Gli avevano già fatto il funerale, è arrivato fino alla finale: fatti e numeri mostrano come Sinner sia sempre più forte
- Postato il 12 luglio 2025
- Tennis
- Di Il Fatto Quotidiano
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Era stato dipinto come un giocatore in crisi già dopo la sconfitta in finale al Roland Garros contro Carlos Alcaraz. Poi è arrivata l’eliminazione a sorpresa da Halle contro il kazako Bublik ad alimentare l’ondata di commenti negativi. Ma Jannik Sinner si è dimostrato un’altra volta più forte delle critiche e si è preso la sua prima finale in carriera a Wimbledon. Ci arriva dopo aver battuto in semifinale uno dei giocatori più forti nella storia, Novak Djokovic, che vuoi per l’età vuoi per merito del numero uno al mondo, è sembrato più un tennista “normale” che un 24-volte campione Slam. La finale persa a Parigi quindi pare non abbia incrinato le qualità dell’italiano, con buona pace di chi aveva previsto (o auspicato?) una sua uscita ai primi turni. E che invece dovrà accontentarsi di guardarlo anche all’ultimo atto di Wimbledon, il quarto consecutivo a livello Slam.
C’era pure chi pensava che non sarebbe tornato come prima dopo aver visto le immagini di Sinner, quasi in lacrime, che osservava Alcaraz festeggiare con il pubblico del Philippe Chatrier al termine di una delle finali più entusiasmanti nella storia. Ma l’italiano dopo poche settimane ha già una chance per “vendicarsi”: come a Parigi, è di nuovo Alcaraz l’avversario da battere per diventare il primo italiano di sempre a vincere Wimbledon. Servirà un’impresa, anche perché lo spagnolo – campione a Londra negli ultimi due anni – è l’unico tennista che al momento sembra in grado di ribellarsi al dominio dell’azzurro. Nelle due settimane in Inghilterra, però, il livello di Sinner è cresciuto di partita in partita. E nemmeno due top 10 come l’americano Shelton e Djokovic sono riusciti a fare molto contro il numero uno al mondo.
Tutti i numeri di Sinner a Wimbledon
11 ore e 43 minuti. È il tempo che ha trascorso in campo Sinner nel cammino verso la sua prima finale a Wimbledon: è il più basso tra coloro che hanno giocato la semifinale. Un dato che fotografa la qualità delle prestazioni dell’italiano: Alcaraz, ad esempio, giocherà la finale dello Slam inglese con oltre 16 ore sulle gambe. A confermare l’altissimo livello messo in campo dal numero uno al mondo sono anche le dichiarazioni degli avversari, come l’australiano Vukic, eliminato dall’italiano al secondo turno: “Alcaraz ti regala qualche punto, puoi respirare un pochino. Jannik è soffocante”.
Durante il torneo solo Grigor Dimitrov è riuscito a strappare almeno un set all’azzurro (il 34enne ne ha vinti “addirittura” due) ed è stato anche vicino ad eliminarlo dal torneo. Ma il bulgaro si è dovuto ritirare nonostante il vantaggio a causa di un brutto infortunio. E le critiche a Sinner sono tornate a farsi sentire: “Ha avuto solo fortuna”,”è stato ingiusto”, “se continua così non vince più nulla”, tra i commenti più gettonati. Senza però considerare che l’italiano aveva accusato un colpo al gomito destro al primo game dell’incontro, condizionando così il resto della partita. E non è neanche detto che Dimitrov sarebbe riuscito a vincere, dal momento che il match non era ancora finito e che nel tennis le rimonte sono molto più frequenti di quanto si possa immaginare (basti pensare a un Sinner-Djokovic del 2022, a Wimbledon, vinta dal serbo nonostante i due set di svantaggio).
È sicuramente vero che per superare il bulgaro, che per due set ha giocato benissimo, è stata fondamentale anche la fortuna, ma Sinner ha dovuto continuare il torneo con un manicotto al gomito destro che lo ha privato di circa “10km/h con il diritto”, come sostenuto dal suo coach, Darren Cahill, alla vigilia dei quarti di finale. Non sarebbe sembrata tanto strana l’eliminazione contro Shelton in quelle condizioni. E invece Sinner ha comunque vinto facendolo pure sembrare semplice, a giudicare dalle parole del suo avversario: “Quando giochi contro di lui è quasi come se le cose fossero a velocità doppia. È frustrante”.
