Gli animali e la passione per l’alcol
- Postato il 9 novembre 2024
- Di Focus.it
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Negli ultimi anni sono aumentati esponenzialmente gli studi sul consumo di alcol da parte degli animali: sappiamo per esempio che l'etanolo piace alle scimmie, ai criceti, agli elefanti. Finora, però, questi episodi sono stati trattati come divertenti aneddoti: l'alcol è sempre stato considerato più una passione umana che animale.
Ora un nuovo studio pubblicato su Trends in Ecology & Evolution suggerisce invece che finora il nostro approccio all'argomento sia stato fin troppo antropocentrico, e che il consumo di alcol (volontario o meno che sia) sia più diffuso nel regno animale di quanto pensassimo.. La nascita della fermentazione. Lo studio spiega che l'etanolo, la molecola nota anche come alcol etilico che sta alla base di tutte le nostre sbronze, è comparso sulla Terra sotto forma "consumabile" circa 100 milioni di anni fa, quando le prime piante cominciarono a produrre fiori e frutti che, a loro volta, possono fermentare e arrivare quindi a contenere una certa concentrazione di alcol.
Nella maggior parte dei casi, questa non supera il 2%, ma ci sono casi (per esempio certi frutti molto maturi) di concentrazioni alcoliche che superano il 10%. Molti animali consumano nettare e frutta fermentati e lo studio suggerisce che la capacità di degradare l'etanolo e metabolizzarlo sia sorta proprio come risposta alla diffusione di cibo alcolico.
. Perché sbronzarsi? Resta il fatto che, in teoria, un animale sbronzo non risulti al massimo delle sue capacità: dal punto di vista evolutivo, una scimmia ubriaca che deve saltare da un ramo all'altro è svantaggiata rispetto a una sobria. Perché allora nel regno animale si continua a consumare alcol?
Le risposte sono multiple: innanzitutto, perché è una fonte di calorie; c'è poi la possibilità che i composti odorosi che si sviluppano durante la fermentazione aiutino gli animali nella ricerca del cibo. L'etanolo ha anche effetti medicinali (protegge per esempio le larve di moscerini della frutta dai parassiti) e influenza la produzione di endorfine e dopamine, che aiutano gli animali a rilassarsi e potrebbero quindi avere effetti sociali positivi.
Serviranno altri studi per avere una risposta definitiva, ma il concetto rimane: il consumo di alcol in natura non è un'esclusiva umana ma abitudine diffusa in tutto il regno animale..