Giunta regionale, che puzzle: la Lega blinda i due Piana, Forza Italia prova a inserire Vaccarezza, Caprioglio alla finestra
- Postato il 11 novembre 2024
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- Di Il Vostro Giornale
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Savona. Foscolo o Canepa. Oppure uno tra Invernizzi e Tosi. Anzi, no, senza dubbio Ilaria Caprioglio. Ma figurati, semmai Angelo Vaccarezza. O forse, alla fine, proprio nessuno. Le certezze e le verità corrono sul filo di WhatsApp, ma ognuna smentisce l’altra: gli scenari si accavallano, si escludono a vicenda, ognuno dei protagonisti è sicuro della sua versione e così questo benedetto assessore regionale savonese proprio non ne vuole sapere di sbucare.
Partiamo da due dati di fatto. Il primo: giovedì la giunta regionale era pronta, senza savonesi, e faceva tutti i partiti contenti. Vedeva Ferro e Lombardi per Fratelli d’Italia, i due Piana per la Lega, Scajola per Forza Italia, Giampedrone per la “civica” e Nicolò (FdI, ma considerato tecnico) alla Sanità. Una quadra “scardinata” solo dalla sollevazione del mondo politico savonese (e IVG ha fatto la sua parte).
Secondo dato di fatto: ogni ipotesi di utilizzare la Sanità per accontentare Savona, dandola a Brunello Brunetto o Angelo Vaccarezza, è tramontata. Durante il vertice di venerdì scorso sembrava che il collega medico Brunetto, ex consigliere regionale fuoriuscito dalla Lega e non più ricandidato, potesse fargli concorrenza. Ma la risposta del presidente ieri sera è stata eloquente: “Non lo conosco personalmente”. A differenza di Massimo Nicolò, che è già stato suo vicesindaco a Genova ed è pure il suo oculista, oltre che professore universitario. Benché candidato (con scarsi risultati) nella lista di Fratelli d’Italia, entrerebbe in giunta come tecnico esterno. Ufficialmente fuori dai giochi Enrico Castanini, direttore generale di Liguria Digitale, che a margine di un convegno del Rotary Club ha chiarito: “Se mi avessero chiamato avrei detto di no, a meno che proprio non ci fosse alcuna alternativa. Ora è finito il giro politico, vedremo il giro tecnico”. L’ipotesi di un ticket con l’assessore uscente Angelo Gratarola (anche lui candidato in Vince Liguria senza aver brillato) appare decisamente più lontana.
A questo punto, per inserire un savonese, va rimessa in gioco una delle sei caselle “politiche”. Le vox populi più ricorrenti raccontano, con lievi differenze, che dai vertici del weekend si sia usciti con una richiesta di Marco Bucci a Edoardo Rixi: “Devi risolvermela tu”. Con la Lega chiamata, quindi, a rinunciare a uno tra Alessio e Alessandro Piana per fare posto in giunta a Sara Foscolo o Giancarlo Canepa. Più il secondo della prima, meno attratta dal ruolo. Una ricostruzione che, però, non fa i conti con l’oste: sia a Genova che a Roma i vertici del Carroccio sono compatti, i due Piana non si toccano. Su questo fronte, quindi, non ci saranno passi indietro: Alessio Piana è troppo prezioso in vista della campagna elettorale di Genova (è stimato da Confindustria, e le sue dimissioni farebbero entrare in consiglio Garibaldi), e Alessandro Piana vanta troppe preferenze (e troppi crediti, dopo 6 mesi da reggente in Regione) per metterlo da parte.
Tocca allora a Bucci decidere se forzare la mano o guardare altrove. Chi parla di un ultimatum a Rixi (ma sono una minoranza) riferisce anche che Bucci sarebbe pronto, se costretto, a togliere “d’imperio” il secondo assessorato alla Lega per darlo a un civico: Ilaria Caprioglio. L’ex sindaca di Savona gode notoriamente della sua stima (è stato lo stesso Bucci a voler venire a Savona per appoggiarne la candidatura) e potrebbe occuparsi della Cultura, materia per cui il quasi ex sindaco di Genova aveva detto in campagna elettorale di volere un assessore. Ma che Bucci voglia davvero esordire con uno sgarro del genere all’alleato è tutto da vedere.
Altre fonti dicono invece che, in alternativa, Bucci potrebbe chiedere a Fratelli d’Italia di “risolvergli il problema”. Magari contattando direttamente Roma (è stata proprio Giorgia Meloni a chiedergli di candidarsi a presidente della Regione). FdI avrebbe due strade. La prima: sostituire l’imperiese Lombardi (che di “giusti” ha gli sponsor ma non il curriculum) con un savonese, Rocco Invernizzi o magari Antonella Tosi (è una donna, e la giunta designata ha un problema con le quote rosa). La seconda: rinunciare a Lombardi, accettare di “intestarsi” Nicolò come secondo assessore e quindi fare posto a un altro assessore della civica (di nuovo Caprioglio).
Entrambe le ipotesi prevedono il siluramento di Lombardi, e per questo piacciono a Claudio Scajola, che non vede di buon occhio la presenza di altri due imperiesi in giunta insieme a suo nipote Marco. L’ex ministro è considerato un estimatore di Caprioglio. La savonese però piacerebbe meno (molto meno) ai partiti: a Savona nel 2021 la coalizione, che riteneva negativa la sua esperienza in Comune, la “convinse” a fare un passo indietro. E così altre fonti vogliono invece Scajola al lavoro per far entrare in giunta Angelo Vaccarezza. La leggenda narra anzi che l’assessorato sia “in mano sua” e tocchi a lui accettare. Come farlo entrare, però, è tutto un altro paio di maniche: sarebbe il secondo assessore di Forza Italia, quindi dovrebbe soffiare il posto a un altro partito. Un domino che potrebbe non crollare solo se sul piatto ci fosse qualche altra compensazione, rimettendo in gioco ruoli dati già per certi come la vicepresidenza, la presidenza del consiglio o il posto di segretario consigliere (il posto a cui, secondo gli alleati/avversari, Vaccarezza aspirerebbe davvero).
Insomma: serve un passo indietro, ma nessuno vuole farlo. E così, alla fine di questo complicato Risiko, è anche possibile un ritorno allo schema iniziale: una giunta senza savonesi. Essenzialmente, dobbiamo ammetterlo, per manifesta incapacità della nostra provincia di esprimere un nome con sufficienti chance (vuoi per numero di preferenze, vuoi per curriculum, vuoi per indisponibilità a dimettersi, vuoi per antipatie personali). In fondo, fino a 4 giorni fa stava bene a tutti così. E i savonesi si potrebbero “placare” con una promessa successiva: gli assessori aggiuntivi, i sottosegretari, i consiglieri delegati. Tutte ipotesi a cui Bucci sta lavorando. Nella riunione di giovedì la risposta (?) all’enigma.
A meno che la norma nazionale che permetterebbe a Bucci di allargare la squadra a nove (come vorrebbero fare anche Marche e Abruzzo) non arrivi molto prima del previsto, cioè nei prossimi giorni, magari con un decreto da convertire successivamente in legge e non con un emendamento alla finanziaria. Di fatto una mossa ad regionem del governo Meloni per togliere le castagne dal fuoco al nuovo governatore, convinto a correre per la Regione proprio dalla premier. In quel caso è verosimile che la maggioranza si prenda qualche giorno in più per chiudere la partita. E sarebbe tutto molto meno complicato.