Giorno della memoria, l’appello dell’ebraista Matteo Corradini: “Va ripensata la didattica sulla Shoah, serve più gradualità”

  • Postato il 26 gennaio 2025
  • Cronaca
  • Di Il Fatto Quotidiano
  • 4 Visualizzazioni

“Dobbiamo cambiare modo di fare didattica della memoria”. L’appello arriva dall’ebraista e scrittore Matteo Corradini che ha appena pubblicato “Noi siamo memoria” (Erikson). In questi anni la scuola, le associazioni che si occupano di ricordare la Shoah hanno fatto un gran lavoro ma è arrivato il momento di fare il tagliando. Serve una revisione nel modo di impostare il lavoro con i bambini e i ragazzi.

In Italia fino agli anni Ottanta difficilmente tra i banchi si parlava di Shoah. C’è una linea di demarcazione: è quella del film “Schindler’s List” , diretto da Steven Spielberg, uscito nel 1994 nel nostro paese. Da quel momento la didattica della memoria è cambiata.

“È servito tutto quanto è stato fatto?”, si chiede Corradini, interpellato da IlFatto Quotidiano.it. La risposta lascia aperto qualche a interrogativo: “Si è lavorato tanto sull’ antisemitismo perché quella tragedia non si ripeta più per nessuno, non solo per gli ebrei. Eppure l’antisemitismo in certe nazioni cresce. Non possiamo fare la controprova perché dovremmo restare senza parlare di Shoah per vent’anni. Sono convinto, tuttavia, che oggi ci sarebbe più antisemitismo se non ci fosse stata questa sinergia su questo tema”. L’ebraista, premio Andersen 2018 e 2024, fa un ulteriore passaggio riflettendo su chi ancora ignora il 27 gennaio: “Lasciando perdere la generazione degli anni Settanta che ha ancora una visione ideologica del passato, se guardiamo ai giovani, al netto di una certa svogliatezza, forse su questa questione c’è stata una sovraesposizione. Nei giorni scorsi ero in una scuola superiore e un ragazzo mi ha detto lamentandosi: ‘Son dieci anni che parliamo di Shoah’. In Israele si fa memoria dai 14 anni. Forse serve ripensare alla didattica con una certa gradualità”.

C’è un’ulteriore riflessione da mettere in campo: “Tra i nostri ragazzi – sottolinea Corradini – c’è una consistente parte della popolazione scolastica formata da persone che sono cresciute in Paesi dove non si è studiata la storia dell’Europa. Non possiamo tralasciare questa considerazione. Dobbiamo prendere atto che un bambino che a nove anni arriva in Italia dalla Cina o dall’Afghanistan magari non hai mai preso in mano un libro che raccontasse della storia del Continente dove ora vive”.

Comunque sia, i dati raccolti sull’Italia sono buoni ma qualche ombra c’è: otto italiani (giovani compresi) su dieci ritengono di essere informati sulla Shoah e il 75% pensa che i fatti storici siano una realtà incontrovertibile. Il 7% considera che il negazionismo abbia qualche fondamento. Tuttavia, secondo un sondaggio fatto su 36mila ragazzi e ragazze nel 2022, il 13% ignora la commemorazione del 27 gennaio e un 4% ritiene che sia persino esagerato parlarne ogni anno.

Foto dal sito di Matteo Corradini

L'articolo Giorno della memoria, l’appello dell’ebraista Matteo Corradini: “Va ripensata la didattica sulla Shoah, serve più gradualità” proviene da Il Fatto Quotidiano.

Autore
Il Fatto Quotidiano

Potrebbero anche piacerti