Quella che sta per iniziare potrebbe essere per l'India la terza estate di fila caratterizzata da temperature estreme e ondate di calore devastanti. Tuttavia, se ci si concentra sulle temperature medie annuali, si vede che quelle del subcontinente indiano sono salite di meno di 0,7 °C dal 1901: praticamente della metà rispetto alla media globale. L'anomalia è stata confermata in una recente conferenza sui cambiamenti climatici organizzata dal Ministero dell'Ambiente dell'India e dall'Università di Harvard.. Un'eccezione che salta all'occhio. In una slide che mostrava su un planisfero l'aumento senza precedenti storici delle temperature medie del 2024, e nel quale molti Paesi apparivano colorati di rosso con incrementi di 1-2 °C rispetto alla media storica, l'India si distingueva per il suo pallore, anche rispetto ad altri Paesi tropicali: è noto che nei Tropici, il riscaldamento globale avanza meno rapidamente che ai poli, ma il caso dell'India rimane anomalo anche al netto di questo. Come lo si spiega? Un articolo divulgativo su Science avanza tre possibili ipotesi, comunque non conclusive.. specchio riflesso. La prima è che l'effetto del global warming sull'India sia apparentemente rallentato dalle elevatissime concentrazioni di inquinanti atmosferici, che sulla Piana indogangetica (India, Pakistan, Bangladesh) raggiungono livelli tristemente famosi. Il 18 novembre 2024 a Nuova Delhi la concentrazione di inquinanti atmosferici era 18 volte più elevata di quella di Milano, tale da produrre una foschia che si insinuava persino nei terminal degli aeroporti, con i livelli di PM2.5, il particolato ultrafine, 67 volte superiori ai valori limite imposti dall'OMS.. Inquinamento che maschera. Sempre più studi dimostrano che il particolato atmosferico ha parzialmente mascherato, nel 20esimo secolo, il riscaldamento globale, sia perché alcune polveri rispediscono al mittente le radiazioni solari in entrata, sia perché il particolato incoraggia la formazione di nubi dall'effetto riflettente. Disinquinare si deve, perché l'aria inquinata uccide (in India, più di un milione di persone all'anno), ma togliere particolato ha l'effetto di far "cadere la maschera" sulla reale portata del global warming. Il fatto che i cieli sul subcontinente siano ancora saturi di inquinanti ha spinto alcuni a spiegare così il lento riscaldamento dell'India. Altri scienziati però sono più cauti su questa ipotesi.. Spiegazione insufficiente. Gli aerosol che inquinano i cieli dell'India sono infatti per buona parte costituiti da particelle di fuliggine o particolato carbonioso, una polvere scura che assorbe le radiazioni anziché respingerle. Inoltre, nel periodo di peggiore inquinamento, nei mesi invernali, l'effetto del global warming sull'India sembra anche più marcato. Dunque gli aerosol non spiegano questo andamento stagionale.. Monsoni impazziti. Dietro all'anomalia indiana potrebbe anche esserci un cambiamento dei venti monsonici innescato dal rapido riscaldamento del Medio Oriente. Su Pakistan e India nordoccidentale, questo fenomeno a già causato l'aumento di piogge estreme e inondazioni.. Merito dell'acqua? La terza possibile spiegazione ha a che fare con le attività agricole. Nell'ultimo secolo l'India ha attraversato una decisa espansione dell'irrigazione, specialmente nella parte settentrionale dei suoi territori. Studi scientifici dimostrano che un massiccio aumento dell'acqua vaporizzata o traspirata dalle foglie aiuta ad abbassare le temperature in superficie. Anche quest'ultima idea non è però condivisa da tutti, specialmente perché in estate, quando l'irrigazione è al minimo per la scarsità idrica, il deficit di riscaldamento pare più pronunciato.. Più elementi favorevoli. La spiegazione più convincente coinvolge probabilmente un insieme di tanti fattori. Inquinamento e irrigazione potrebbero esercitare un'influenza sul clima a livello regionale, ma a contare sono anche la posizione geografica dell'India nella fascia umida dei Tropici, nonché la variabilità degli effetti climatici..