Giudice blocca l’ordine di espulsione voluto da Trump per 500mila migranti, entrati legalmente con Biden
- Postato il 15 aprile 2025
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- Di Il Fatto Quotidiano
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L’amministrazione Trump aveva dato un ultimatum: entro il 24 aprile dovete autoespellervi o verrete arrestate ed espulse dagli agenti federali dell’immigrazione. L’ordine era destinato a 500mila persone provenienti da Cuba, Haiti, Nicaragua e Venezuela, entrati legalmente negli Stati Uniti grazie a un programma dell’ex presidente Joe Biden. La Casa Bianca sostiene però che l’abbiano usato in modo improprio. Ma la giudice della Corte distrettuale statunitense Indira Talwani ha bloccato il piano di Trump e stabilito che non può revocare immediatamente lo status di migrante regolare alle persone destinatarie dell’avviso. Talwani ha sospeso gli avvisi di espulsione inviati dal governo e ha proibito ai funzionari di revocare la protezione legale, nota come libertà vigilata in materia di immigrazione. “La cessazione anticipata, senza alcuna giustificazione caso per caso, dello status legale per i non cittadini che hanno rispettato i programmi del Dipartimento della sicurezza interna degli Stati Uniti d’America (Dhs) e sono entrati legalmente nel Paese mina lo stato di diritto”, ha scritto Talwani, membro della corte distrettuale federale di Boston.
Il programma di Biden – Nell’ambito del programma voluto da Biden, noto come Chnv, un totale di 532mila migranti provenienti da Cuba, Haiti, Nicaragua e Venezuela furono autorizzati a raggiungere gli Stati Uniti in aereo dopo aver ottenuto una sponsorizzazione da parte di persone residenti negli Stati Uniti. All’ingresso, è stata loro concessa la libertà condizionata e il permesso di lavorare legalmente nel Paese per due anni. Il programma Chnv è stato sospeso immediatamente dopo il ritorno alla Casa Bianca del Presidente Trump a gennaio. Il mese scorso, il Dipartimento per la Sicurezza Interna ha dichiarato che avrebbe concesso ai beneficiari del Chnv 30 giorni di tempo per lasciare volontariamente gli Stati Uniti, altrimenti avrebbe chiesto il loro arresto e l’espulsione dal Paese. I funzionari hanno affermato che avrebbero dato priorità all’arresto dei migranti che non avevano presentato domanda per altri benefici in materia di immigrazione, come l’asilo o la green card. Nei mesi scorsi, si è già cercato di togliere le protezioni a rifugiati di Venezuela – mossa al momento bloccata da un ricorso- e ridurle per quelli di Haiti.
Gli obiettivi di Trump – Il presidente Usa, ha scritto il Washington Post, punta a deportare un milione di migranti nel suo primo anno alla Casa Bianca. Un piano ambizioso, scrive il giornale, considerato che, in base alle statistiche disponibili, il numero maggiore di migranti deportati in un anno è di 400mila sotto Barack Obama. E l’amministrazione sta trattando con circa 30 paesi per convincerli ad accettare migranti deportati che non sono loro cittadini. Tra le intenzioni della Casa Bianca, anche quella di mettere fine alla protezione per oltre 10mila rifugiati da Afghanistan e Camerun, che potranno essere soggetti a rimpatri forzati tra maggio e giugno, secondo quanto reso noto dal dipartimento per la Sicurezza Interna. Questo significa che l’amministrazione Trump è pronta a rimandare nell’Afghanistan controllato dai Talebani molti degli afghani accolti negli Stati Uniti dopo il disastroso ritiro americano del 2021. I rifugiati vivevano e lavoravano negli Stati Uniti grazie al Temporary Protected Status, che protegge i migranti che non possono tornare nei loro Paesi a causa di conflitti o disastri naturali. Ora l’idea di rimandare in Afghanistan le persone sfuggite ai Talebani, che hanno imposto di nuovo un regime che viola i diritti umani, in particolare delle donne, appare assolutamente “incosciente”, affermano i gruppi per i diritti dei rifugiati. “Per donne e ragazze afgane mettere fine a queste protezioni umanitarie significa mettere fine a opportunità, libertà e sicurezza”, ha dichiarato Krish O’Mara Vignarajah, a capo di Global Refugee, al New York Times. “Costringerle a tornare sotto i talebani, dove devono affrontare una sistematica oppressione e violenza di genere, sarebbe incredibilmente incosciente macchia alla reputazione della nostra nazione”, ha aggiunto. Si prevede che vi saranno ricorsi legali contro la decisione dell’amministrazione.
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