Gli antibiotici alterano il microbioma per anni
- Postato il 26 novembre 2024
- Di Focus.it
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L'avanzata della resistenza agli antibiotici è un'ottima ragione per non abusare di questi prodotti. Ma non è la sola: un singolo ciclo di antibiotici è infatti sufficiente per compromettere la "biodiversità" della flora batterica dell'intestino molto a lungo. Addirittura per 8 anni, stando a un'analisi appena condivisa sul server di articoli di medicina medRxiv. Queste alterazioni possono compromettere il sistema immunitario e rendere più vulnerabili a infezioni e malattie diarroiche.. Tabula rasa. Che gli antibiotici potessero alterare nell'immediato, e per un paio di anni almeno, il microbioma intestinale era noto da tempo, ma le conseguenze più a lungo termine del loro utilizzo erano meno chiare. Per il nuovo lavoro, gli scienziati dell'Università di Uppsala, in Svezia, hanno riconsiderato i dati di tre studi precedenti in cui erano stati raccolti campioni di feci di oltre 5.700 adulti tra i 20 e i 70 anni. Di questi, più di 1.400 avevano assunto un ciclo di antibiotici per un periodo inferiore a due settimane, da 4 a 8 anni prima rispetto al prelievo del campione.. Minore varietà. Benché l'uso di antibiotici meno di un anno prima della raccolta del campione fosse associato in assoluto a una più significativa riduzione di diversità nel microbioma intestinale, anche una loro assunzione "lontano nel tempo", rispetto alle analisi, non è passata inosservata. La maggior parte delle persone sane ospita di norma almeno qualche centinaio di specie diverse di microrganismi nell'intestino.. Chi tra i partecipanti aveva assunto antibiotici della classe dei macrolidi (usati per esempio contro le infezioni da Streptococco o contro alcune infezioni respiratorie) nei 4-8 anni precedenti aveva in media, al momento delle analisi, 56 specie batteriche in meno nel microbioma intestinale, rispetto a chi non aveva assunto antibiotici.
Chi aveva dovuto assumere cefalosporine, antibiotici usati nel trattamento delle infezioni del tratto urinario, di polmoniti e meningiti, aveva in media 43 specie batteriche in meno rispetto a chi non aveva dovuto usare antibiotici. Una perdita analoga si riscontrava, anche ad anni di distanza, nelle persone che avevano assunto clindamicina, un antibiotico usato contro le infezioni del cavo orale e dentale o della pelle.. Indeboliti. La perdita di ricchezza del microbioma intestinale è associata alla comparsa di malattie metaboliche e ad altre serie condizioni di salute, e potrebbe inoltre rendere vulnerabili alle malattie diarroiche come quelle causate dal batterio Clostridium difficile, infezioni più comuni in ambito ospedaliero e dagli esiti talvolta gravi. Si pensa si sia particolarmente esposti dopo la perdita di una cinquantina di specie dal microbioma, come è accaduto ai partecipanti dello studio, perché - in seguito a queste alterazioni - batteri di norma innocui residenti nell'intestino possono diventare dominanti, compromettendo i precedenti equilibri..