“Gli Usa condivideranno con Kiev informazioni sugli obiettivi strategici di Mosca”: la rivelazione del Wall Street Journal
- Postato il 3 ottobre 2025
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- Di Il Fatto Quotidiano
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Gli Stati Uniti forniranno all’Ucraina informazioni sensibili e di intelligence per colpire “deep inside Russia”, in profondità nel territorio russo. A rivelarlo il Wall Street Journal, in contatto con funzionari americani che hanno confermato la notizia rimanendo anonimi. Il processo operativo non è stato ancora avviato e rimane indefinito: secondo il giornale, i funzionari della Casa Bianca “sono in attesa di istruzioni” per iniziare a condividere informazioni sugli obiettivi strategici di Mosca con l’esercito di Zelensky. Non era prevista, ma la decisione americana che punta a piegare la volontà del Cremlino per costringerlo a negoziare è arrivata: a prenderla è stata il presidente Trump.
L’obiettivo è portare la guerra oltre il fronte russo per dissanguare le casse del Cremlino, colpendo e bucando le infrastrutture che ne sostengono il bilancio: oleodotti, raffinerie, depositi di petrolio, centrali elettriche della Federazione, che rimarrebbe privata di una fondamentale fonte economica primaria. Il quotidiano nota che “l’ampliamento della condivisione di informazioni di intelligence con Kiev è l’ultimo segnale che Trump sta rafforzando il sostegno all’Ucraina, mentre i suoi sforzi per far avanzare i colloqui di pace si sono arenati”. La scelta della condivisione dei dati arriva mentre si valuta anche l’invio di potenti armamenti all’Ucraina. Gli Storm Shadow in dotazione all’esercito gialloblu hanno una gittata di 250 chilometri, ma Zelensky richiede da tempo a Washington i missili da crociera Tomahawk, che hanno una gittata di 2400 chilometri; finora la squadra Trump ha dato luce verde solo all’invio di munizioni d’attacco a raggio esteso (Extended Range Attack Munitions) – armamenti capaci di percorrere dai 240 e 450 chilometri di distanza.
Dati d’intelligence, incrociati ad armamenti così potenti, potrebbero infliggere danni superiori a tutti quelli provocati in precedenza e gli ucraini, finora, dall’agosto scorso, sono già riusciti a colpire 16 delle 38 raffinerie della Federazione. Washington sferra così un doppio attacco all’energia russa: da un lato minaccia sanzioni contro chi continua ad acquistare le sue forniture energetiche, dall’altro tenta di colpire le raffinerie sul territorio russo. Notano gli analisti che non si tratta di un potenziamento, ma di una radicale trasformazione della strategia d’attacco degli ucraini – al fine di ridisegnare il futuro del conflitto (creando al contempo il rischio dell’acutizzarsi dello stesso).
“La domanda rimane: chi può lanciare questi missili, anche se finiscono sul territorio del regime di Kiev? Solo gli ucraini possono lanciarli, o lo faranno i militari americani? Chi assegna il bersaglio a questi missili? Questo richiede un’analisi molto approfondita”: Mosca ha replicato con un piccato e pericoloso interrogativo, per bocca del suo portavoce Dmitry Peskov. Il Financial Times, che pure scrive del “cambiamento radicale di atteggiamento all’interno della cerchia ristretta di Trump” nei confronti di Kiev, – citando una sua fonte – scrive che il presidente Usa rimane comunque “contrario all’utilizzo dei fondi dei contribuenti statunitensi per aiutare l’Ucraina”: vuole che siano gli alleati Nato a comprare armamenti dagli Stati Uniti per poi spedirli all’esercito di Zelensky.
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