Gli operai di Jabil bloccano lo stabilimento: “No all’incontro al Mimit con Tme, non è un acquirente credibile”
- Postato il 15 aprile 2025
- Lavoro
- Di Il Fatto Quotidiano
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Nessuna trattativa con Tme perché non è ritenuto un acquirente “credibile”. È il grido degli operai dello stabilimento di Marcianise della Jabil, la multinazionale statunitense che ha deciso di disfarsi della fabbrica dove lavorano 408 persone. Per questo, alla vigilia dell’incontro convocato al ministero delle Imprese e del Made in Italy, i lavoratori hanno bloccato lo stabilimento. “Una protesta spontanea, decisa, legittima”, sottolinea il sindacato Usb che “condivide e sostiene pienamente la mobilitazione”.
Ad avviso dell’Unione sindacale di base “non esiste alcuna trattativa credibile con un soggetto che, finora, ha dato prova di essere completamente inaffidabile sul piano delle garanzie industriali e occupazionali”. Di conseguenza “il rischio è evidente: si tenta di costruire un’operazione di facciata, che salvi la forma e scarichi il peso della crisi ancora una volta sui lavoratori”. La multinazionale ha deciso di cedere lo stabilimento alla Tme Assembly Engineering, una newco che ha come socio di maggioranza la Tme di Portico di Caserta e vede la partecipazione al 45% di Invitalia.
La soluzione era già stata bocciata dai dipendenti, ma Jabil è andata avanti dopo aver aperto la procedura di licenziamento collettivo. “Ogni percorso di reindustrializzazione deve essere trasparente, vincolato a impegni occupazionali chiari e condiviso dai lavoratori, non imposto dall’alto con accordi preconfezionati e non rappresentativi”, denuncia l’Usb. “Abbiamo ribadito più volte che serve un altro soggetto, più credibile. Serve il tempo di trovarlo. Al ministero non ci sarà alcuna delega in bianco – avvisa il sindacato – Ci sarà invece una presenza forte e determinata di chi lotta per difendere il proprio posto di lavoro e la propria dignità”.
L’Usb ritiene Tme “inaffidabile sotto ogni profilo – industriale, finanziario e occupazionale – e mai riconosciuto come interlocutore legittimo” e ha formalmente chiesto al ministero di escluderla dal confronto in programma mercoledì: “La scelta di coinvolgere Tme ha di fatto fatto saltare il tavolo, generando tensione e sfiducia tra i lavoratori. Solo un’immediata rettifica può riportare la discussione su un binario serio e credibile”.
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