Giro d'Italia 2026, le anticipazioni a una settimana dalla presentazione: Napoli, Milano e Roma arrivi di tappa

  • Postato il 24 novembre 2025
  • Di Virgilio.it
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Una settimana ancora, poi sarà tempo di togliere il velo al Giro d’Italia 2026. Che si preannuncia al solito carico di significati, perché in fondo la corsa rosa mantiene un fascino intatto che l’ha resa grande anche al cospetto di corse che nel tempo hanno saputo prendere il sopravvento (il Tour su tutti, ma anche la Vuelta ormai è praticamente allo stesso livello). E a sette giorni dalla presentazione le anticipazioni si sprecano, tanto che provare a disegnare quella che verosimilmente sarà la geografia delle 21 tappe è esercizio relativamente semplice.

La partenza dalla Bulgaria, poi si torna in Calabria

La grande partenza dalla Bulgaria, annunciata nelle scorse settimane, è la prima cartina tornasole dell’edizione al via il prossimo 9 maggio da Sofia. Saranno tre le tappe in territorio bulgaro, e non dovrebbero prevedere cronometro: possibili difficoltà altimetriche in una delle tre frazioni, così da movimentare subito la corsa. Che quando rientrerà in Italia, dopo un giorno di riposo dedito al trasferimento, lo farà dalla Calabria: Catanzaro sarà la sede di partenza della quarta frazione, con arrivo a Cosenza, mentre poi si arriverà a Potenza ricalcando quanto già visto nel 2022.

E un’altra città ormai abitudinaria delle questioni legate al Giro è Napoli, candidata nuovamente a ospitare un arrivo di tappa che sarebbe anche il quarto consecutivo (i velocisti sentitamente ringraziano). Il primo arrivo in salita, però, evoca subito ricordi avvincenti: il Blockhaus, scalato dal versante di Roccamorice, terrà a battesimo il primo vero confronto tra coloro che punteranno a portare la maglia rosa a Roma.

Da Chieti si andrà poi verso Fermo con una tappa con qualche muro marchigiano (e non solo), per poi risalire fino alla riviera romagnola con Bellaria Igea Marina pronta ad accogliere un probabile sprint prima del gran finale di prima settimana al Corno alle Scale, sull’Appennino tosco-emiliano.

Anche una tappa in Svizzera prima del ritorno a Milano

La seconda settimana dovrebbe aprirsi con la crono da Viareggio a Massa (40 km) che è una delle tappe più rilevanti per gli uomini di classifica, tenuto conto anche della lunghezza da percorrere. Chiavari ospiterà un arrivo di tappa (probabilmente con partenza da Porcari), poi si procederà verso il Piemonte, con Alessandria e Verbania interessate da una frazione “mossa”.

Il primo arrivo alpino in quota è atteso a Breuil-Cervinia, dove il Giro manca dal 2018, ma non è escluso che possa essere Pila la sede scelta per il traguardo di tappa (o di un’altra frazione sempre di montagna). Uno scollinamento in Svizzera è già messo in conto: Bellinzona potrebbe ospitare la sede di arrivo o partenza di una tappa.

Di sicuro c’è che il Giro tornerà almeno per un giorno a Milano: non è da escludere una seconda cronometro proprio nelle strade del capoluogo lombardo, oppure un semplice arrivo per velocisti. Che poi dovrebbero fare spazio di nuovo agli scalatori, con Andalo che sarà sede di arrivo della frazione inizialmente ipotizzata con il gran finale a Madonna di Campiglio (partenza prevista da Bergamo o Cassano d’Adda).

Gran finale in Friuli prima della passerella a Roma

Nell’ultima settimana, infine, saranno le dolomiti venete e soprattutto le alpi carniche a decidere la corsa: una frazione sarà quasi interamente bellunese, con partenza da Feltre (o Fonzaso) e arrivo a Comelico dopo aver scalato anche il Passo Sant’Antonio. Anche Pieve di Soligo dovrebbe essere arrivo di tappa, passando sul Muro di Ca’ del Poggio (nulla a che vedere col Poggio di Sanremo…).

Nella zona che nel 1976 fu funestata dal terremoto del Friuli, ecco che potrebbe svilupparsi l’ultima tappa di montagna, con Gemona e Piancavallo a giocarsi la sede di arrivo con una doppia scalata della montagna di Aviano. Gran finale come da consuetudine a Roma, che ha ormai spodestato Milano come luogo di chiusura del Giro.

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