Groenlandia verso il referendum: si aprono scenari clamorosi per Trump e Usa
- Postato il 9 febbraio 2025
- Di Libero Quotidiano
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Groenlandia verso il referendum: si aprono scenari clamorosi per Trump e Usa
Il presidente USA Donald Trump mira al controllo diretto della Groenlandia, l'isola artica geograficamente nordamericana, ma politicamente soggetta alla Danimarca, dunque all'Unione Europea. Ha ripetuto che la Groenlandia serve agli USA come prima linea di difesa nello scacchiere artico, fronte più diretto in caso di guerra contro la Russia. Le parole di Trump avevano già suscitato allarme a Bruxelles e ora, a rappresentare un concreto appiglio per uno scivolamento dell'isola verso gli Stati Uniti, si aggiungono le trame politiche interne del possedimento danese.
L'isola, vasta 2 milioni di km quadrati è popolata da soli 57.000 abitanti, per l'89% di origine Inuit, in sostanza eschimesi. Dal 2009 ha un autogoverno in parte autonomo da Copenhagen. Il parlamento locale di Nuuk ha deciso per l'11 marzo elezioni anticipate, sull'onda delle rivendicazioni statunitensi. E il partito Siumut di ispirazione socialdemocratica, che governa in alleanza con il partito etnico Inuit Ataqatigiit, preannuncia un referendum per l'indiunilaterale dell'isola con cui Trump ponga il fatto compiuto. Il Telegraph ha ieri divulgato indiscrezioni da ambienti diplomatici secondo cui molti governi UE hanno discusso in via riservata il possibile invio in Groenlandia di truppe NATO per prevenire un colpo di testa di Washington. Fra i paesi più propensi ci sarebbe la Germania del cancelliere Olaf Scholz.
I governi UE avrebbero anche discusso se sia applicabile l'Articolo 5 della NATO, che regola il soccorso degli alleati a uno stato membro, in tal caso la Danimarca, se il suo territorio è invaso da truppe straniere. Persino nel paradosso di un aggressore, gli Stati Uniti, esso stesso membro. Il Telegraph cita il generale austriaco Robert Brieger, membro del comitato militare UE, secondo cui «sarebbe un segnale forte» schierare truppe UE in Groenlandia. La Danimarca, a maggior presidio del possedimento, ha un piano per dislocarvi due navi di pattuglia, due droni e alcuni caccia F-35, per un investimento totale di 1,5 miliardi di dollari. Francia e Germania sarebbero propense a inviare loro forze per “affiancare”, leggi “controllare”, le truppe USA già presenti. Ma per ora sono ipotesi fumose.
La Groenlandia è sotto sovranità danese dal 1814. Ma gli Stati Uniti cercarono di aggiudicarsela spesso. Dopo due proposte di acquisto nel 1868 e 1910, ci riprovarono nel 1946 per 100 milioni di dollari in oro. Copenhagen disse sempre no, come anche quando Trump, già nel suo primo mandato, chiese nel 2019 l'acquisizione dell'isola. Gli USA dispongono già di basi sul quel territorio, grazie a un trattato siglato nel 1941 con le autorità danesi in esilio, mentre Copenhagen era occupata dai tedeschi. Con la Guerra Fredda, l'importanza della Groenlandia crebbe in quanto avamposto contro la Russia, specie come base aerea e di sorveglianza radar e antimissile, in quanto sopra l'Oceano Artico passano le rotte più dirette di attacco, con bombardieri o missili, dall'Eurasia al Nordamerica e viceversa. Perno della presenza militare USA era la base aerea Thule, dove operavano bombardieri Boeing B-52 armati di bombe nucleari. Vicino a Thule precipitò nel 1968 un B-52 e l'incidente, con la distruzione delle bombe atomiche a bordo, causò polemiche tra Washington e Copenhagen per l'inquinamento radioattivo della zona.
Frattanto, dal 1959 al 1967, fu attiva la base americana di Camp Century, scavata sotto la coltre di ghiacci e la cui energia era assicurata da un reattore nucleare. Doveva essere servire a realizzare sotto il ghiaccio, col cosiddetto progetto Iceworm, rampe di lancio di missili nucleari puntati sulla Russia. Ma problemi tecnici oltre al divieto del governo danese di armi nucleari sul suo territorio fecero sospendere il piano. Oggi gli USA hanno trasformato Thule in una base d'avvistamento antimissile dell'US Space Command, ribattezzata Pituffik Space Base, dove hanno sede radar e centri di controllo satellitare dell'821° Space Base Group. E' la prima linea dell'avvistamento remoto tramite i rilevamenti via satellite, di missili a testata nucleare diretti verso gli USA passando sull'Artico. È chiaro che un'annessione a Washington oppure un'indipendenza che annulli i trattati precedenti e che porti a negoziati ben “ripagati” in dollari, potrebbe consentire agli americani di aumentare a piacere le loro guarnigioni in Groenlandia, senza limiti di dispiegamento anche di armi nucleari. pendenza.
Ha detto il leader del partito Erik Jensen: “Porterò avanti un processo sulla base dell'articolo 21 della legge d'autogoverno della Groenlandia per negoziare future relazioni e indire un referendum sull'indipendenza nel prossimo parlamento”. Jensen ha ammesso che la decisione è avvenuta sotto la spinta delle dichiarazioni di Trump. La portavoce di Siumut, Doris Jakobsen Jensen, ha criticato la premier danese Mette Frederiksen per aver risposto a Trump senza sentire il parere dei groenlandesi. L'idea di una secessione dalla Danimarca e di una Groenlandia indipendente meglio disposta verso Washington rammenta un po' l'origine di Panama. Lo Stato di Panama fu una creazione degli USA, fatto secedere nel 1901 dalla Colombia, tramite proteste locali ben organizzate, quando il governo di Bogotà non accettò gli accordi di costruzione del famoso canale.
Creato lo stato fantoccio di Panama, gli USA iniziarono gli scavi nel 1904 utilizzando il Genio militare dell'US Army e ultimando il canale nel 1914. Ufficialmente tutti i partiti groenlandesi non vogliono l'annessione agli Stati Uniti. Ma potrebbero voler negoziare con gli americani, in cambio della concessione di nuove basi, vantaggi economici superiori ai 580 milioni di euro l'anno di sovvenzioni danesi. A gennaio 2025 il figlio del presidente USA, Donald Trump Jr, ha compiuto una visita privata nell'isola, forse stringendo contatti riservati. I paesi dell'Ue e della NATO temono un'occupazione americana.
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