Gli hacker delle telecamere private, cinque condanne tra i 2 e i 3 anni e mezzo
- Postato il 25 giugno 2025
- Cronaca
- Di Il Fatto Quotidiano
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Sono stati condannati a pene comprese tra i 2 anni e mezzo e i 3 anni e mezzo di reclusione cinque esperti informatici, tra cui alcuni installatori di sistemi di videosorveglianza e domotica, per aver hackerato delle telecamere domestiche per spiare e diffondere scene di vita privata. Le condanne sono state emesse con rito abbreviato dal giudice Cristian Mariani del Tribunale di Milano. Le indagini coordinate dal pm Giovanni Tarzia hanno fatto emergere che i cinque agivano come una vera e propria rete criminale.
Le imputazioni, infatti, riguardavano associazione a delinquere e detenzione e diffusione abusiva di codici di accesso a sistemi informatici. Grazie alle loro competenze, gli imputati accedevano abusivamente alle telecamere di sorveglianza installate in case private, negozi e locali pubblici, deviando i flussi video su server esterni per poi rivendere le credenziali di accesso su chat private e forum.
Gli hacker, una volta ottenuto il controllo delle telecamere, classificavano le immagini in base alla location e il contenuto. Il materiale raccolto veniva poi pubblicizzato su una chat in un social russo, VKontakte, dove veniva venduto in criptovalute. Il prezzo era di soli 10 euro per 50 password. Per guadagnare, infatti, i cinque hanno dovuto trafugare e vendere un’enorme quantità di accessi.
Durante le indagini le maggiori difficoltà si sono riscontrate nell’impossibilità di identificare le vittime che non sapevano nemmeno di essere spiate. Ciò ha limitato il campo d’azione processuale e, ad esempio, non ha permesso di procedere per il reato di accesso abusivo a sistemi informatici protetti (art. 615-ter del codice penale), che richiede una querela da parte della vittima. Nonostante ciò gli inquirenti sono riusciti a procedere per altre imputazioni.
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