Giorgia Meloni ha deluso gli oppositori: un gran bel discorso, niente lite con Salvini
- Postato il 28 agosto 2025
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- Di Blitz
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È stata una Giorgia Meloni a tutto campo quella che ha parlato per quasi un’ora al meeting di Rimini.
A braccio, senza interrompersi mai. Magari versando una lacrima quando la platea le ha tributato la prima delle due standing ovation.
(E, detto per inciso, senza la tanto attesa lite con Salvini)
Retorica a parte i temi sono stati tanti: alcuni molto popolari, altri di un impegno futuro che non potrà mancare se l’Italia vorrà arrivare ad essere una delle protagoniste, se non la protagonista di una nuova Europa.
Non quella irrilevante di cui parla Mario Draghi, ma un continente che detti il suo credo, di modo che ad Occidente e Oriente non si possa che plaudire.
A sinistra si ascolta, si centellinano le parole della premier e si parla di una “propaganda debole” che non incanta più nessuno. Le critiche sono sempre le stesse: si guarda fuori, mai dentro. I problemi che assillano il Paese sono dimenticati: ad esempio la povertà, l’economia zoppa, la scuola, la sanità. Se andiamo ad analizzare l’intervento ci si può accorgere che è vero l’esatto contrario.
Non sono temi importanti quelli che l’Italia si riappropri del suo ruolo e della sua dignità? Non bisogna inorgoglirsi quando si dice che il nostro Paese rappresenta un’anomalia per il resto del mondo?
Un discorso che non ha mancato di affrontare i temi più scottanti su cui la sinistra dice che la premier ha sorvolato.
Meloni e i giudici

Sulla riforma della magistratura, ad esempio. L’accusa della Meloni non può lasciare dubbi. Non saranno i giudici politicizzati a fermarla. “Andremo avanti per avere una giustizia più giusta perché non ci sarà magistrato che potrà bloccare le leggi varate dal Parlamento. Una invasione di campo che va contro chi ci rappresenta alla Camera e al Senato e, soprattutto, contro il volere dell’elettorato”.
Non è parlare di politica quando si affronta il problema dei migranti e dell’illegalità con cui molti entrano nel nostro Paese senza avere alcun permesso?
Non è badare ai fatti nostri quando si parla di droga, “una schifezza”, la definisce Giorgia? Non è affrontare un tema delicato e scottante quando c’è chi vuole distruggere la famiglia e i suoi valori?
La strage a Gaza
Non si è franchi a novanta gradi quando si dice che Israele, nonostante l’attacco improvviso e violento di Hamas, sia andata oltre ogni previsione uccidendo migliaia di civili e distruggendo città?
Non è venire incontro alle nuove generazioni quando si vuole varare un piano casa a favore delle coppie giovani che vogliono sposarsi.? Senza un tetto, non si possono prendere decisioni e a volte si aspettano anni per un aiuto dello Stato. Insomma, la famiglia come cardine di una società che non desidera fare marcia indietro, ma andare avanti.
Non è venire incontro al ceto media nel momento in cui si parla di diminuire le tasse per coloro che hanno un reddito con il quale si riesce a malapena ad arrivare alla fine del mese?
“Non chiedo aiuto, ma solo consenso per raggiungere i risultati che tutti attendono”, sostiene la Meloni. Per questo sono necessarie le riforme: quelle indispensabili per non rimanere al palo. Il premierato, ad esempio, che la Meloni definisce la madre di tutte le riforme.
Non manca il coraggio alla premier quando pronuncia questo sostantivo che “porta stabilità e con la stabilità il progredire di un Paese che diventa così più moderno”.
L’opposizione legge il discorso, analizza con cura quanto la premier ha indicato durante il suo intervento a Rimini ed ha un solo commento. Appartiene a Elly Schlein che dice: “È solo una insignificante propaganda e nulla più”. Eppure, se diamo un’occhiata ai sondaggi il consenso verso il presidente del consiglio cresce:all’estero dove i complimenti non accennano a diminuire (basta leggere i giornali americani, inglesi e tedeschi) e all’interno, dove la gente è stanca dei balletti quotidiani e vuole soltanto fatti.
Ci sono due guerre che sconvolgono il mondo: a Gaza come a Kiev la gente ha paura, perde la vita, spesso viene uccisa per accaparrarsi un pezzo di pane.
In Italia, come si risponde? Con l’ennesima polemica tra destra e sinistra; con il lavoro continuo che la segretaria del Pd fa per evitare le molte correnti che dividono il partito; con un nepotismo che non accenna a diminuire come è avvenuto in Campania, dove una candidatura a governatore è stata scambiata con la “promozione” di un figlio a segretario regionale dei dem. Dove la stessa cosa avverrà assai presto perché le elezioni sono alle porte e non si possono perdere altre poltrone.
La maggioranza va avanti, ma con i piedi di piombo perché gli scivoloni o le distrazioni non sono ammessi. Sarebbe necessaria un’alleanza più coesa a destra ed un’opposizione che. pur senza lasciare il suo compito di cane da guardia, sia meno aggressiva nel momento in cui si tratta di raggiungere un obiettivo comune. Al contrario, apri la prima pagina dell’Unità, il giornale fondato da Antonio Gramsci e leggi: “Questa è ‘Italia che preferisce Giorgia Meloni. Reazionaria, autoritaria, bigotta.” Dinanzi a tanto titolo, c’è chi allibisce e chi, al contrario fa di sì con la testa.
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