Gli esperti hanno bocciato la nuova costituzione siriana

  • Postato il 15 marzo 2025
  • Di Agi.it
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Gli esperti hanno bocciato la nuova costituzione siriana

AGI - La nuova costituzione temporanea della Siria concentra il potere nelle mani del presidente ad interim Ahmed al-Sharaa e non prevede sufficienti tutele per le minoranze, avvertono gli esperti. La dichiarazione, firmata ieri, stabilisce un periodo di transizione di cinque anni e segue il rovesciamento del governo di Bashar al-Assad da parte dei ribelli islamisti dopo quasi 14 anni di guerra civile.

"La dichiarazione costituzionale conferisce poteri assoluti al presidente ad interim", afferma Sam Dallah, professore di diritto costituzionale ed ex portavoce del comitato di redazione della Costituzione del 2012, che ha lasciato la Siria dopo lo scoppio della guerra civile. Il testo stabilisce "un regime di tipo presidenziale", in cui il potere esecutivo spetta al presidente ad interim e ai ministri da lui nominati, e non prevede la carica di primo ministro. Secondo il nuovo quadro normativo, le elezioni basate su una nuova costituzione avranno luogo solo dopo il periodo di transizione.

Secondo la costituzione temporanea, Sharaa "nomina un terzo" dei membri della futura assemblea e forma un comitato per selezionare i membri del collegio elettorale che eleggerà i restanti parlamentari. Sebbene il documento descriva la magistratura come "indipendente", dà al presidente ad interim il potere di nominare i membri della Corte costituzionale suprema, la più alta autorità giudiziaria del Paese. "Se il presidente sceglie direttamente o indirettamente i membri dell'Assemblea del Popolo, nomina e revoca i ministri e nomina i membri della Corte Costituzionale, cosa resta del principio della separazione dei poteri?", chiede Dallah. "La concentrazione dei poteri nelle mani di una sola persona porterà inevitabilmente alla monopolizzazione del processo decisionale", avverte l'esperto. Sebbene la dichiarazione costituzionale attinga a piene mani dalle costituzioni precedenti, non contiene più alcun riferimento alla democrazia.

Un cambiamento chiave rispetto alla costituzione precedente è che la giurisprudenza islamica è ora descritta come "la fonte principale" della legislazione, anziché solo "una fonte principale". L'Islam rimane la religione del capo di Stato, l'arabo l'unica lingua ufficiale e la dichiarazione costituzionale non offre garanzie o protezioni per le minoranze siriane. Ciò avviene dopo il massacro di centinaia di civili da parte delle forze di sicurezza nella Siria costiera all'inizio del mese, la maggior parte dei quali appartenenti alla minoranza religiosa alawita a cui appartiene il presidente spodestato Bashar al-Assad.

 

Centinaia di curdi hanno manifestato nel nord-est della Siria contro la dichiarazione costituzionale, che secondo loro non soddisfa le aspirazioni delle minoranze del Paese. La costituzione temporanea è stata criticata dall'amministrazione autonoma, che ha recentemente raggiunto un accordo con le nuove autorità per l'integrazione delle sue istituzioni nello Stato. I curdi hanno respinto la dichiarazione e "qualsiasi tentativo di riprodurre la dittatura". Hanno chiesto "un'equa distribuzione del potere", "il riconoscimento dei diritti di tutte le componenti siriane" e "l'adozione di un sistema di governo democratico decentrato".

"Le minoranze in Siria sono estremamente preoccupate per come stanno andando le cose, perché tutto fa pensare che i segnali indichino un graduale processo di trasformazione della Repubblica Araba Siriana nella Repubblica Islamica di Siria", spiega Tigrane Yegavian, professore alla Schiller University di Parigi. "L'unica cosa che potrebbe rassicurare le minoranze, che giustamente si sentono minacciate dal nuovo regime, è una sorta di federalizzazione, con una garanzia di autonomia nell'istruzione e nella giustizia", ha aggiunto.

Ma l'avvocato Tarek al-Kurdi, ex membro della commissione istituita dalle Nazioni Unite a Ginevra per redigere una nuova costituzione sotto Assad, ha affermato che "la dichiarazione arriva in un momento difficile per la Siria, dopo 54 anni di dittatura e 14 anni di guerra devastante". "Deve essere affrontata in modo realistico, poiché non può essere paragonata alle costituzioni di Paesi stabili". 

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Agi.it

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