Giovanni Jacobazzi: il caso De Raho approda al Senato

  • Postato il 1 ottobre 2024
  • Di Libero Quotidiano
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Giovanni Jacobazzi: il caso De Raho approda al Senato

Continua a far discutere la presenza dell'ex capo della Dna, il pentastellato Federico Cafiero De Raho, all'interno della Commissione parlamentare antimafia. A sollevare ancora una volta la questione è stato ieri pomeriggio Maurizio Gasparri, il numero uno dei senatori di Forza Italia, durante la riunione dei capigruppo di Palazzo Madama convocata anche per fare il punto sulla vicenda dei dossieraggi effettuati attraverso le banche dati della Procura nazionale antimafia, compulsate in maniera spasmodica dal tenente dalla guardia di finanza Pasquale Striano.

La Procura di Perugia, che lo ha indagato anche per rivelazione del segreto e ne aveva quindi chiesto l'arresto, lo ritiene autore di un numero spropositato di accessi illegali, con circa 200mila atti sensibili scaricati e di cui si sono perse le tracce. «Il presidente del Senato Ignazio La Russa ha posto all'attenzione della capigruppo la questione del dossieraggio e di fronte al clamore di questi accessi a dati di personalità varie ha chiesto di capire cosa dovrebbe fare il Parlamento», ha commentato Gasparri al termine dell'incontro. «In Aula non se ne è mai parlato. Noi siamo d'accordissimo a parlarne ovunque e comunque», ha poi aggiunto riguardo l'ipotesi che della vicenda se ne possa occupare anche Palazzo Madama.

 

 

 

«Possono venire in Aula i ministri, potrebbero venire il ministro della Giustizia, il sottosegretario Mantovano, questo si vedrà, non è stato deciso, però si è introdotto questo tema ed è una cosa per noi di Forza Italia importante e molto positiva», ha sottolineato il presidente dei senatori azzurri. Il tema di fondo, comunque, resta sempre lo stesso: il potenziale conflitto d'interessi di Cafiero De Raho che si trova, da vice presidente di Palazzo San Macuto, a svolgere adesso accertamenti su quanto accaduto all'interno dell'ufficio che ha diretto fino a pochi mesi prima di essere eletto alla Camera.

Il cortocircuito raggiungerà il suo apice giovedì prossimo quando verrà ascoltato il magistrato Giovanni Russo. Quest'ultimo, voluto dal ministro della Giustizia Carlo Nordio a capo del Dipartimento dell'amministrazione (Dap), per diversi anni era stato il vice di Cafiero De Raho all'Antimafia. Una circostanza che non potrà non creare imbarazzo. Il procuratore aggiunto è infatti il naturale sostituto del procuratore, quello da cui riceve le direttive. E nel caso della Dna le direttive in tema di accessi alle banche dati sarebbero state quanto mai carenti, come sottolineato dal procuratore Giovanni Melillo, il successore di Cafiero De Raho, che come primo atto aveva avviato una riorganizzazione complessiva dell'ufficio, iniziando con il rimuovere Striano dall'incarico di responsabile delle segnalazioni di operazione finanziare sospette, pur a fronte di una “premura” in senso contrario ricevuta dai parte dei vertici della guardia di finanza.

 

 

 

Ed a proposito di Striano, Cafiero De Raho aveva anche sottolineato che per quanto legittimo, «non sembra opportuno» che la Commissione lo ascolti dal momento che si era avvalso della facoltà di «non rispondere». «Vuole dettare a mezzo stampa la lista di chi non deve essere sentito dalla Commissione», avevano replicato i parlamentari azzurri che da tempo spingono invece per l'audizione del finanziere. «Abbiamo denunciato più volte questo colossale conflitto di interessi. Lui invece interferisce e dice che la Commissione non deve ascoltare Striano, che tanto si avvarrebbe della facoltà di non rispondere», avevano infine puntualizzato i forzisti, secondo cui Cafiero De Raho «sembra quasi evocare, consigliare e suggerire questa scelta: manda il suo pizzino al suo ex collaboratore. Una condotta inaudita che segnaliamo pubblicamente anche ai presidenti di Senato e Camera, per porre fine a un conflitto di interessi che non intendiamo più subire». 

 

 

 

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Libero Quotidiano

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