Graham Linehan, l’attore comico arrestato a Londra: ha osato twittare sul mondo Lgbt

  • Postato il 4 settembre 2025
  • Di Panorama
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Dodici ore in cella, cinque agenti armati mobilitati, un fermo in pieno stile antiterrorismo. Ma il “crimine” non era un attentato: erano dei tweet contro l’ideologia transgender. È così che la Gran Bretagna ha deciso di trattare Graham Linehan, 57 anni, autore comico di fama internazionale, creatore della sitcom Father Ted e vincitore di Bafta. Un intellettuale scomodo ridotto al rango di pericoloso criminale per aver scritto frasi provocatorie su X.

«Che c… è diventata la Gran Bretagna? Questo è totalitarismo», ha denunciato J.K. Rowling, con parole che risuonano come un atto d’accusa contro un Paese sempre più intrappolato nella morsa del politically correct.

Linehan è stato arrestato a Heathrow di ritorno da un viaggio negli Stati Uniti, rinchiuso e interrogato per ore come fosse un nemico dello Stato. Prima l’accusa di «incitamento alla violenza», poi quella di «incitamento all’odio» per motivi legati all’orientamento sessuale. In realtà, a farlo finire nel mirino sono stati post senza filtri: «Se un maschio che si identifica come trans è in uno spazio per sole donne, fate una scena, chiamate la polizia o, in mancanza d’altro, colpitelo nelle palle»; e ancora, a proposito di un corteo pro-trans: «Li odio. Misogini e omofobi. Vaff…».

Linehan non è un santo: è noto per il suo stile aggressivo, ha già un processo in corso per abusi online contro un attivista trans e fu sospeso da Twitter, prima di essere riammesso da Elon Musk. Ma qui non è in discussione la simpatia del personaggio: è in discussione un principio fondamentale, quello della libertà di espressione. E il punto è che la Gran Bretagna sta dimostrando di aver smarrito la bussola.

Persino il premier Keir Starmer è dovuto intervenire per bacchettare Scotland Yard: «La polizia dovrebbe concentrarsi su ciò che davvero importa ai cittadini: affrontare comportamenti antisociali, taccheggio, crimini di strada e ridurre accoltellamenti e violenze contro le donne». Un modo elegante per dire che dare la caccia a un comico sui social è l’ultima delle priorità di un Paese alle prese con criminalità dilagante.

Le reazioni internazionali non si sono fatte attendere. Elon Musk ha definito la Gran Bretagna «uno Stato di polizia», mentre Nigel Farage, leader della destra populista britannica,  promette di portare il caso direttamente all’amministrazione Trump. Già nei mesi scorsi il vicepresidente americano Vance aveva messo in guardia Londra dal rischio di imboccare un «sentiero oscuro» di censura, citando gli arresti di attivisti pro-life colpevoli soltanto di pregare in strada.

Il governo Starmer era riuscito finora a intessere rapporti pragmatici con Washington, ma episodi come questo rischiano di far saltare tutto. E soprattutto rischiano di segnare un precedente inquietante: oggi tocca a un comico antipatico a molti, domani a chiunque osi uscire dal recinto ideologico tracciato dal nuovo puritanesimo progressista.

Autore
Panorama

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