Gratteri: «Diego Tajani intuì 150 anni fa che le mafie sono dentro le classi dirigenti»
- Postato il 14 maggio 2025
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Il Quotidiano del Sud
Gratteri: «Diego Tajani intuì 150 anni fa che le mafie sono dentro le classi dirigenti»
All’università di Bologna il convegno su Diego Tajani, antesignano dell’antimafia nato a Cutro e la consegna dei premi 2025. All’incontro Gratteri spiega l’intuizione di Tajani sulle mafie che interagiscono con i centri del potere
BOLOGNA – «Le mafie sono dentro le classi dirigenti e interagiscono con i centri di potere. Diego Tajani ce lo spiegava benissimo 150 anni fa». Lo ha detto il procuratore di Napoli, Nicola Gratteri, intervenendo al convegno svoltosi all’università di Bologna in occasione della quarta edizione del Premio intitolato al magistrato e statista nato a Cutro. Un convegno che ha ribadito la straordinaria attualità di Diego Tajani. L’iniziativa ha un carattere itinerante e coinvolge comunità e territori diversi, come hanno spiegato, in apertura dei lavori, il sindaco di Cutro, Antonio Ceraso, il sindaco di Vietri sul Mare, Giovanni De Simone, e il vicesindaco di Reggio Emilia, Lanfranco De Franco.
ANTESIGNANO DELL’ANTIMAFIA
Cutro è conosciuta in Emilia, oltre che per la presenza di una nutrita e laboriosa comunità di emigrati, anche e soprattutto come la casa madre di una super associazione mafiosa che aveva “colonizzato” le attività economiche di questa regione, come acclarato anche dalla maxi sentenza Aemilia. Ma Cutro non ha dato i natali soltanto al boss Nicolino Grande Aracri e ai componenti della sua organizzazione criminale. L’8 giugno 1827 è nato a Cutro un antesignano dell’antimafia come Diego Tajani. Il primo a sollevare il problema delle mafie in un’aula parlamentare, nel suo storico discorso del 1875, e sicuramente tra i primi, quando svolse le funzioni di questore a Napoli e di procuratore a Catanzaro e Palermo, a contrastare le collusioni tra istituzioni e criminalità mafiosa.
DIEGO TAJANI, LA RISCOPERTA
La figura dello statista e giurista è stata introdotta da Maurizio Mesoraca, presidente del Centro studi e ricerche Diego Tajani, da anni impegnato nella riscoperta di questo protagonista della lotta alla mafia. Una riscoperta tardiva ma quantomai necessaria, e non solo a Cutro e in Calabria. Lo ha detto la sociologa del diritto Stefania Pellegrini, che nel suo corso su Mafie e antimafie all’università di Bologna dedica spesso lezioni alla figura di Tajani. Un excursus storico, con particolare attenzione al periodo palermitano, è stato proposto, invece, da Renzo Orlandi, docente di Diritto processuale penale nello stesso ateneo.
PRETE DI STRADA
Il convegno ha preceduto la consegna del Premio Tajani. In collegamento dal Canada, lo storico delle mafie Antonio Nicaso, presidente della Giuria del Premio, ha illustrato le motivazioni alla base dei riconoscimenti. Innanzitutto, per la Sezione Legalità, il Premio è andato al cardinale Domenico Battaglia, arcivescovo di Napoli, «prete di strada e pastore capace di andare incontro, con semplicità e autenticità, alle periferie esistenziali delle nostre terre». Il cardinale, impossibilitato a intervenire, ha inviato un bellissimo messaggio di ringraziamento con il quale ha inteso condividere il Premio con quegli «artigiani del bene comune» che operano sulle strade.
RETROSCENA SU GOTTLOB
Per la Sezione Mezzogiorno il riconoscimento è andato a un altro calabrese, il professor Gianluigi Greco, docente di Informatica all’UniCal, «per il suo impegno nel promuovere una cultura della responsabilità digitale». Greco, direttore del dipartimento di Matematica all’UniCal e presidente dell’Associazione italiana per l’intelligenza artificiale, ha raccontato un retroscena legato alla scelta del luminare Georg Gottlob, professore di Informatica a Oxford, di venire in Calabria. Glielo chiese proprio Greco, suo allievo che da Oxford decise di tornare nella sua terra. «Tutti mi chiedevano “perché?”. Ma io ero ostinato. “Devo andare in Calabria”, rispondevo. Avevo l’idea che in Calabria si potesse fare. E poi, da direttore di dipartimento, ho chiesto al professor Gottlob di venire a lavorare all’UniCal. La legalità si può costruire anche così. Facendo quello che ci piace fare nella nostra terra».

PREMIO TAJANI E PEACE BUILDER
Per la Sezione Giovani, infine, il Premio Tajani è andato alla cooperatrice internazionale Tamara Cvektović. Il riconoscimento le è stato attribuito «per il coraggio e la straordinaria dedizione nella costruzione della pace in Bosnia-Erzegovina», ha spiegato il professor Nicaso. La toccante testimonianza della peace builder ha concluso la manifestazione.

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