Giro d'Italia 2026, tavola imbandita per Vingegaard: pochi km a cronometro, tante salite (ma non troppo dure)

  • Postato il 1 dicembre 2025
  • Di Virgilio.it
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“La cosa più bella del mondo nel luogo più bello del mondo”. Difficile dire se davvero dalle nostre parti “ce la suoniamo e ce la cantiamo”, ma una cosa è certa: il Giro d’Italia è sotto attacco da qualche anno ormai, e pertanto provare a mostrare i muscoli (e far leva sulle proprie eccellenze artistiche e naturalistiche) di sicuro con guasta. L’edizione 109 della corsa rosa, presentata ufficialmente all’Auditorium “Santa Cecilia” di Roma, mira proprio in quella direzione: riappropriarsi del “bello” per provare a riproporsi come una delle corse più iconiche e desiderate da tutti i ciclisti (e dagli appassionati). Sebbene c’è chi la vorrebbe spostata a fine estate (Pogacar dixit), ma il Giro è uno spaccato del Paese che profuma di bella stagione.

Partenza in Bulgaria, gran finale ancora una volta a Roma

L’edizione 2026, come previsto, partirà dalla Bulgaria, che ha voluto fortemente che le prime tre tappe si disputassero nei propri confini nazionali (lo scorso anno il Giro partì dall’Albania, non senza polemiche). Tre frazioni che in qualche modo potranno già strizzare l’occhio agli uomini di classifica, anche se sulla carta saranno i velocisti a spartirsi la prima maglia rosa.

Dalla quarta tappa, con la Catanzaro-Cosenza, si risale lo Stivale da Sud a Nord per arrivare a completare i 3.459 chilometri delle 21 frazioni, con un dislivello totale di 49.150 metri. Il gran finale, come ormai sta diventando tradizione, sarà ancora una volta a Roma, con i Fori Imperiali sullo sfondo. Perché se il Tour ha Parigi con gli Champs Elysees e la Vuelta (quando non irrompono i manifestanti pro Pal, come quest’anno) Plaza de Cibeles a Madrid, il Giro sta praticamente accettando l’idea di traslocare l’ultima frazione sempre e comunque nella Capitale, sebbene ciò comporterà un trasferimento di massa dal Friuli nell’arco di una manciata di ore appena.

Il Passo Giau come Cima Coppi: in totale 7 gli arrivi in salita

Il Giro 2026 avrà complessivamente 40,8 km a cronometro, tutti racchiusi nella frazione di Viareggio-Massa (la Tappa Bartali) che aprirà la seconda settimana. Complessivamente saranno 8 le tappe di pianura, 7 quelle considerate di media montagna e 5 di alta montagna, con un totale di 7 arrivi in salita.

Il Passo Giau, con i suoi 2.233 metri di altitudine, sarà la Cima Coppi dell’edizione 109 (un po’ più bassa rispetto alle abitudini, ma evidentemente i problemi meteo degli ultimi anni qualcosa hanno insegnato all’organizzazione…). La Montagna Pantani, quella considerata come la più iconica e importante tra tutte le presenti, sarà l’arrivo di Piani di Pezzé della 19esima tappa, quella che da Feltre arriverà fino ad Alleghe.

Dopo 4 anni torna ad essere presente Milano come arrivo di tappa, e sarà la 90esima volta nella storia della corsa rosa. Prevista un’intera frazione in territorio svizzero (la Bellinzona-Carì), mentre la partenza della 20esima tappa da Gemona del Friuli celebrerà i 50 anni dal terremoto che sconvolse l’intera regione.

Vingegaard, il Giro ti aspetta. Ma Simon Yates ci riproverà

Il percorso presentato a Roma ricalca abbastanza fedelmente quello annunciato nelle scorse settimane, tra rumors e spifferi arrivati all’orecchio dei più. Un Giro non propriamente duro, ma nemmeno così adatto agli specialisti delle corse contro il tempo: un percorso così potrebbe davvero strizzare l’occhio a Jonas Vingegaard, che dopo aver conquistato la Vuelta punta anche a mettere in bacheca un Gbiro per completare la “tripla corona”, avendo anche due Tour già nel suo palmares personale. Simon Yates, vincitore dell’ultima edizione, presente in sala a Roma ha fatto capire di essere a sua volta ben contento di poter tornare sulle strade italiane a difendere la maglia rosa conquistata sul Colle delle Finestre.

La tappa regina sarà la 19esima, quella che da Feltre salirà fino ad Alleghe, affrontando i passi Duran, Staulanza, Giau e Falzarego. La salita di Piancavallo (da ripetere due volte) sarà l’ultima del Giro, e quella dove potrebbe anche decidersi la corsa, vedendo quanto accaduto nell’ultima edizione. Il primo vero banco di prova per gli uomini di classifica sarà il Blockhaus, una delle montagne più dure dell’Abruzzo, mentre nella seconda settimana occhio alla tappa da Aosta a Pila, breve (133 km) ma particolarmente esigente.

Giro Women, prima volta a 9 tappe: c’è anche il Colle delle Finestre

Contestualmente al Giro 2026, è stata presentata anche l’edizione del Giro Women 2026: 9 tappe (una in più rispetto alle ultime due edizioni) che dal 30 maggio al 7 giugno animeranno le strade italiane, con Elisa Longo Borghini detentrice del trofeo e pronta a concedere il bis.

Saranno 1.153 i chilometri complessivi di corsa, con 12.500 metri di dislivello e due arrivi in salita al Nevegal (una cronoscalata) e al Sestriere, dove si scalerà anche l’iconico Colle delle Finestre. Prima tappa da Cesenatico a Ravenna, il clou nella quinta, perché la Longarone-Santo Stefano di Cadore è la tappa più dura, con 4 GPM e mai un attimo di respiro. Ultima tappa a Saluzzo, in un circuito con arrivo e partenza nella città piemontese.

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