Gli 89 voti necessari, i 133 cardinali e i precedenti (dai 5 scrutini di Francesco ai 14 di Pio XI): i numeri del conclave

  • Postato il 5 maggio 2025
  • Cronaca
  • Di Il Fatto Quotidiano
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Servono 89 voti, il quorum più alto della storia, per diventare il successore di Papa Francesco. I cardinali elettori, ovvero con meno di 80 anni, stanno arrivando a Roma per il conclave. Sulla carta sono 135 quelli che hanno diritto di varcare la soglia della Cappella Sistina, ma ne entreranno soltanto 133. Due, infatti, hanno rinunciato per motivi di salute: Antonio Cañizares Llovera, arcivescovo emerito di Valencia, e John Njue, arcivescovo emerito di Nairobi. Quest’ultimo sarebbe entrato in conclave grazie a un improvviso e provvidenziale cambio della sua data di nascita. Nell’Annuario Pontificio 2023, infatti, il porporato africano risulta essere nato nel 1944, senza un giorno preciso, mentre in quello del 2024 la sua data di nascita è diventata 1 gennaio 1946. Data confermata anche nell’Annuario Pontificio 2025. Così, ritornato 79enne, anche lui avrebbe potuto votare il successore di Bergoglio.

Da dove arrivano i cardinali – Di coloro che eleggeranno il nuovo Papa, 108 sono stati nominati da Francesco, 20 da Benedetto XVI e 5 da san Giovanni Paolo II. Gli europei sono 58, di cui 19 italiani, il Paese maggiormente rappresentato. Quelli nord americani sono 16, quelli dell’America Centrale 4, mentre quelli dell’America del Sud 17. Gli asiatici sono 20, gli africani 15 e quelli dell’Oceania 3. Dopo l’Italia, il Paese maggiormente rappresentato in conclave sono gli Stati Uniti d’America con 10 elettori. Subito dopo, il Brasile con 7 cardinali, la Francia con 6 elettori e la Spagna con 5 votanti. Sono, invece, 4 gli elettori dell’Argentina, del Canada, dell’India, della Polonia e del Portogallo. Mentre sono 3 gli elettori delle Filippine, della Germania e del Regno Unito. Soltanto 2 sono gli elettori del Belgio, della Costa d’Avorio, del Giappone, del Messico e della Svizzera.

Dai 5 scrutini per eleggere Francesco, ai 14 per Pio XI – Nel 2013, con 115 cardinali elettori, ci vollero cinque scrutini per eleggere Francesco con 85 voti. Otto anni prima, nel 2005, con lo stesso numero di votanti, ne bastarono quattro per l’elezione di Benedetto XVI con 84 voti. Nell’ottobre 1978, con 111 elettori, san Giovanni Paolo II fu eletto all’ottavo scrutinio. Poche settimane prima, nell’agosto dell’anno dei tre papi, con lo stesso numero di votanti, la fumata bianca per il beato Giovanni Paolo I arrivò dopo quattro scrutini. Nel 1963, con 80 votanti, al sesto scrutinio fu eletto san Paolo VI. Nel 1958, con 51 elettori, san Giovanni XXIII fu eletto all’undicesima votazione. Nel 1939, con 62 votanti, Pio XII fu scelto con soltanto tre scrutini. Ce ne vollero, invece, quattordici, nel 1922, con 53 elettori, per avere Pio XI. Nel 1914, con 57 votanti, al decimo scrutinio fu eletto Benedetto XV. Il primo conclave del Novecento, nel 1903, con 62 elettori, vide l’elezione di san Pio X al settimo scrutinio.

L’evoluzione delle modalità dell’elezione – Lo storico Alberto Melloni ha dato alle stampe un libro dal titolo Il Conclave e l’elezione del Papa (Marietti1820). Una storia dal I al XXI secolo che ripercorre l’evoluzione delle modalità dell’elezione del vescovo di Roma: prima per designazione, poi dal clero e dal popolo e solo con l’XI secolo da un ristretto numero di elettori cardinali che, dalla metà del Duecento, vengono messi “sotto chiave” perché provvedano a nominare un nuovo Papa. Un meccanismo elettorale soggetto a ritocchi e aggiustamenti, ai quali, in età moderna, si aggiunge il segreto che, nella società in cui tutto è social, ha paradossalmente reso intrigante questa singolare elezione. Per Melloni, infatti, l’immensa responsabilità dei porporati non è scegliere il più pio, il più dotto o il più furbo: ma chi può esercitare un ministero di unità e comunione.

Le pubblicazioni – Contemporaneamente, il vaticanista di Abc, Javier Martínez-Brocal, autore con Papa Francesco del libro intervista Il successore (Marsilio), sui rapporti tra Ratzinger e Bergoglio, ovviamente secondo la visione del secondo, ha pubblicato anche lui un volume intitolato Conclave. Il testo, pensato come strumento utile per gli addetti ai lavori, è stato redatto in forma di domande e risposte e analizza dettagliatamente le regole per l’elezione del successore di Bergoglio. Martínez-Brocal lo ha scritto a quattro mani con padre José de Jesús Aguilar, sacerdote e volto televisivo messicano, autore di numerosi libri divulgativi sulla Chiesa cattolica e la fede.

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