È stata perfetta anche la prestazione contro Djokovic, che non è proprio l’ultimo arrivato. Anzi, ha disputato la 14esima semifinale a Wimbledon, la settima consecutiva, e a Londra aveva perso soltanto contro Alcaraz in finale (due volte) dal 2018 a oggi. Sinner, invece, è riuscito a far sembrare la sua vittoria “normale”: 5 servizi strappati al serbo (il 36% del totale), che in risposta ha vinto solo 17 punti su 73 (23%), ma in battuta ne ha persi 39 su 92 (42%). L’italiano è anche il secondo giocatore nella storia – dopo Rafael Nadal – a vincere 5 incontri consecutivi contro Djokovic ed è l’unico in assoluto ad aver vinto 9 set di fila contro il campione serbo. Numeri da far impallidire quasi chiunque, a cui se ne aggiungono altri: è il sesto tennista dell’era Open a raggiungere 4 finali Slam consecutive dopo Rod Laver, Andre Agassi, Roger Federer, Rafa Nadal e lo stesso Djokovic, ma è il più giovane a riuscirci, a 23 anni e 318 giorni. Sinner è anche l’unico italiano a completare il quadro delle finali nei Major, un risultato raggiunto solo da altri quattro giocatori dal 1995 a oggi: Federer, Nadal, Djokovic e Murray, i cosiddetti “Big Four”. Ma l’azzurro è il tennista che ci ha impiegato meno tempo: ci è riuscito dopo soli sei Slam dalla sua prima finale, superando i record di Jim Courier (9) e Federer (11).
In stagione, ha raggiunto l’ultima partita in 4 dei 5 tornei disputati quest’anno ed è rimasto numero uno al mondo nonostante tre mesi di squalifica. Al suo rientro in campo a maggio ha perso solo contro Alcaraz, in finale a Roma e a Parigi, e Bublik agli ottavi di Halle. Sconfitte che sono fisiologiche e assolutamente comuni. In alcuni casi magari favorite da fattori esterni: il passaggio tra diverse superfici è sempre un’insidia, ancor di più se si passa dalla lentezza della terra alla super-velocità dell’erba. O semplicemente perché vincere ogni partita sarebbe impossibile. Ma i numeri di Sinner restano quanto di più vicino alla perfezione, specialmente considerando le statistiche tra la fine dello scorso anno, concluso vincendo in serie i tornei di Cincinnati, US Open, Shanghai e le ATP Finals, con in mezzo una finale a Pechino, e l’inizio del 2025, con la conferma del titolo agli Australian Open, la finale a Roma, Parigi e ora Wimbledon.
In negativo resta solo lo score contro Alcaraz, la sua unica “criptonite” nel circuito ATP. I due si sfideranno per la seconda volta consecutiva in una finale Slam, questa volta a Wimbledon – il match è in programma domenica 13 luglio -, dove l’italiano proverà a far cadere anche l’ultimo tabù e sconfiggere il suo rivale spagnolo per la prima volta dalla semifinale di Pechino del 2023. Forse il modo migliore per diventare il primo azzurro a conquistare il prato inglese.
Sinner consolida il primato, Alcaraz può limitare i danni: come cambia la classifica ATP
Comunque andrà la finale di Wimbledon, Sinner è già certo di allungare il divario in classifica da Alcaraz. Resta solo da capire di quanto. Lo spagnolo, in qualità di campione in carica a Londra, non guadagna punti in caso di conferma del titolo. Sinner, invece, che lo scorso anno era uscito ai quarti di finale, ne prende 900 punti per aver raggiunto la finale all’All England Club. Con un’eventuale sconfitta l’italiano riuscirebbe comunque a staccare Alcaraz di circa 2000 punti (11330 contro 9300).
Ben diversa sarebbe la situazione se a vincere fosse il numero uno al mondo. In quel caso, Alcaraz perderebbe 700 punti, restando così a quota 8600, mentre Sinner salirebbe di altri 700, arrivando a 12030, poco più di 3400 punti di differenza. Un distacco notevole, considerando a maggior ragione che quest’anno l’italiano ha giocato cinque tornei in meno del suo rivale spagnolo. Certo, Sinner rischia di dissipare gran parte del vantaggio durante l’ultima parte di stagione, avendo perso solo due partite, nello stesso periodo, lo scorso anno. Ma Alcaraz dovrebbe comunque fare meglio dell’azzurro. E su una superficie come il cemento – che è la preferita dall’italiano – non è affatto scontato.
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