Gli Usa minacciano lo stop all’invio di armi e Israele obbedisce: entrati a Gaza 145 camion di aiuti umanitari dopo 2 settimane

  • Postato il 16 ottobre 2024
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Le minacce americane sono servite a qualcosa. Tre giorni dopo l’invio della lettera da parte dell’amministrazione Usa nella quale si chiedeva lo sblocco degli aiuti umanitari a Gaza se non si voleva correre il rischio dello stop all’invio di armi da parte di Washington, nel Nord della Striscia sono giunti i primi aiuti da due settimane.

Secondo quanto riportato da Cogat, l’organismo israeliano che supervisiona i territori palestinesi e si coordina con i gruppi umanitari, 145 camion hanno superato i valichi di Kerem Shalom ed Erez con l’enclave palestinese portando alle popolazioni colpite dalla furia dell’esercito dello Stato ebraico cibo, prodotti per l’igiene, latte in polvere per neonati e attrezzature per rifugi.

Nella Striscia non sono arrivati solo beni di prima necessità diretti alla popolazione civile. L’inverno si sta avvicinando, le temperature calano e le poche strutture di accoglienza ancora in piedi, così come gli ospedali, hanno bisogno di elettricità per poter funzionare. Così nove autocisterne di carburante e sei autocisterne di gas da cucina destinate al funzionamento delle infrastrutture essenziali sono state trasferite a Gaza insieme a tutti gli altri aiuti umanitari. “Un convoglio di 28 camion – ha scritto il Cogat su X – è entrato a Gaza attraverso il Gate 96. Il coordinamento della rotazione del personale umanitario è stato completato con successo. Dodici panetterie sono operative a Gaza, quattro nella parte settentrionale e otto nella parte meridionale”.

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