Gli hotel ibridi. Un nuovo trend dell’ospitalità che sta funzionando
- Postato il 9 luglio 2025
- Turismo
- Di Artribune
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Non sono alberghi, non sono relais, non sono bed & breakfast, non sono ostelli veri e propri. Si possono definire “hotel ibridi”, se proprio vogliamo dare una definizione, quelli in cui uno studente può condividere un aperitivo con un designer, un nomade digitale può progettare una start-up, un turista trovare una suite diversa dal solito, una famiglia vivere un’esperienza lontana dal tutto incluso, un abitante del posto entrare liberamente per lavorare, studiare, bere un caffè, chiacchierare. Quasi un “ecosistema” sociale che tiene unite persone di generazioni, professioni, stili di vita e provenienza diverse, unite dalla voglia di stare in un hotel “ibrido” (che ha anche il pregio di non avere prezzi stellari). È questa la chiave del loro successo.
Il caso The Social Hub
Lo sa bene Charlie MacGregor, fondatore di The Social Hub, che ha aperto la prima struttura nel 2012, e che oggi ne vanta 21 attive, con alloggi, ristoranti, bar, palestra, negozi, spazi per riunioni ed eventi, coworking di alto profilo, rimanendo fedele al suo motto iniziale: “Insieme possiamo contribuire a creare una società migliore”. Perché l’idea è quella di costruire una comunità, far nascere relazioni e nuove idee. Gli indirizzi sono prevalentemente quelli di città europee, da Vienna a Berlino, da Amsterdam a Porto, da Madrid a Parigi. In Italia The Social Hub ha quattro strutture, tra cui le nuove di Firenze Belfiore e Roma San Lorenzo, che hanno anche il plus di avere ampie aree verdi in cui chiunque può venire a trascorrere del tempo (tra poco aprirà anche Torino).

Hotel ibridi: una casa lontano da casa
Fioccano nuove aperture, a Nizza, Dubai, Singapore, Medellin, Casablanca, Zurigo (e nel 2026 anche sul Lago di Como) anche per Mama Shelter, un’altra “collezione” di hotel ibridi nata da un’idea di Serge Trigano, che ha unito le forze con i suoi figli per dare vita all’idea di creare una tipologia di hotel anticonformisti. Proprio come una madre che si prende cura dei suoi figli, Mama si prende cura dei suoi viaggiatori e di chiunque desideri entrare, perché le porte sono aperte a tutti, dalla mattina alla sera. Un invito a scoprire gli spazi, i servizi, il design, oggi curato da Benjamin El Doghaïli, del Mama Design Studio: soffitti decorati con graffiti dell’artista francese Beniloys, moquette grafiche, ornamenti che riempiono le librerie, maschere di cartone usate come paralumi che ricordano agli ospiti di non prendere le cose troppo sul serio. A seconda del “Mama” poi sono disponibili servizi aggiuntivi, come il CineMama a Tolosa e a Dubai, con proiezioni di film all’aperto, le sale karaoke a Londra, la Bakery presso il Mama Lussemburgo. In tutti, non mancano mai nel weekend band dal vivo, dj set, appuntamenti culturali. Sono servizi che idealmente potrebbero rientrare nel concetto di ospitalità di lusso, ma che in questo caso sono alla portata di tutti. Inclusa anche l’arte. Come succede ai Bunk di Amsterdam e Utrecht, nati da un’idea di Robin Hagedoorn per colmare il divario tra hotel e ostelli. Qui il soggiorno si può condividere con gli artisti che collaborano con loro per serate di poesia, cabaret, musica dal vivo, mostre che fanno parte del ricco calendario culturale. Senza contare che le due strutture “nate per creare meraviglia”, come sostiene il suo fondatore, sono ricavate all’interno di chiese monumentali, che hanno conservato gli elementi originali: quella di Santa Rita che risale agli anni Venti (bombardata nel 1943), in cui l’interior design è stato curato da Rob Salemans (Raumkultur), e quella ottocentesca di Utrecht, con l’intervento dello Studio OIII, che si affaccia proprio sul canale e custodisce un antico organo Quellhorst perfettamente funzionante.

Anda Venice Hostel, molto più che un semplice ostello
Durante il periodo della Biennale Architettura di Venezia si possono incontrare designer e architetti in visita, ma anche al lavoro, negli spazi di Anda Venice Hostel che è stato premiato con 4 HOSCAR Awards 2025, gli annuali riconoscimenti di Hostelworld, confermandosi come uno degli ostelli di punta in Europa. Si trova a un minuto dalla stazione di Venezia Mestre ed è la base ideale per esplorare Venezia e le sue isole. L’architetto che ha accompagnato Alessandro Martello, Chief Operation Manager, nella creazione di Anda è Silvio Stefani, che ha saputo mescolare uno stile industriale europeo con dettagli tipici del territorio veneto e veneziano. Le decorazioni della facciata esterna e di parte della scalinata interna sono state fatte dagli street artist Peeta e Joys che hanno reso la struttura una meta anche per gli appassionati di street art. Ospita mostre fotografiche, di illustrazioni, artistiche in generale. In questo periodo si può vedere quella di disegni di bambini di Gaza, raccolti dall’artista palestinese Maysa Yousef durante un progetto di arte terapia.

Madama: tra ostello e museo
A Milano, in una delle zone più promettenti della città, quella dell’ex scalo di Porta Romana, che ospiterà il Villaggio Olimpico di Milano Cortina 2026, si trova il Madama Hostel & Bistrot. Nato nei locali di un’ex caserma della Polizia (da cui il nome Madama, che in gergo milanese indica proprio la Polizia), è stato arredato con materiali di recupero, come i vecchi infissi e le porte della caserma, trasformati in tavoli e letti che arredano le camere colorate da murales e con opere d’arte realizzate appositamente o su proposta di writer e artisti, che hanno risposto e continuano a rispondere alla call to action. Questo lo rende un vero e proprio museo sui generis, il Madama Museum, entrato di diritto nel percorso espositivo del Maua, il primo Museo di Arte Urbana Aumentata. Venire qui per fare colazione, bere un aperitivo, mangiare qualcosa è un’esperienza molto piacevole perché ci si mescola con gli ospiti dell’ostello, ma anche con tanti freelance che non amano la solitudine, nomadi digitali di passaggio, piccoli team che ancora non hanno un ufficio tutto per loro e che qui possono trovare lo spazio giusto.
Luisa Taliento
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L’articolo "Gli hotel ibridi. Un nuovo trend dell’ospitalità che sta funzionando " è apparso per la prima volta su Artribune®.