Gps nascosto sull’auto e poi licenziamento: “Non andava dalla mamma malata”. Ma il giudice ribalta la decisione

  • Postato il 24 giugno 2025
  • Cronaca
  • Di Blitz
  • 1 Visualizzazioni

Una vicenda delicata, ma anche simbolica, quella accaduta a Venezia, dove un lavoratore di 46 anni è stato licenziato in tronco dopo che la sua azienda, Coop Alleanza 3.0, aveva installato di nascosto un Gps sulla sua auto per verificarne i movimenti durante l’uso dei permessi concessi dalla legge 104/1992. L’uomo, assunto nel 2009 e successivamente impiegato nella sede di Carpenedo a Mestre, aveva ottenuto nel 2024 il diritto ai permessi per assistere la madre malata. Tuttavia, l’azienda ha ritenuto sospetto il suo comportamento e, affidandosi a un’agenzia investigativa, ha scoperto che in tre occasioni – il 28 maggio, il 4 e il 5 giugno – si era recato a casa propria invece che da sua madre.

Il 17 giugno, al lavoratore è stata notificata una lettera di contestazione disciplinare, cui è seguita una sospensione immediata e, infine, il licenziamento avvenuto il 3 luglio. A nulla è servita la sua difesa in sede sindacale: la Coop ha proceduto con il provvedimento drastico, adducendo la violazione dei permessi. Il lavoratore ha quindi impugnato il licenziamento in via stragiudiziale e, assistito dall’avvocato Dominga Graziani Tota, ha avviato un ricorso formale davanti al tribunale del lavoro di Venezia.

La sentenza che ribalta tutto e ristabilisce la verità

Il giudice del lavoro Margherita Bortolaso ha accolto pienamente il ricorso, giudicando inutilizzabili i controlli eseguiti con il Gps, poiché effettuati in assenza di un sospetto concreto e documentato. La sentenza cita anche una pronuncia della Cassazione del 2021: “In nessun caso può essere giustificato un annullamento di ogni forma di garanzia della dignità e della riservatezza del lavoratore”.

Inoltre, il tribunale ha accertato che durante le ore di permesso contestate, il dipendente stava effettivamente realizzando interventi per migliorare la sicurezza dell’abitazione della madre, già vittima di furti. Ha anche costruito una casetta per proteggere la sedia a rotelle della sorella affetta da sclerosi multipla, facilitandone le visite.

Il giudice ha quindi ordinato il reintegro immediato del lavoratore, il risarcimento di tutte le retribuzioni maturate dal giorno del licenziamento fino al ritorno in servizio e ha condannato Coop Alleanza 3.0 al pagamento di 7.000 euro di spese legali.

L'articolo Gps nascosto sull’auto e poi licenziamento: “Non andava dalla mamma malata”. Ma il giudice ribalta la decisione proviene da Blitz quotidiano.

Autore
Blitz

Potrebbero anche piacerti