Putin ha ribadito le sue richieste, in particolare la rinuncia dell’Ucraina all’adesione alla NATO e il ritiro delle truppe ucraine da tutte le aree dei quattro oblast occupati e annessi da Mosca, un punto quest’ultimo su cui si sono concentrate le frizioni con gli Stati Uniti, come ha confermato recentemente lo stesso vicepresidente americano J.D. Vance. Mosca ha inoltre avanzato proposte perché l’Ucraina rimanga uno Stato neutrale, pur ammettendo che non si opporrebbe a una sua futura adesione all’Unione Europea.
GUERRA RUSSIA: MOTIVAZIONI DELLA RICHIESTA UCRAINA DI TREGUA PREVENTIVA
La richiesta ucraina ed europea di definire un cessate il fuoco prima di aprire dei negoziati di pace diretti si fonda su due considerazioni fondamentali. La prima, nonché la più evidente, è la necessità di assicurarsi che il processo negoziale non sia inquinato e turbato dalle manovre sul campo dettate dalla politica di potenza russa. Troppo forte, infatti, sarebbe la tentazione per Mosca di utilizzare le proprie armate come strumento di interferenza nei colloqui di pace, aumentando o diminuendo gli attacchi per facilitare o ostruire la trattativa. Allo stesso tempo, date le grandi resistenze a mettere in discussione i confini di quella che entrambe i Paesi considerano propri territori di diritto, sarebbe piuttosto ovvio sospendere le ostilità prima del negoziato vero e proprio, per evitare che il tentativo in contemporanea di accaparrarsi manu militari più terra possibile finisca per far naufragare il tavolo delle trattative.
Il secondo aspetto invece riguarda il rapporto tra Kiev e l’alleato americano e in particolare gli sforzi ucraini per accreditarsi presso la Casa Bianca come un partner affidabile nella ricerca della pace, contrariamente a quanto sostenuto da Trump. Il tycoon ha infatti subito reagito positivamente al discorso di Putin, invitando Russia e Ucraina a negoziare una conclusione del sanguinoso conflitto. All’entusiasmo americano, è dovuto seguire così il richiamo alla realtà ucraino: se alle parole i russi non faranno seguire i fatti, la pace rischia di restare soltanto una lettera morta.
Il Quotidiano del Sud.
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