Guerra Russia-Ucraina, il disertore russo: “A febbraio 2022 eravamo pronti a un attacco nucleare”

  • Postato il 26 novembre 2024
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Il momento in cui la storia ha preso una piega ben definita ha una data precisa: 24 febbraio 2022. Le truppe russe invadono l’Ucraina, la guerra tra Kiev e Mosca ha inizio. Oggi, però, sappiamo che poteva andare molto peggio. Ciò che poteva accadere è tutto nel racconto di un soldato disertore russo alla Bbc: quel giorno la Russia era pronta – in teoria – a lanciare anche un attacco nucleare. Per raccogliere la testimonianza del militare che ha ripudiato Mosca, l’emittente britannica ha usato un nome di fantasia per proteggere l’uomo: Anton, che la Bbc ha incontrato in una località segreta fuori dalla Russia. L’uomo ha raccontato che nel giorno dell’invasione la base di armi nucleari in cui prestava servizio – un impianto di armi nucleari top-secret in Russia – fu messa in stato di massima allerta. “Prima di allora, avevamo solo esercitazioni. Ma il giorno in cui è iniziata la guerra, le armi erano completamente pronte”, ha detto l’ex ufficiale delle forze nucleari russe. “Eravamo pronti a lanciare le forze in mare e in aria e, in teoria, a effettuare un attacco nucleare”, ha dichiarato. La Bbc ha riferito che il soldato ha mostrato all’emittente documenti che confermano la sua unità di appartenenza, il suo grado e la sua base di riferimento. L’emittente britannica, tuttavia, ha sottolineato di non potere verificare in modo indipendente tutti gli eventi da lui descritti, anche se corrispondono alle dichiarazioni russe dell’epoca.

Tre giorni dopo che le truppe hanno superato i confini dell’Ucraina, Vladimir Putin ha annunciato che alle forze di deterrenza nucleare della Russia era stata ordinata una “modalità speciale di servizio di combattimento“. Anton ha affermato che l’allerta di combattimento era in vigore fin dal primo giorno di guerra e ha sostenuto che la sua unità era “chiusa all’interno della base”. “Tutto quello che avevamo era la tv di Stato russa“, ha detto l’ex ufficiale, “non sapevo bene cosa significasse tutto questo. Svolgevo automaticamente i miei compiti. Non stavamo combattendo in guerra, stavamo solo sorvegliando le armi nucleari”. L’uomo ha anche aggiunto che lo stato di allerta fu annullato dopo 2 o 3 settimane.

A proposito della vita all’interno della sua base, Anton ha raccontato che era molto controllata. “Ci sono controlli costanti e test con la macchina della verità per tutti. La paga è molto più alta e i soldati non vengono mandati in guerra. Sono lì per respingere o portare a termine un attacco nucleare”, ha spiegato. E ancora: “Facevamo esercitazioni costanti. Il nostro tempo di reazione era di due minuti”. La Bbc ha riportato che, secondo la Federation of American Scientists, la Russia possiede circa 4.380 testate nucleari operative, ma solo 1.700 sono dispiegate o pronte all’uso; tutti gli Stati membri della Nato insieme ne possiedono un numero simile, scrive l’emittente. Solo la scorsa settimana Putin ha ratificato le modifiche alla dottrina nucleare, cioè le regole ufficiali che dettano come e quando la Russia possa lanciare armi nucleari. Si teme anche che Putin possa scegliere di schierare armi nucleari ‘non strategiche’, spesso chiamate tattiche. Si tratta di missili più piccoli che in genere non causano una diffusa ricaduta radioattiva ma il cui uso porterebbe comunque a una pericolosa escalation della guerra. La dottrina ora dice che la Russia può lanciare armi nucleari se subisce un “attacco massiccio” da parte di missili convenzionali da parte di uno Stato non nucleare, ma “con la partecipazione o il sostegno di uno Stato nucleare”.

Sulle motivazioni e modalità della diserzione, l’ex soldato russo ha raccontato alla Bbc che tutto è iniziato quando, poco dopo l’inizio della guerra in Ucraina, ha ricevuto quello che ha definito un “ordine criminale”: tenere lezioni con i militari utilizzando linee guida scritte molto specifiche. “Hanno detto che i civili ucraini sono combattenti e devono essere distrutti”, ha detto Anton, “per me questa è una linea rossa: è un crimine di guerra. Ho detto che non avrei diffuso questa propaganda”. I superiori di Anton lo hanno però rimproverato e trasferito a una brigata d’assalto regolare in un’altra parte del Paese; e gli fu detto che sarebbe stato mandato in guerra. Prima di poter essere inviato al fronte, però, Anton ha firmato una dichiarazione in cui si rifiutava di partecipare alla guerra e contro di lui è stato aperto un procedimento penale. A quel punto ha dunque deciso di fuggire dal Paese con l’aiuto di un’organizzazione di volontari per disertori, la ‘Idite Lesom‘. “Se fossi scappato dalla base delle forze nucleari, il servizio di sicurezza FSB locale avrebbe reagito con decisione e probabilmente non sarei riuscito a lasciare il Paese”, ha raccontato l’ex soldato, secondo cui invece il fatto di essere stato trasferito in una normale brigata d’assalto ha fatto sì che il sistema di autorizzazione di sicurezza di alto livello sia fallito. Anche se Anton ha lasciato la Russia, dice che i servizi di sicurezza lo stanno ancora cercando: “Qui prendo precauzioni, lavoro in nero e non mi presento in nessun sistema ufficiale”, ha raccontato alla Bbc. L’emittente ha concluso che l’ex militare non si è fatto però illusioni sul rischio che corre aiutando altri soldati a fuggire: “Mi rendo conto che più lo faccio, più aumentano le possibilità che cerchino di uccidermi”.

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