Giovanni Segreti Bruno vince il Premio Amnesty sezione emergenti
- Postato il 30 luglio 2025
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Il Quotidiano del Sud
Giovanni Segreti Bruno vince il Premio Amnesty sezione emergenti
Il calabrese Giovanni Segreti Bruno ha vinto la 28esima edizione del Premio Amnesty nella sezione emergenti e si aggiudica altri due riconoscimenti
Il calabrese Giovanni Segreti Bruno ha vinto la 28esima edizione del Premio Amnesty, sezione Emergenti, con il suo brano “Notre Drame”, nella finale del festival “Voci per la libertà – Una canzone per Amnesty”. Tripletta di premi per Giovanni che con il suo brano “Notre Drame” – scritto proprio cosi, a significare “Nostro dramma” – oltre al premio assoluto porta a casa anche il premio giovani Amnesty 2025 e la targa Mei. Lo abbiamo raggiunto per saperne di più.
Tripletta di premi. Come ti senti?
«Emozionato. Ancora non ho realizzato davvero tutto quello che è successo. Ho sempre vissuto le competizioni con tanta ansia invece stavolta mi sono proprio divertito. Io e la mia band siamo arrivati alla sera con una calma nel cuore, consapevoli di portare sul palco un progetto forte, diverso dagli altri e con un messaggio potente. E credo che questa energia sia arrivata anche a chi ci ha ascoltati. Di solito, vincere anche solo un premio è già un grande risultato… ma arrivare addirittura a fare tripletta è stato surreale. È come se ogni cosa si fosse allineata: la musica, il messaggio, l’energia che avevamo sul palco. Vincere il Premio Amnesty Emergenti è stato pazzesco. Totalmente inaspettato ma immensamente bello».

Quanto è importante per te realizzare canzoni impegnate come questa e quanto pensi che la musica possa aiutare?
«Per me è fondamentale. La musica è uno strumento potentissimo, non solo per raccontare emozioni personali ma anche per accendere riflettori su ciò che spesso resta in ombra. Quando scrivo, sento la responsabilità – ma anche il privilegio – di dare voce a storie, drammi e personaggi che meritano ascolto. Credo davvero che la musica possa scuotere coscienze, aprire dialoghi, e in certi casi persino cambiare prospettive. Sono convinto che gli artisti non debbano solo utilizzare la voce per cantare, ma anche e soprattutto per cambiare le cose».
Premio Amnesty per la sezione emergenti con “Notre Drame.” Ci racconti di questo brano?
«L’idea del brano è nata in una notte di telegiornali e tisane allo zenzero. Guardavo le immagini scorrere e ho pensato a un’umanità che brucia, proprio come accadde a Notre-Dame qualche anno fa. Fame, guerra, razzismo, omofobia, femminicidio: tutto passa sullo schermo e ormai non ci fa più nemmeno battere un ciglio. Il vero dramma è la normalizzazione dell’orrore. Il fatto che il dolore, se non ci tocca da vicino, diventa solo uno sfondo. Il titolo Notre Drame significa “nostro dramma”, perché quello di cui parlo è un dramma collettivo, che ci riguarda tutti. Nel pezzo cerco di essere la voce di chi troppo spesso una voce non ce l’ha. Il nostro dramma è l’indifferenza. È il dimenticare l’altro. Ho scritto il brano insieme a Salvatore Tricanico, con la produzione di Vinz Turner. Un team incredibile, nato grazie a Gianni Testa e al sostegno prezioso di Joseba Label».
“Notre Drame” è contenuto nell’album “Drama King”
«“Drama King” è il mio primo album, uscito a gennaio e cofinanziato da Lazio Sound. È un disco che racchiude tante sfumature e storie diverse, ognuna con una propria identità ma unite da un filo comune: il drama. All’interno ci sono collaborazioni a cui tengo molto, come quella con Petra Magoni in “Una domenica”, con Luca Napolitano (Amici 8) in “Deadline” e con le Karma B ne “La notte scorsa”. Ogni brano contiene una ‘cellula di puro drama’: un’emozione forte, un frammento di verità.
Tra i premi ricevuti c’è anche la produzione di un videoclip. Hai già in mente su quale brano realizzarlo?
«Vorrei proprio su “Notre Drame”. È un brano che, oltre al significato profondo che porta, ha un potenziale narrativo molto forte anche a livello visivo. Detto questo, non abbiamo ancora preso una decisione definitiva col mio team, ne parleremo nei prossimi giorni. Ma “Notre Drame” è sicuro la mia prima scelta».
Ti sei aggiudicato anche la targa Mei. Questo ripaga un po’ le difficoltà che gli artisti indipendenti riscontrano?
«Sì, assolutamente. Il Mei è da sempre vicino alle realtà indipendenti, ed è bello sentire questo tipo di riconoscimento arrivare proprio da chi valorizza il lavoro “dal basso”. Sono felice anche perché a ottobre canterò sul palco principale del MEI, dove ogni anno si esibiscono grandissimi nomi del panorama musicale italiano. Per me è un onore e una grande occasione».
Nella sezione big il premio è stato vinto da Dargen D’Amico con “Onda alta”. Voi due vi siete già incontrati tempo fa, vero?
«Sì, ci siamo incontrati a Roma. Abbiamo parlato di musica e ci siamo confrontati su vari aspetti del nostro modo di viverla. Dietro quegli occhiali che lo rendono a tratti misterioso e distaccato, ho scoperto una persona incredibile, gentile, con una grande sensibilità. Gli ho anche regalato una copia fisica di “Drama King”, mi faceva piacere che avesse tra le mani un pezzo del mio mondo».
Una collaborazione?
«Sarebbe sicuramente bellissimo! Chissà… mai dire mai».
I tuoi progetti futuri?
«Ho una serie di eventi bellissimi in giro per l’Italia tra agosto e settembre. In autunno, invece, ci sarà un grande concerto nella capitale dove presenterò “Drama King” dal vivo insieme alla mia band: sarà un live importante, e non mancheranno i brani che hanno segnato il mio percorso fino a oggi. Nel frattempo ho scritto diversi pezzi anche per altri artisti, e sto lavorando a nuova musica mia, con un mood totalmente nuovo, molto diverso da quello che ho fatto finora. Ho voglia di esplorare, di cambiare pelle, di raccontarmi in modi inaspettati».
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Giovanni Segreti Bruno vince il Premio Amnesty sezione emergenti