Gli Stati Uniti non sono più il nemico numero uno per la Russia
- Postato il 15 marzo 2025
- Di Agi.it
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Gli Stati Uniti non sono più il nemico numero uno per la Russia
AGI - Dopo il disastroso incontro tra il presidente ucraino Volodymyr Zelensky e quello americano Donald Trump alla Casa Bianca, lo scorso 28 febbraio, sui social media in Russia è iniziato a circolare con insistenza un fotomontaggio che fino a pochi mesi fa sarebbe stato impensabile. Si vede uno dei monumenti più rappresentativi dell'Urss, 'L'operaio e la kolchoziana', in cui però l'iconica contadina del kolchoz con falce in mano è rimpiazzata da quello che era il simbolo per eccellenza del nemico: la Statua della Libertà.
In poche settimane, la narrazione della propaganda ufficiale russa sugli Stati Uniti è radicalmente cambiata. Se prima erano il nemico che voleva distruggere la Federazione usando come rampa di lancio l'Ucraina e l'Europa e con cui, per questo, Mosca ha intrapreso una "guerra santa", oggi gli Usa con Trump sono, se non un alleato, quantomeno uno dei Paesi con cui si condividono un certo numero di valori.
Quando Putin ha commentato pubblicamente la proposta di tregua temporanea in Ucraina, ha ringraziato il presidente americano paragonando i suoi sforzi per la pace a quanto stanno facendo altri leader mondiali come il cinese Xi Jinping e l'indiano Narendra Modi. Il ruolo del nemico che cerca di contenere la Russia e' passato al Regno Unito, hanno detto alla Reuters tre funzionari russi, di cui uno ha osservato con stizza che Londra sta "fomentando il caos e la guerra" in Ucraina.
Le autorità russe, scrive il Moscow Times, sembrano irritate dagli sforzi del primo ministro britannico, Keir Starmer, per garantire il sostegno europeo all'Ucraina, in un momento in cui la nuova amministrazione americana manifesta riluttanza. Starmer ha messo in piedi una 'coalizione di volenterosi' di Paesi disposti ad allearsi per continuare a fornire aiuti militari a Kiev e proteggerla da ulteriori aggressioni russe in caso di un accordo di pace, anche tramite l'invio di truppe. Un'ipotesi contro cui si è scagliato con forza il Cremlino, avvertendo che in questo modo si aprirebbe un "confronto diretto" con Mosca.
Starmer e il suo consigliere per la sicurezza nazionale Jonathan Powell hanno compiuto grandi sforzi anche per riconciliare Kiev con Washington e per negoziare un cessate il fuoco di 30 giorni con l'obiettivo di mettere Mosca all'angolo. Il ministro degli Esteri, Serghei Lavrov, ha attaccato Starmer sostenendo che vuole l'escalation. Per l'intelligence russa all'estero (Svr), Londra ritiene una minaccia ai propri interessi il modo in cui procede il dialogo tra Stati Uniti e Russia. Lunedì, poi, i servizi segreti (Fsb) hanno accusato di spionaggio ed espulso due cittadini britannici di stanza all'ambasciata a Mosca. "È chiaro che la Russia sta cercando di spingere l'ambasciata britannica verso la chiusura", ha affermato il Foreign Office in una nota.
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