Gli Usa annunciano l’invio di aiuti a Gaza: “Israele non sarà coinvolto nella distribuzione”
- Postato il 9 maggio 2025
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- Di Il Fatto Quotidiano
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“Faremo arrivare cibo a Gaza”, aveva promesso Donald Trump nel giorno dell’annuncio di “un’invasione massiccia” della Striscia da parte di Benjamin Netanyahu. Nella serata del 9 maggio gli Stati Uniti hanno annunciato che Israele non parteciperà al piano di distribuzione di aiuti alimentari agli abitanti dell’enclave palestinese, dove il cibo scarseggia da quando Tel Aviv ha deciso di bloccare tutte le consegne più di due mesi fa. Un primo passo per interrompere la totale dipendenza della Striscia dalle decisioni dello Stato ebraico sugli approvvigionamenti. “Gli israeliani saranno coinvolti nel garantire la necessaria sicurezza militare, perché questa è una zona di guerra, ma non saranno coinvolti nella distribuzione del cibo o nel suo trasporto a Gaza”, ha affermato l’ambasciatore degli Stati Uniti in Israele, Mike Huckabee, in conferenza stampa.
In questo modo verrà limitato l’uso di un’arma illegale per il diritto internazionale il cui uso, però, viene spesso invocato da frange del governo Netanyahu: la limitazione delle forniture di cibo, acqua e beni essenziali alla popolazione martoriata da un anno e mezzo di guerra. La sicurezza nei punti di distribuzione sarà garantita “da appaltatori privati”, ha poi aggiunto il diplomatico statunitense, mentre l’esercito israeliano fornirà la sicurezza “a distanza” per proteggerli dai combattimenti in corso. Israele non ha commentato gli annunci, ma è sicuro che la decisione americana ha provocato forti malumori all’interno di alcune anime dell’esecutivo, a partire dai ministri per la Sicurezza Nazionale e delle Finanze, Itamar ben Gvir e Bezalel Smotrich, che si sono opposti già in passato all’invio di forniture alla popolazione. Sostenendo che non vi è alcuna crisi umanitaria a Gaza, Israele afferma che il blocco, imposto il 2 marzo, mira a costringere Hamas a rilasciare gli ostaggi ancora trattenuti lì dall’attacco del movimento islamista palestinese del 7 ottobre 2023. Una pratica illegale secondo il diritto internazionale, ormai più volte ignorato dallo stato ebraico. Per settimane, funzionari delle Nazioni Unite e delle ong hanno lanciato l’allarme per la carenza di cibo, medicine e carburante nel territorio palestinese, dove gli aiuti sono vitali per i 2,4 milioni di persone rimaste nella Striscia dopo oltre 19 mesi di guerra.
L’America, però, non vuole rimanere da sola in questa iniziativa, così Huckabee ha invitato l’Onu, “ogni ong” e “ogni governo” a partecipare all’iniziativa: “Noi invitiamo chi ha espresso preoccupazione a unirsi al processo”, ha detto esprimendo la speranza che la distribuzione possa iniziare “molto presto”. L’Italia, stando alle parole del vicepremier e ministro degli Esteri, Antonio Tajani, sembra propensa ad assecondare la richiesta Usa. Il vicepremier e ministro degli Esteri, Anonio Tajani, ha avuto un colloquio con il primo ministro e ministro degli Esteri palestinese al quale ha “confermato che l’Italia chiede a Israele di consentire l’ingresso e la consegna di cibo e aiuti umanitari alla popolazione civile di Gaza”. Sottolineando che “è cruciale riattivare Food For Gaza”, Tajani su ‘X’ ha spiegato che “oggi abbiamo approvato in Consiglio dei ministri altri 2,5 milioni per l’aiuto alla popolazione civile nella Striscia e stiamo rafforzando il nostro impegno anche con borse di studio per gli studenti palestinesi e assistenza sanitaria in Italia”.
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