Giulia Cecchettin, ergastolo definitivo per Filippo Turetta. La Procura rinuncia all’appello

  • Postato il 6 novembre 2025
  • Di Panorama
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Si chiude con la parola “fine” una delle vicende più dolorose della cronaca italiana recente. La Procura Generale presso la Corte d’Appello di Venezia rinuncia infine all’impugnazione contro la condanna all’ergastolo di Filippo Turetta. L’esito chiude di fatto il processo, nonostante l’udienza d’appello prevista per il prossimo 14 novembre. Con la decisione della Procura di non presentare ricorso e quella già formalizzata da Turetta, infatti, la sentenza di primo grado è diventata definitiva. L’Ansa ha ricevuto la comunicazione direttamente dai legali della famiglia di Giulia Cecchettin, gli avvocati Nicodemo Gentile, Piero Coluccio e Stefano Tigani.

L’omicidio e la condanna all’ergastolo

Turetta ha confessato l’omicidio dell’ex fidanzata 22enne, avvenuto l’11 novembre del 2023 a Fossò (in provincia di Venezia). L’assassinio ha fin da subito suscitato una forte indignazione sull’opinione pubblica, soprattutto per l’efferatezza – la povera Giulia è stata colpita brutalmente da 75 coltellate. Un delitto che, per le modalità e la giovane età del killer e della vittima, si è trasformato in un simbolo della violenza di genere in Italia.

Il processo è cominciato il 23 settembre 2024 e si è svolto con rito abbreviato, fino alla condanna all’ergastolo il 3 dicembre 2024. E ora l’epilogo, con Turetta che rinuncia all’appello e accetta l’ergastolo e la Corte d’Appello di Venezia che rinuncia all’impugnazione contro la sentenza.

La posizione dei legali e il valore della sentenza

I legali della famiglia Cecchettin si dimostrano soddisfatti: «Una scelta che riteniamo coerente, giusta e pienamente condivisibile». Aggiungono inoltre che «la rinuncia dell’imputato rende definitiva la sentenza di primo grado e cristallizza, senza più margini di dubbio, la sussistenza dell’aggravante della premeditazione: tra le circostanze più gravi e subdole previste dal nostro ordinamento. Un’aggravante che assume un significato ancora più drammatico in una vicenda omicidiaria caratterizzata, di fatto, da motivi abietti, arcaici e spregevoli, espressione di una visione distorta del legame affettivo e di un’idea di possesso che nulla ha a che fare con l’amore e il rispetto».

Il dolore e la dignità della famiglia Cecchettin

I legali hanno parlato infine dei familiari della vittima: «La famiglia Cecchettin ha affrontato ogni fase del processo con dolore profondo, ma anche con straordinaria dignità. Oggi sente l’esigenza di voltare pagina, di interrompere quel circuito giudiziario che, inevitabilmente, continuava a riaprire la ferita. Con la definitiva affermazione delle gravissime responsabilità dell’imputato Filippo Turetta, resta ora un impegno essenziale: trasformare il dolore in consapevolezza, affinché la società – a partire dai più giovani – possa riconoscere, prevenire e contrastare le radici profonde della violenza di genere». Si chiude così il sipario di una delle tragedie più brutali della cronaca nera italiana degli ultimi anni.

Autore
Panorama

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