GP Singapore, la maledizione di Verstappen: l’unico circuito dove Max non riesce a trionfare
- Postato il 2 ottobre 2025
- Formula 1
- Di Virgilio.it
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A Singapore Max Verstappen respira aria di attesa e spettacolo. La notte di Marina Bay non è una gara qualunque: è il palcoscenico più affascinante e, al tempo stesso, il più duro dell’intera stagione. Un circuito che mette a nudo i limiti del pilota, non perdona errori e trasforma la sfida in una maratona sotto luci artificiali, caldo soffocante e umidità tropicale.
Ed è proprio qui che al campione olandese, dominatore incontrastato di un’era, il successo continua a sfuggire. Singapore resta, ancora oggi, il suo tabù personale. Verstappen ha conquistato praticamente tutto ovunque: titoli mondiali, record di vittorie consecutive, pole position e giri veloci. Ma a Marina Bay la vittoria sembra sempre rimandata.
Una pista che non fa sconti
Per capire perché Verstappen fatichi così tanto a imporsi a Singapore, bisogna partire dalla natura del circuito. Marina Bay è un tracciato cittadino di 4,940 km, ridisegnato nel 2023, tecnico e impegnativa, con 19 curve, 4 zone DRS e 62 giri da percorrere.
È una gara che dura quasi 2 ore e che spesso tocca il limite massimo regolamentare delle 2 ore di corsa effettiva. L’umidità porta la temperatura nell’abitacolo oltre i 50 gradi, spingendo i piloti a perdere fino a 3 litri di liquidi. In queste condizioni, ogni errore viene punito con violenza. È l’opposto di circuiti larghi e scorrevoli come Monza o Spa, dove Max vola.
Singapore è l’unico tracciato del calendario nel quale l’olandese ha condotto solo 3 giri in carriera.
I precedenti
L’amore mai sbocciato tra Max Verstappen e Marina Bay affonda le radici lontano. Nel 2015, al debutto con la Toro Rosso, l’olandese mostra subito intraprendenza, ma il tracciato mette in evidenza la sua inesperienza. Chiude comunque all’ottavo posto in zona punti, lasciando intravedere il talento. L’anno successivo, con la Red Bull, la musica non cambia. La monoposto è competitiva, ma Verstappen fatica a trovare il ritmo rispetto al compagno Daniel Ricciardo e chiude al sesto posto.
Il 2017 resta un punto di svolta negativo. Alla prima curva si consuma l’incidente con Sebastian Vettel e Kimi Raikkonen, che spazza via ogni speranza di risultato e provoca un trauma sportivo difficile da cancellare. Tra il 2018 e il 2019 arrivano i podi, secondo e terzo, ma senza mai la sensazione di poter realmente impensierire chi vince: prima Hamilton, poi lo stesso Vettel.
Dopo due anni di pausa forzata, nel 2022 Verstappen torna a Marina Bay da favorito assoluto. Ma una qualifica complicata e una gestione gara poco brillante lo relegano lontano dalla lotta per il successo chiudendo settimo. E poi il 2023, l’anno del dominio incontrastato della Red Bull, con record di vittorie e superiorità tecnica schiacciante. Proprio lì, dove sembrava impossibile vederlo in difficoltà, l’incantesimo si rompe e Carlos Sainz porta la Ferrari al trionfo, mentre Verstappen non va oltre il quinto posto. Nel 2024 cede invece alla velocità di Lando Norris chiudendo secondo.
A Singapore Verstappen non ha mai trovato la chiave giusta. Errori di strategia, condizioni climatiche estreme, incidenti o semplicemente avversari più forti hanno sempre impedito di aggiungere questa perla preziosa al suo straordinario palmares.
Perché un tabù
Le ragioni sono molteplici e non tutte legate al talento del pilota. Il tracciato non esalta i punti di forza di Red Bull. La RB19 e la RB20 hanno brillato su piste veloci e tecniche, ma Singapore chiede trazione, gestione gomme e stabilità in uscita di curva lenta.
