Guerra in Ucraina: Nella notte missili su Kiev, mezza capitale al buio

  • Postato il 10 ottobre 2025
  • Di Panorama
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Kiev al buio, l’offensiva aerea delle Forze Aerospaziali russe ha sferrato nella notte fra giovedì e venerdì un altro pesante attacco alle infrastrutture energetiche ucraine. Sembra essere questa la nuova strategia adottata da Mosca con l’approssimarsi dell’inverno: lasciare gli ucraini al buio e al freddo.

L’attacco notturno

Secondo il Presidente ucraino Zelensky l’attacco è stato sferrato con «oltre 450 droni e 30 missili», causando il ferimento di 20 persone e «la morte di un bambino a Zaporizhzhia». Gli obiettivi degli attacchi sono stati esclusivamente le infrastrutture energetiche ucraine, in particolare centrali idroelettriche, centrali termiche e sottostazioni elettriche.

L’attacco ha causato fortissimi disservizi nella capitale Kiev, con più di metà della città rimasta in totale blackout e, secondo quanto segnalato dal sindaco Klitschko, «ci sono anche problemi con la rete idrica» e del trasporto pubblico. Fra le regioni colpite anche la già citata Zaporizhzhia, Poltava e Dnipro. In ciascuna di esse si sono segnalati problemi nella distribuzione dell’energia e blackout.

L’attacco di oggi è l’ultimo di quella che potremmo definire una “guerra dell’energia” ormai in corso da mesi. Basti pensare che proprio oggi Ukrenergo, l’operatore statale che si occupa della distribuzione dell’energia, ha annunciato l’implementazione di «blackout di emergenza programmati» nella regione di Sumy, con altre che potrebbero presto seguire.

Kiev attacca le raffinerie russe

L’intensificarsi degli attacchi russi alle infrastrutture energetiche ucraine fa seguito ai ripetuti attacchi di Kiev alle raffinerie russe. L’offensiva, iniziata in estate, ha visto per mesi piccoli droni kamikaze ucraini colpire raffinerie di carburante in quasi tutta la Russia europea.

Sebbene le piccole testate esplosive dei droni non abbiano mai permesso di distruggere totalmente i loro obiettivi o perlomeno causarne la chiusura totale, diverse di queste raffinerie sono state costrette ad operare a capacità ridotta, spesso al 70% o meno.

Ciò ha causato notevoli disagi, innanzitutto un aumento del prezzo del carburante, in secondo luogo addirittura un razionamento del carburante per i privati in Crimea, con ciascun cittadino che può ora acquistare un massimo di 30 litri di benzina o diesel a settimana.

Oltre agli attacchi alle raffinerie, l’esercito ucraino aveva nei giorni scorsi attaccato ripetutamente le centrali elettriche della confinante regione russa di Belgorod, come risposta alla ripresa dell’offensiva russa sulle infrastrutture energetiche russe.

Guerra totale alle infrastrutture energetiche

Mosca aveva già adoperato simili tattiche, in particolare nell’inverno a cavallo fra il 2022 e il 2023. Rispetto ad allora, sono principalmente due le differenze. Innanzitutto la rete elettrica ucraina è fortemente degradata, proprio a causa della precedente campagna aerea.

In secondo luogo, sembra che la Russia abbia deciso questa volta di colpire a fondo anche le infrastrutture di stoccaggio e distribuzione del gas, rimasti largamente intatti durante la precedente campagna.

Nelle scorse settimane sono già stati inferti diversi colpi. Il 3 ottobre un attacco aereo combinato russo aveva colpito gli impianti di estrazione e lavorazione del gas nelle regioni di Kharkov e Poltava, facendo seguito agli attacchi compiuti nelle settimane precedenti agli impianti di Naftogaz (azienda statale ucraina del gas).

Sergii Koretskyi, Ceo di Naftogaz, ha dichiarato che una «significativa parte» dei loro impianti è stata danneggiata, con alcune distruzioni definite «critiche». Secondo Bloomberg i danni sarebbero così ingenti che circa il 60% della produzione nazionale di gas ucraino è andata distrutta.

La guerra si è quindi spostata con vigore anche sul settore infrastrutturale, finora largamente lasciato intoccato. Le capacità ucraine di risposta sono limitate, consegna di Tomahawk permettendo.

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Panorama

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