Grosso guaio alla Corte penale internazionale (Cpi)

  • Postato il 28 ottobre 2024
  • Di Panorama
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Grosso guaio alla Corte penale internazionale (Cpi)



C’è un grosso problema alla Corte penale internazionale (Cpi) dopo che il Wall Street Journal ha pubblicato una notizia che solleva seri interrogativi sull’integrità del procuratore Karim Ahmad Khan, noto per aver chiesto l’arresto del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu e del ministro della Difesa Yoav Gallant, mentre non ha chiesto la stessa misura per il loro rivale politico Benny Gantz che quando faceva parte del Gabinetto di guerra ha firmato tutte le decisioni che hanno portato alla scellerata richiesta di arresto firmata da Ahmad Khan. Il procuratore della Cpi aveva più volte assicurato ai leader occidentali che avrebbe condotto un'indagine approfondita e aveva detto a un gruppo di senatori degli Stati Uniti che non si sarebbe affrettato a dare giudizi prima di impegnarsi con Israele e ascoltare la sua versione dei fatti. Sembrava che lo pensasse davvero, programmando incontri preliminari in Israele per il 20 maggio. Ma invece di presentarsi, quel giorno Khan è apparso sulla Cnn per annunciare che avrebbe chiesto i mandati di arresto. Israele era stato colto alla sprovvista e i senatori degli Stati Uniti sono stati tratti in inganno e la Cpi è stata privata di una vera indagine. In molti si sono chiesti cosa ha determinato questo improvviso cambio di rotta? Secondo il Wall Street Journal, Khan avrebbe alzato il tiro su Israele per salvare se stesso e il suo lavoro dopo essere stato accusato di molestie sessuali qualche settimana prima. Quindi l'attacco frontale a Israele è stato per distogliere l'attenzione e la pressione? Saranno le indagini a dirlo (ammesso che saranno fatte), ma di certo c’è il fatro che Khan è stato osannato dai circoli di sinistra, che dominano i circoli legali internazionali. La Cpi ha taciuto sulle accuse di molestie per più di cinque mesi, finché un account Twitter anonimo non le ha portate alla luce la scorsa settimana.

Chi è la vittima?

Si tratta di un membro junior dello staff dell'ufficio del procuratore che nell’aprile scorso ha detto ai colleghi che il signor Khan «l'aveva ripetutamente molestata», e tutto è riportato in un rapporto inviato da una persona informata dei fatti (è un collega della vittima), al Meccanismo di vigilanza indipendente (Oim) della Cpi che il Wall street journal ha potuto consultare. Nel rapporto vengono riportati i racconti forniti dalla vittima in merito al presunto comportamento non consensuale del signor Khan ad esempio: «Chiuderla a chiave nel suo ufficio e toccarla sessualmente, persino infilandole una mano in tasca; farle visita nella sua stanza d'albergo nel cuore della notte, chiedendo di entrare; dichiarare di avere mal di testa e sdraiarsi sul suo letto d'albergo, toccandola sessualmente». L’informatore ha affermato di aver riferito le accuse al signor Khan: «Il pubblico ministero è sembrato sbalordito nell'ascoltarlo e ha espresso confusione su quanto stava accadendo». Khan avrebbe detto: «Sono finito, ora dovrò dimettermi», ma ovviamente non lo ha fatto. Dopo il colloquio sempre secondo il Wall street journal, l’informatore ha scritto di «aver ricevuto minacce sulla sua famiglia dalla moglie del signor Khan e pressioni dallo stesso signor Khan, tra cui l'ordine di lasciare il Paese recandosi immediatamente in Uganda. L’informatore scrive di essere stato assente dal 13 al 16 maggio, ma ha sempre insistito sul fatto che si sarebbe attenuto alle procedure delle risorse umane. Il 20 maggio, il signor Khan ha interrotto le sue indagini su Israele e ha dichiarato il suo piano di emettere mandati di arresto. Il collegamento tra la denuncia di molestie e la decisione del mandato del signor Khan è speculativo in base alla cronologia di cui sopra».

La difesa di Khan non convince

Karim Ahmad Khan ha negato tutto: «Posso assolutamente confermare che non c'è verità nei suggerimenti di cattiva condotta» tuttavia, il Meccanismo di controllo indipendente della Cpi ha riconosciuto l'incidente segnalato il 18 ottobre, menzionandolo come ultimo elemento di un elenco di accuse di cattiva condotta nel suo rapporto annuale, con fatti che sembrano molto simili a quelli del caso Khan. Senza nominare il procuratore della Cpi, il rapporto dell'Oim afferma che la presunta vittima «ha rifiutato di presentare una denuncia formale all'Oim, anche quando è stato suggerito che qualsiasi indagine avrebbe potuto essere affidata a un'entità esterna». Poi nel rapporto si legge che «si è rifiutata di confermare o negare esplicitamente all'OIM la base fattuale di quanto era stato riferito dalla terza parte all'OIM. Di conseguenza, l'OIM ha stabilito che non era necessaria alcuna indagine in questa fase». Una mancata smentita implica l'assenza di un'indagine? Pare che la vittima abbia deciso di non ritrattare l'accusa, forse per timore di ritorsioni se avesse proseguito. La Cpi non ha rilasciato dichiarazioni in merito alle richieste di un commento. Evidente che tutto questo solleva la necessità di un'indagine approfondita. Se le accuse mosse si rivelassero fondate, verrebbe messa in dubbio l'integrità del procuratore Khan, l'impegno della Cpi per garantire un giusto processo e il possibile coinvolgimento di fattori non professionali nella richiesta dei mandati di arresto. Infine, la Corte penale internazionale (CPI) ha annunciato di aver sostituito uno dei giudici incaricati di esaminare la richiesta di mandato di arresto contro il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu, decisione che potrebbe comportare nuovi ritardi nel caso. A maggio, i pubblici ministri avevano richiesto mandati di arresto per Netanyahu, il ministro della Difesa Yoav Gallant e tre leader di Hamas, sostenendo che vi fossero risultati sufficienti per ipotizzare che fossi coinvolto in un crimine di guerra e contro l'umanità. Sebbene non siano state fissate cadenze, in casi simili il tribunale ha impiegato circa tre mesi per deliberare. La decisione ha già subito rinvii a causa di diversi ricorsi legali presentati da Israele, che ha contestato la giurisdizione del tribunale.


Il rapporto del Meccanismo di controllo indipendente della Cpi

ICC-ASP-23-18-ENG.pdf


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Panorama

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