Gli smalti che abbiamo a casa sono pericolosi? Tra le sostanze da evitare c’è il “trio tossico”: i consigli dell’esperto

Dall’1 settembre le regole per farsi una manicure sono cambiate: lo sanno bene i centri estetici, che hanno lamentato difficoltà a riorganizzarsi, ma soprattutto i clienti, spesso più confusi di prima su cosa è sicuro e cosa no. Dall’inizio del mese infatti è entrato in vigore il divieto europeo sull’uso di due sostanze chimiche considerate nocive – il Trimethylbenzoyl Diphenylphosphine Oxide (TPO) e il Dimethyltolylamine (DMTA). Quanto sono pericolose? Ma soprattutto: a cosa stare attenti? Cosa controllare in casa e in salone? I consigli della dermatologa per tutelare le unghie e la salute.

Cosa sono DMTA e TPO

Facciamo una premessa: la questione non riguarda i classici smalti che si fanno asciugare all’aria, quelli che si acquistano al supermercato o in profumeria. Entrambe le sostanze messe al bando sono presenti negli smalti semipermanenti e in gel, che di solito vengono utilizzati in salone e non a casa (salvo alcune eccezioni). Il DMTA, Dimethyltolylamine, è un condizionante che permette alle lacche di aderire meglio, mentre il TPO (ossido di trimetilbenzoil difenilfosfina) serve a far indurire le sostanze dello smalto semipermanente, solidificandole nella patina colorata. Quindi, di fatto, è presente solo durante l’applicazione, poi si stabilizza dopo l’esposizione alla lampada a raggi ultravioletti. La decisione rientra nell’aggiornamento dell’allegato CLP, un regolamento che impone alle aziende di classificare, etichettare e imballare le proprie sostanze chimiche prima di immetterle sul mercato, secondo norme giuridicamente vincolanti. Nuovi studi hanno legato le due sostanze a rischi per la salute e per la fertilità: la messa al bando dell’Unione Europea segue il principio di massima precauzione per tutelare la salute dei consumatori e soprattutto di chi lavora nei centri estetici, i più esposti alle sostanze. Anche se può sembrare sproporzionato, i regolamenti europei sono tra i più stringenti al mondo per quanto riguarda la tutela dei cittadini, e continuano a monitorare le sostanze con cui entriamo in contatto nella vita quotidiana.

Da quanto tempo si sa del divieto?

Per capire l’iter di questo divieto bisogna tornare al 2012, quando il TPO era stato classificato come “CMR 2” cioè come una sostanza di cui si sospettano effetti cancerogeni, mutageni e tossici per la riproduzione, ma ancora in corso di studio. Per queste sostanze si valuta caso per caso, e il TPO era stato vietato nei cosmetici. In seguito a una richiesta di revisione (partita proprio dalle aziende) nel 2014 il comitato scientifico stabilì che si poteva usare sì negli smalti, ma in concentrazioni inferiori al 5%. Il TPO era inoltre autorizzato solo nei centri estetici e non a casa, maneggiato solo da personale formato.

In seguito a nuovi test, il TPO è stato riclassificato come CMR 1B, cioè potenzialmente tossico e, di conseguenza, è stato vietato l’uso negli smalti. Nessun cosmetico, infatti, può contenere sostanze CMR 1A e CMR 1B. La Commissione Europea nel 2024 ha fissato l’entrata in vigore del divieto al 1 settembre 2025, concedendo quindi un certo lasso di tempo per gestire le scorte. Da quella data non è più possibile né produrre né vendere, né utilizzare prodotti cosmetici che contengano TPO.

Molti centri estetici si sono comunque trovati in difficoltà: scorte accumulate che non possono più essere vendute e pochissime alternative da proporre ai clienti. I saloni puntano il dito direttamente contro le aziende, che fino all’ultimo non hanno informato chiaramente dei cambi in corso e che anzi hanno continuato a proporre stock di smalti, magari scontati.

La dermatologa: “La salute delle unghie passa anche dai prodotti che usiamo”

La confusione generale che si è creata rischia di andare a detrimento di operatori e clienti. Questi ultimi hanno il diritto e il dovere di verificare se il proprio centro estetico rispetta gli standard imposti per legge. “La salute delle nostre unghie passa anche dalla sicurezza dei prodotti che usiamo” dice la dottoressa Ines Mordente, specialista in Dermatologia e Venereologia, al fattoquotidiano.it. “Per tutelarci come clienti dobbiamo essere consapevoli di cosa evitare. Tra le sostanze più pericolose c’è il cosiddetto “trio tossico”: la formaldeide, ammessa solo in minime dosi per gli indurenti, il Dibutil-ftalato (DBP), che è vietato, e il toluene, che può essere presente solo in percentuali non superiori al 25%. Altri ingredienti regolamentati o già vietati includono il piombo, il triclosan e l’idrochinone”.

Il consiglio della dermatologa è di controllare sempre l’INCI (l’elenco degli ingredienti) sull’etichetta del prodotto: “Chiedi alla tua estetista se utilizza prodotti TPO-free e DMTA-free e non usare mai vecchi smalti che contengono sostanze vietate. In caso di dubbi, informati sul corretto smaltimento” e aggiunge: “Scegliere formulazioni aggiornate e certificate ti permette di proteggere non solo l’estetica, ma anche la tua salute a lungo termine”.

Come capire se gli smalti che abbiamo a casa sono pericolosi

Come abbiamo già detto, le sostanze in questione non si trovano negli smalti “tradizionali” da profumeria o supermercato. Resta però la questione dei kit da manicure semipermanente fai-da-te. Negli ultimi anni, complice anche il lockdown e l’esplosione del mercato della bellezza “in casa” hanno iniziato a circolare sui siti di shopping online kit per ricreare la manicure che si fa in salone. Non tutte le alternative sono sicure e affidabili: alcuni kit, comprensivi di smalti semipermanenti e lampade UV, hanno una provenienza dubbia e difficile da verificare. Chi li ha in casa può cercare se, tra gli ingredienti degli smalti, sono presenti Diphenyl(2,4,6-trimethylbenzoyl) Phosphine oxide e Dimethyltolylamine, Trimethylbenzoyl diphenylphosphine oxide (comunque vietato per uso domestico dal 2014). Il TPO-L, invece è legale e consentito: è l’alternativa più sicura al classico TPO.

L'articolo Gli smalti che abbiamo a casa sono pericolosi? Tra le sostanze da evitare c’è il “trio tossico”: i consigli dell’esperto proviene da Il Fatto Quotidiano.

Autore
Il Fatto Quotidiano

Potrebbero anche piacerti