Gronda pronta tra dieci anni, ma il raddoppio della A7 potrà aprire già nel 2031

  • Postato il 23 settembre 2024
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  • Di Genova24
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Generico settembre 2024

Genova. La Gronda sarà pronta tra dieci anni, ma il raddoppio del tratto urbano della A7 potrà entrare in funzione tre anni prima secondo le previsioni della concessionaria. Sono le stime fornite oggi da Roberto Tomasi, amministratore delegato di Autostrade per l’Italia, oggi in sopralluogo nei cantieri del lotto zero insieme al viceministro Edoardo Rixi, al sindaco Marco Bucci e ai tecnici che seguono il progetto della grande opera.

Dunque “a dicembre 2034“, si sbilancia Bucci, l’intera Gronda sarà realtà. A patto che l’iter autorizzativo si concluda nel 2025, “e per certi versi ci dovremmo essere, perché le condizioni ci sono tutte”. Mentre “già nel 2031-2032” si potrebbe aprire al traffico il nuovo tratto Genova Ovest-Bolzaneto che raddoppierà la capacità della tratta esistente. Su questo stralcio, tra l’altro, sembrano essere d’accordo tutti, anche le forze più oltranziste della coalizione di centrosinistra che si candida a subentrare alla guida della Regione.

“La Gronda attualmente ha una previsione di dieci anni di realizzazione – spiega Tomasi -. Il lato a est, tenuto conto delle caratteristiche costruttive, verrà liberato prima e quindi stiamo facendo tutte le valutazioni per avere in anticipo il primo lotto funzionale. Siamo sui sette anni, ma anche qui ci saranno approfondimenti”. Su questa soluzione, del resto, spinge anche il Governo. “È assolutamente possibile, è uno studio che abbiamo già fatto – rassicura il manager -. Si potrà aprire prima a est, mentre sul lato ovest il vincolo di scavo è quello che darà la tempistica”.

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“Questi cantieri – prosegue Tomasi – non devono impattare sui traffici esistenti. Stiamo facendo alcune modifiche in modo che gli utenti non abbiano un cantiere che dura così tanti anni, operazione non semplicissima. I lotti zero sono propedeutici perché tutti i fronti di lavoro siano aperti per poter partire con gli appalti per la realizzazione dell’opera”.

Nel frattempo però si attende ancora il via libera al progetto esecutivo aggiornato. E soprattutto bisogna sciogliere il nodo del finanziamento dell’opera, tenuto conto dell’aumento esponenziale dei costi nel piano economico-finanziario. “L’ipotesi complessiva sul sistema Autostrade, che conta 3mila chilometri, è di 36 miliardi. Non c’è una data o una cifra dedicata. La previsione oggi è intorno ai 6-7 miliardi sulla Gronda, circa un sesto all’interno di un piano molto più ampio”, risponde Tomasi. Nel 2019 si parlava di 4,7 miliardi. “Solo per dare un’indicazione degli aumenti dei materiali, dal 2018 ad oggi sono aumentati del 50%, quindi il conto è presto fatto”.

Dove si trovano le risorse extra? Il ragionamento di Tomasi segue la strada già indicata dal ministero: “È un problema di tutte le concessionarie definire le modalità di finanziamento. Gli eventi del Morandi hanno ridefinito in via strategica la pianificazione su ponti, viadotti, gallerie e opere minori. Questo ha comportato incrementi di previsioni economiche che il Paese deve affrontare. Ne stiamo discutendo col ministero: è l’occasione per trovare gli strumenti migliori affinché non venga scaricato tutto sul pedaggio, ancorché ricordiamo che le concessioni italiane hanno sempre usato il pedaggio e non il gettito dello Stato per sostenere i propri investimenti. Gli strumenti già individuati nel 2017, legati alla proroga peraltro validata anche dalla Commissione europea, possono essere degli elementi. Ma stiamo studiando anche altri strumenti finanziari in modo da ripartire i costi nel tempo della vita utile di queste opere che superano anche la vita del concessionario”.

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Intanto, mentre procedono i lavori propedeutici per un importo già impegnato di 300 milioni di euro (compresi gli espropri), sta prendendo forma la prima galleria della Gronda nei pressi dell’uscita di Genova Est. Un tunnel di poco più di 100 metri, ben inferiore ai 50 chilometri di sviluppo complessivo delle gallerie nel tratto di ponente, ma fondamentale per il cantiere: durante le lavorazioni, infatti, permetterà il transito dei mezzi da cantiere che porteranno le rocce da scavo nel deposito poco sopra l’attuale area delle lavorazioni, tra la ferrovia Genova-Casella e i viadotti dello svincolo, per intenderci. In questa galleria transiterà tutto il traffico in uscita dalla A12, mentre l’attuale svincolo in uscita sarà destinato all’ingresso in A12 come potenziamento dell’esistente.

Autore
Genova24

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