Partire davanti è fondamentale. Nella maggior parte delle edizioni, 10 su 15 disputate, chi conquista la pole vince la gara. Verstappen invece ha spesso sofferto qualifiche complicate.
I numeri
Le statistiche parlano chiaro. Per Max Verstappen il bilancio è sorprendente: zero vittorie, a fronte delle 5 di Sebastian Vettel, delle 4 di Lewis Hamilton e delle 2 di Fernando Alonso. Un confronto che pesa, soprattutto per chi negli ultimi anni ha abituato il mondo a dominare ovunque.
In carriera, l’olandese è salito soltanto 2 volte sul podio a Marina Bay, un bottino decisamente ridotto rispetto al suo standard. E pensare che il GP si è corso già 15 volte, un arco di tempo in cui la Red Bull, la squadra con cui ha scritto pagine di storia recente, è riuscita a imporsi appena in 4 occasioni.
E poi ci sono i record che fanno riflettere. Il giro più veloce in gara appartiene a Ricciardo, che nel 2024 ha fermato il cronometro sull’1:34.486. Con una Red Bull, sì, ma non con Verstappen al volante.
Numeri e statistiche che, letti così, raccontano meglio di qualsiasi analisi quanto sia insolito e affascinante il rapporto tra un dominatore assoluto come Max e una pista che, per ora, continua a resistere al suo talento.
Il peso psicologico
Per un campione come Verstappen, abituato a vincere ovunque, il fatto di non essere riuscito ancora a trionfare a Singapore diventa inevitabilmente un tema psicologico. Non si tratta di paura o debolezza, ma di una questione di orgoglio sportivo.
Marina Bay è un simbolo della F1 moderna: tecnologia, spettacolo, resistenza. Vincere qui significa certificare il proprio dominio su ogni terreno. È per questo che Max torna a Singapore ogni anno con un obiettivo preciso: cancellare l’unica macchia di un curriculum già leggendario.
Red Bull e la sfida tecnica
La squadra austriaca conosce bene le difficoltà del tracciato. Negli ultimi anni ha lavorato molto per migliorare la gestione nelle curve lente, area storicamente più favorevole a Ferrari e Mercedes.
Il nuovo layout introdotto nel 2023 ha leggermente cambiato gli equilibri, aprendo a velocità più alte nel terzo settore. Questo potrebbe favorire Verstappen, che sa massimizzare l’efficienza aerodinamica della Red Bull. Tuttavia, il tema resta sempre lo stesso: qualificarsi bene e tenere il passo in una gara logorante.
L’attesa
Singapore è anche il circuito che spesso esalta i rivali. Ferrari, tradizionalmente forte, soprattutto in trazione, ha vinto nel 2023 con una gestione magistrale di Sainz. Lo stesso Hamilton ha scritto pagine storiche mentre McLaren potrebbe inserirsi nella lotta grazie alle caratteristiche del tracciato.
Ogni volta che Verstappen si presenta a Marina Bay, c’è un avversario pronto a metterlo sotto pressione. È quasi inevitabile pensare che prima o poi arriverà la vittoria anche qui. Ma fino a quel momento, ogni edizione diventa un appuntamento speciale. Il pubblico attende non solo la magia della gara notturna, ma anche la risposta a una domanda che cresce anno dopo anno: Max riuscirà a vincere? Forse è proprio questa l’essenza del fascino del tabù: il campione che sembra imbattibile trova in una città asiatica un avversario invisibile, fatto di umidità, muri e notti infinite.
Quando finalmente solleverà il trofeo sotto le luci di Singapore, quel giorno non sarà solo un’altra vittoria: sarà la chiusura di un cerchio, la conquista di un territorio che finora ha resistito anche al re della F1 moderna. Fino ad allora, il circuito di Marina Bay resterà il punto debole perfetto nella carriera di un fuoriclasse destinato a scrivere ancora molte pagine di storia.