"Giovanni" di Berri, un racconto surreale e borderline
- Postato il 15 maggio 2025
- Di Agi.it
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"Giovanni" di Berri, un racconto surreale e borderline
AGI - Gli alieni con le squame sbarcano sulla terra con il mandato di studiare il pianeta. "L'impiego economico del globo dipenderà solo dalle decisioni del calcolatore". Hanno tecnologie inimmaginabili, smolecolatori e possono addirittura creare pranzi e cene succulenti senza neppure cucinare. Per la loro missione si affidano a due giovani esploratori umani, Giovanni e Marta, senza né arte né parte, che tirano avanti con l'aiuto della psichiatra Azzurra Poltrona, di pasticche e dell'olanzapina.
Il racconto è reale oppure solo il frutto dell'immaginazione dei due giovani? Il libro 'Giovanni' di Massimo Berri (Edizioni Epoke'-La Torretta) ricorda, in parte, i film di Jim Jarmush. Un'umanità scanzonata e dolente che lascia al lettore un enorme punto interrogativo: la nostra vita è veramente utile per qualcuno o per qualcosa? Oppure tutto dipende da forze molto più potenti di noi? "Venere era stata una faticaccia - è il pensiero degli alieni - se decidessimo che la Terra vale lo sforzo, tutto avverrebbe prima che gli uomini possano neppure accorgersene". Berri, diplomato in musicoterapia, accompagna i capitoli del libro con una sua personale colonna sonora. Suggerisce di ascoltare, durante la lettura, i brani più disparati: da Gaber agli Who, dai Metallica a Duke Ellington, dai Beatles a Jannacci.
Geniale l'autostroncatura dello stesso Berri. Il libro si apre con una sedicente recensione di Romano Inglese, "apparsa sull'edizione del 'Saturnino' il 20 dicembre 2043". Scrive Inglese (alias Berri): "L'autore ha, ci pare di capire, delle sue idee sul mondo ma sembra sforzarsi di non farcele capire... E quindi non mi resta che concludere con questo suggerimento: non comprate 'Giovanni'. Una serata in compagnia di una qualunque buona commedia nostrana al cinema vi renderà un miglior servigio".
Romano Inglese e i critici letterari spesso non ci azzeccano. Il libro è gradevole, proprio perché imprevedibile. Giovanni, nel racconto, mangia spesso il minestrone preparato dalla vicina di casa. La madre, avanti con l'età e non autosufficiente, nell'ultimo capitolo, dice giuliva a entrambi: "A Giovanni non piace il minestrone. Non gli è mai piaciuto...".
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