Gp Monza, Ferrari celebra i 50 anni del Mondiale di Niki Lauda
- Postato il 4 settembre 2025
- Formula 1
- Di Virgilio.it
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Il 7 settembre 1975 è una data che non può non evocare emozioni forti per chiunque ami la F1 e la Ferrari. In quel giorno, a Monza, Niki Lauda conquistava la matematica certezza del suo primo titolo mondiale, riportando la Scuderia sul tetto del mondo dopo undici anni di digiuno. Cinquant’anni dopo, la memoria di quell’impresa torna a vivere, non soltanto nelle parole e nei ricordi, ma anche nei colori e nei simboli che accompagneranno la Ferrari in occasione del GP d’Italia 2025.
Il primo titolo
Quel giorno Niki Lauda arrivò terzo in gara, dietro al compagno di squadra Clay Regazzoni e a Emerson Fittipaldi. Non fu un trionfo personale in senso stretto, ma quel podio, con il pubblico in delirio che invase la pista, sancì la sua incoronazione. A 26 anni, l’austriaco aveva già scritto una pagina di storia, campione del mondo con la Ferrari, proprio nel circuito che più di ogni altro rappresentava già l’essenza delle corse.
Per la Scuderia si trattava di un ritorno alla gloria, l’ultimo titolo infatti risaliva al 1964 con John Surtees. La vittoria di Lauda e della Ferrari 312 T fu percepita come la rinascita di un mito. A Monza, il Cavallino rampante tornò a primeggiare, riportando a Maranello i titoli Piloti e Costruttori.
La Ferrari 312 T
Il successo del 1975 fu sicuramente merito del talento di Lauda, ma dalla sua aveva anche una vettura performante tra le mani. La Ferrari 312 T, progettata da Mauro Forghieri, rappresentava una piccola rivoluzione tecnica con cambio trasversale, una migliore distribuzione dei pesi, un telaio solido e una nuova potenza affidabile. Era una monoposto che incarnava il DNA Ferrari tra innovazione, passione e pragmatismo.
Lauda fu capace di sfruttarla al massimo, interpretando la macchina non come un mezzo da domare, ma come un’estensione naturale del suo stile di guida. Dopo un inizio difficile, dal GP di Monaco in avanti, l’austriaco impose un ritmo insostenibile per chiunque. In totale disputò 14 GP ottenendo 5 vittorie, 9 pole position e 7 podi.
Un legame indissolubile
Quel titolo a Monza nel 1975 non rimase un episodio isolato. Dodici mesi più tardi, sempre a Monza, Lauda tornò in pista appena sei settimane dopo il drammatico incidente al Nurburgring, che quasi gli costò la vita. Scese in macchina con le ferite ancora aperte e concluse quarto. Quel giorno, il pubblico di Monza lo accolse come un eroe, in uno dei gesti più iconici della storia dello sport. Per questo, ricordare Lauda nel prossimo GP significa omaggiare non solo un campione, ma un uomo che ha incarnato il coraggio e la disciplina.
Piero Ferrari, oggi vicepresidente della Scuderia, conserva nitido il ricordo di quel giorno del 1975: “Dopo il podio, Niki ed io ci abbracciammo, ricordo di aver desiderato che quel momento non finisse mai“. Non era solo una vittoria sportiva, era il coronamento di anni difficili, il riscatto di una squadra che aveva lottato per tornare al vertice.

L’uomo oltre il pilota
Parlare di Niki Lauda significa anche parlare dell’uomo. Uno che non si è mai nascosto dietro l’eroismo delle corse, che ha sempre usato la sua mente lucida per affrontare la vita. Dopo il ritiro, divenne imprenditore, dirigente e consulente fino alla scomparsa del 20 maggio 2019, senza mai smettere di dire le cose come stavano.
Il suo ricordo non è solo quello di un 3 volte campione del mondo, ma di una figura che ha saputo influenzare il motorsport ben oltre i risultati sportivi. In Ferrari rimase un simbolo di professionalità e di rigore, capace di alzare il livello della squadra e di lasciare un’impronta duratura.
Un anniversario che torna a vivere
Cinquant’anni dopo, la Ferrari ha scelto di celebrare quell’impresa. Nel GP d’Italia 2025, le SF-25 di Charles Leclerc e Lewis Hamilton sfoggeranno una livrea ispirata alla leggendaria 312 T. L’iniziativa è resa possibile grazie alla stessa tecnologia di wrapping sviluppata con il partner HP, già testata a Miami. Una pellicola in PVC consentirà di ricreare fedelmente i dettagli estetici della monoposto del 1975.
Il rosso sarà quello originale, accompagnato dalle celebri strisce bianche longitudinali sulla carrozzeria. I nomi dei piloti saranno scritti in corsivo e i numeri di gara compariranno su sfondi bianchi con caratteri neri. L’ala posteriore sarà in argento metallizzato, a ricordare l’alluminio che dominava la F1 prima dell’era della fibra di carbonio. Cofano e cerchi richiameranno il disegno originale degli anni Settanta.
Non mancherà il logo rettangolare della Ferrari che comparirà sulle divise del team. Piloti e meccanici indosseranno divise speciali disegnate da Puma, mentre Leclerc e Hamilton avranno tute, scarpe e caschi dedicati. Un ponte visivo e culturale tra due epoche, la Ferrari di ieri e quella di oggi, unite nel nome di Niki Lauda.
Il significato della celebrazione
La scelta non è solo estetica, ma profondamente simbolica. Riportare in vita i tratti della 312 T significa riaffermare una continuità, ricordare al mondo intero che Ferrari non è solo un marchio o un team di professionisti, ma un patrimonio di emozioni e di storia.
Nel 1975 Lauda diede il via a un ciclo vincente, segnando un punto di svolta per la F1 moderna. Oggi, nel 2025, la Scuderia si trova di nuovo a inseguire un futuro fatto di successi, ma con la consapevolezza che il suo passato è una bussola. Monza sarà un rito collettivo, un abbraccio tra passato e presente, un atto di memoria che diventa stimolo per il futuro.
Memorie di ieri
Dal 1975, l’eco di Monza continua a vibrare. L’immagine di Lauda sul podio, il boato della folla, le bandiere rosse che si agitano al vento sono memorie che hanno plasmato l’identità non solo della Ferrari, ma dell’intera F1.
Il GP d’Italia del 2025 sarà quindi molto più di una gara, una celebrazione dei cinquant’anni da quella vittoria, un ponte ideale tra passato e presente. Monza diventerà un palcoscenico della memoria, un luogo in cui il mito di Lauda tornerà a correre accanto alle monoposto moderne.
Lauda ci ha insegnato che le vittorie non sono mai un punto d’arrivo, ma tappe di un cammino. Ogni traguardo apre nuove sfide, ogni titolo prepara a nuove battaglie. A Monza, cinquant’anni dopo, quel cammino continua. Le monoposto cambiano, la tecnologia evolve, ma lo spirito resta lo stesso, quello di chi, come Lauda, ha dimostrato che il coraggio e la tenacia possono trasformare un uomo in leggenda e una gara in eternità.