Gratteri: “I boss controllano le carceri e i più deboli sono costretti a servirli”
- Postato il 20 agosto 2025
- Politica
- Di Blitz
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“Questo sistema organizzativo ha portato al progressivo controllo delle carceri da parte dei detenuti di alto spessore: i quali ordinano ai più deboli una serie di ‘favori'”. Lo spiega a Repubblica Nicola Gratteri, dal 2023 procuratore a Napoli dopo l’evasione choc da Poggioreale.
“L’esito è paradossale: le relazioni comportamentali sui boss descrivono questi capi come soggetti che in carcere sono irreprensibili, così possono fruire di tutti i benefici di legge – prosegue -; e i detenuti deboli, costretti a servire i primi, non possono aspirarvi. Questa, che tanti ignorano, è una condizione che può portare ai suicidi”. Nell’intervista Gratteri parla della situazione delle carceri italiane, ma sui provvedimenti come quello dello svuotacarceri è divisa anche la destra. “Purtroppo l’esperienza insegna che dopo un indulto, tempo un anno, si torna al punto di partenza – evidenzia – . Ciò posto, si deve intervenire su tre direttrici: associare i detenuti tossicodipendenti alle comunità di recupero; ampliare le carceri esistenti; ripianare con urgenza gli organici di polizia penitenziaria”.
Tra poco, alla Camera, torna la separazione delle carriere, riforma contro cui ha scioperato anche Gratteri. “Perché non serve. Non incide in alcun modo sui problemi della giustizia, sui tempi e la qualità delle decisioni. Quindi, lo ripeto fino alla noia – conclude – : i magistrati devono essere messi nelle condizioni di decidere presto e bene, senza perdere tempo appresso a orpelli procedurali”.
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