Grok 4, l’IA di Musk “intelligente come un dottorando” che prima di esprimersi consulta il padrone

  • Postato il 14 luglio 2025
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  • Di Il Fatto Quotidiano
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Secondo Elon Musk “Grok 4”, la nuova versione del chatbot più controverso di sempre, sarebbe più intelligente di un dottorando. Un’asserzione molto forte, che riflette l’ego smisurato del magnate: anche perché la sua IA, prima di esprimersi su un tema d’attualità, consulta anzitutto il padrone. Soltanto dopo aver scartabellato, a gran velocità, i tweet dell’uomo più ricco del mondo, fornisce una risposta all’utente che l’ha interrogata. E molto spesso, per qualche misterioso scherzo del destino, le opinioni di Grok ricalcano le posizioni politiche dell’imprenditore.

L’aggiornamento è stato presentato due giorni fa attraverso una diretta streaming su X, alla presenza di Musk e del team di xAI, la punta di diamante del vasto impero industriale del miliardario sudafricano. A marzo del 2025 la società, fondata da Musk per sviluppare la sua intelligenza artificiale, ha rilevato la controllata che gestiva il social X: un’operazione di riorganizzazione interna dall’alto valore strategico. Che dimostra ancora una volta come l’acquisto di Twitter, al tempo, oltre ad avere valenza politica sia servito anzitutto a mettere le mani sull’enorme patrimonio di dati generato dalla piattaforma. Per poi darlo in pasto a Grok e ottenere, di riflesso, un consistente vantaggio competitivo sugli altri conglomerati coinvolti in questa folle corsa allo sviluppo dell’IA. Che molto spesso devono pagare per avere accesso ad un dataset: è il caso di Amazon, ad esempio, che ha sottoscritto un accordo con il New York Times.

Nel salto computazionale da Grok 3 a Grok 4 il modello ha decuplicato la sua potenza, grazie all’addestramento sul supercomputer Colossus – un’infrastruttura mastodontica che impiega oltre 200.000 microchip. L’azienda ha offerto agli utenti diverse formule d’abbonamento. E al crescere del prezzo, ovviamente, aumenta la potenza che l’IA può sprigionare: si va dal piano SuperGrok, che ha un costo base di 35 euro al mese, a SuperGrok Heavy, che costa 349 euro al mese: il chatbot più costoso presente sul mercato.

Grok 4, va precisato, ha ottenuto risultati significativi nei test effettuati: “esami” a cui, di norma, si sottopongono – per poterne stabilire l’”intelligenza” – tutti i modelli commercializzati. Musk ha spiegato che l’obiettivo di xAI è creare una “maximally truth-seeking AI“, vale a dire un’intelligenza artificiale capace di cercare, individuare e ricostruire la verità oggettiva, senza condizionamenti ideologici o politici. Ma alcuni esperti, risalendo lungo la “chain of thought” (catena di pensieri) del chatbot, hanno riscontrato che Grok, soprattutto su temi di stretta attualità come il conflitto israelo-palestinese, l’aborto o l’immigrazione, consulta frequentemente il profilo X di Elon Musk.

Infatti, come per quasi tutte le IA, dopo aver ricevuto una risposta si può esplorare la sequenza di ragionamenti eseguita dall’algoritmo, ricostruendone il processo creativo e rintracciando tutte le fonti da cui ha attinto informazioni. Secondo Talia Ringer, informatica e professoressa all’Università dell’Illinois, il modello assume che l’interlocutore stia chiedendo il parere di xAI o di Musk: “penso che le persone si aspettino opinioni da un modello ragionante che però non può rispondere con opinioni,” ha spiegato. “Così, ad esempio, interpreta la domanda ‘Chi supporti, Israele o Palestina?’ come ‘Chi supporta la leadership di xAI?’”.

Non è la prima volta che l’intelligenza artificiale di Musk dà scandalo: in alcune risposte il chatbot ha elogiato apertamente Adolf Hitler e rilanciato luoghi comuni dal forte sapore razzista. xAI è corsa ai ripari, annunciando che avrebbe immediatamente posto rimedio al problema: “Ci scusiamo profondamente per l’orribile comportamento che molti hanno sperimentato”. L’azienda ha spiegato che il modello, per un errore tecnico, “era suscettibile ai post esistenti degli utenti X, anche quando tali post contenevano opinioni estremiste”. È vero, in sintesi, che X è una miniera di dati testuali in tempo reale: una risorsa preziosa ed utile ad addestrare un modello di linguaggio avanzato come Grok. A volte, tuttavia, quantità e qualità non vanno di pari passo. E la “qualità” dei dati forniti all’IA non è un aspetto da sottovalutare, specie se si vogliono evitare problemi.

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