Governo oggi in Aula su Almasri. Ma per opposizioni accusano la premier 

  • Postato il 5 febbraio 2025
  • Di Agi.it
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Governo oggi in Aula su Almasri. Ma per opposizioni accusano la premier 

AGI - Alla fine il governo riferirà in Parlamento. Dopo una settimana di tensioni, accuse e controaccuse tra opposizioni e maggioranza, l'annuncio via social dell'informazione di garanzia ricevuto e l'annullamento della iniziale informativa, l'esecutivo oggi sarà in Aula, prima alla Camera (alle 12.15) e poi al Senato (alle 15.30), per chiarire la vicenda dell'arresto e della successiva liberazione del comandante libico Almasri, sul quale grava una richiesta internazionale di arresto per crimini di guerra emessa dalla Corte penale dell'Aja.

Saranno i ministri dell'Interno e della Giustizia, Matteo Piantedosi e Carlo Nordio (gli stessi indicati una settimana fa) a ricostruire i fatti e spiegare i motivi che hanno determinato la decisione di rimpatriare il libico a bordo in un volo di Stato. Eppure, alla vigilia delle informative, la polemica non si placa: le opposizioni tornano ad accusare la premier Giorgia Meloni di fuggire e non dire la verità. E ad aggravare un clima già teso ci si mette anche la mancata autorizzazione a trasmettere in diretta televisiva sulla Rai l'informativa che i due ministri renderanno alla Camera. A causa del niet di un gruppo di maggioranza (c'è chi attribuisce la responsabilità del 'no' a FI, chi a FdI).

Fatto sta che le forze di minoranza insorgono. Poco dopo, al Senato, l'autorizzazione alla diretta tv viene concessa ("sarà la diretta tv meno vista della storia", ironizza Maurizio Gasparri) e così tutti i capigruppo delle opposizioni a Montecitorio scrivono al presidente Fontana per 'sanare' quella che definiscono un'ingiustizia. "Riteniamo che non ci siano motivazioni plausibili perché siano previste modalità differenti di dibattito parlamentare tra le due Camere, soprattutto con riferimento ad una vicenda tanto grave e rilevante per il Paese", affermano nella missiva. Toccherà a Fontana dirimere la questione, ma il presidente non puo' decidere d'arbitrio: per regolamento, infatti, serve l'unanimità in conferenza dei capigruppo per la diretta tv. Unanimità che non è stata raggiunta. Dunque, ora si potrebbe mettere in atto una sorta di moral suasion per convincere a cambiare posizione chi, nella maggioranza, si era detto precedentemente contrario.

Al di là dei tecnicismi da regolamento e dei motivi che hanno indotto il 'no' alla ripresa tv alla Camera, resta il muro delle opposizioni, che tornano a puntare il dito contro la presidente del Consiglio: "Meloni scappa e si nasconde dietro i suoi ministri", tuona il capogruppo M5s Riccardo Ricciardi. "Meloni continua a scappare dal Parlamento", rincara la presidente dei deputati Pd Chiara Braga. Incalza il capogruppo Iv Davide Faraone: "Quello che non si spiega è perché i due ministri possano venire, mentre la presidente del Consiglio no, e soprattutto perché la scorsa settimana non potevano riferire in Parlamento mentre questa settimana si'". Il governo al posto di Meloni "manda Nordio e Piantedosi, ha fatto il minimo, ma noi abbiamo dovuto combattere una settimana per averli", spiega la capogruppo Avs Luana Zanella.

E il segretario di Più Europa Riccardo Magi chiosa: "La presidente Meloni si sottrae e la maggioranza si oppone a trasmettere in diretta televisiva l'informativa del governo. Ma di cosa hanno paura?". Per Matteo Renzi, infine, "ci stanno prendendo in giro, Meloni pensa di poter raccontare sempre balle a tutti". La verità, per il leader Iv, è che "Meloni si è presa paura e ha rimpatriato Almasri. È coraggiosa solo quando deve fare le dirette su Instagram".

Tranchant Giuseppe Conte: "è la Presidente del Consiglio che deve venire in Aula. Lei deve venire da donna, da madre, da cristiana a spiegare perché ha messo su un volo di Stato con tutti gli onori e rimpatriato un criminale accusato addirittura di stupri su bambini. Questo governo è una vergogna nazionale e internazionale". Accuse che vengono fermamente respinte dal governo. Per prima cosa, mette in chiaro il ministro Ciriani, "il governo non scappa, non scappa dal Parlamento", ma "serviva solo una piccola sospensione temporale dovuta alla necessità di approfondire quanto era successo, un fatto clamoroso", ovvero l'informazione di garanzia. "Non c'era nessuna volontà dilatoria di rimandare all'infinito, ma la volontà di rispondere al Parlamento". In secondo luogo, Ciriani spiega che Nordio e Piantedosi sono piu' che sufficienti a riferire in Aula, nessuna fuga della premier. "Meloni ha ritenuto che i due ministri fossero assolutamente adeguati", scandisce il titolare dei rapporti con il Parlamento. "Ci saranno due ministri molto importanti, credo siano in grado di fornire le risposte adeguate e informate a tutto quello che le forze di opposizione hanno chiesto. I due ministri sono in grado di garantire la massima informazione", assicura.

A fine giornata, si sblocca l'impasse sulla diretta televisiva: dopo la lettera delle opposizioni al presidente di Montecitorio per chiedere che anche alla Camera venga concessa la diretta tv, come stabilito al Senato, il presidente Fontana ha svolto una interlocuzione con i gruppi che ha portato al via libera alla ripresa televisiva sulla Rai dell'informativa di Nordio e Piantedosi, a partire dalla 12.15. 

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Autore
Agi.it

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