Giorgia Meloni al Meeting di Rimini: «Italia forte e autorevole, l’Europa ritrovi le sue radici»

  • Postato il 27 agosto 2025
  • Di Panorama
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Due standing ovation hanno aperto e chiuso l’intervento del presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, al Meeting di Rimini. «In questi quasi tre anni abbiamo provato a portare i nostri mattoni nuovi», ha spiegato, facendo riferimento al titolo dell’edizione del Meeting “Nei luoghi deserti costruiremo con mattoni nuovi”. «Nella postura internazionale dell’Italia sapete quante energie abbia speso in quello che considero una missione: fare in modo che l’Italia si riappropri del posto che le spetta nel mondo, forte, fiera, schietta, leale: in una parola autorevole» ha proseguito. Con la stampa internazionale che considera il nostro Paese «come un’anomalia positiva», ha lanciato una stoccata contro «i profeti di sventura che indicavano nella politica estera il tallone d’Achille di un governo Meloni», dicendo: «Mi interessa che molti di loro abbiano fatto i conti con realtà diversa e che in cuor loro siano contenti di essersi sbagliati». E «la consapevolezza» di essere «una grande nazione» è stata «portata su tutti i tavoli».

Le crisi internazionali: Ucraina e Gaza

Quindi riguardo alla guerra in Ucraina, Meloni, ha definito «mattoni nuovi» la «proposta tutta italiana basata sul meccanismo dell’articolo 5 della Nato». Ma «pace e sicurezza» è ciò che «stiamo perseguendo a Gaza» ha proseguito. «Rivendichiamo con orgoglio il ruolo ricoperto dall’ Italia in questa crisi: siamo la Nazione europea che si è più operata sul fronte umanitario» ha dichiarato, ringraziando il ministro degli Esteri, Antonio Tajani. Riguardo a Israele, ha ricordato: «Non abbiamo esitato un solo minuto a sostenere il diritto all’autodifesa di Israele dopo l’orrore del 7 ottobre», però, ha proseguito «non possiamo tacere ora di fronte a una reazione che è andata oltre il principio di proporzionalità». E dopo aver condannato «l’ingiustificabile uccisione dei giornalisti a Gaza», il presidente del Consiglio oltre a ribadire il cessate il fuoco e il rilascio degli ostaggi, ha chiesto a Israele di fermare gli insediamenti dei coloni in Cisgiordania.

L’Europa e la perdita di centralità

Sulle condizioni in cui versa l’Unione europea, Meloni ha commentato che Bruxelles «è sempre più condannata all’irrilevanza geopolitica, incapace di rispondere efficacemente alle sfide di competitività poste da Cina e Usa». Ha poi proseguito: «Mi interessa rilevare che molte critiche rispetto all’attuale condizione» dell’Ue «le condivido così tanto da averle formulate molto spesso negli anni, venendo criticata aspramente anche da chi oggi si spella le mani». Con «i paradigmi su cui abbiamo visto costruire l’Ue» che «sono saltati», la via d’uscita è «riscoprire l’anima e le radici» dell’Europa, incluse «quelle culturali e religiose». Altrimenti: «Se non sai chi sei, non puoi definire il tuo ruolo nel mondo» ha sottolineato il premier. E la «vera sfida è che l’Europa faccia meno e che lo faccia meglio». «La burocrazia non ci porterà fuori dalla tempesta, la politica può farlo», ma ha avvertito: «Dobbiamo sapere che tornare protagonisti della propria storia e del proprio destino non è facile, indolore, gratis» visto che «per decenni abbiamo appaltato agli Stati Uniti la sicurezza europea».

Piano Mattei e cooperazione con l’Africa

Ha poi messo in luce le iniziative italiane, come il Piano Mattei, portate avanti sul continente africano: «Abbiamo portato mattoni nuovi creando un modello di cooperazione che rifiuta tanto l’approccio paternalistico quanto quello predatorio, costruendo invece partenariati basati sul rispetto reciproco e sulla fiducia». Al contrario di «altri attori non abbiamo secondi fini, non ci interessa sfruttare il continente africano, ci interessa che l’Africa prosperi insieme a noi».

Migranti e gestione delle frontiere

Affrontando la questione dei centri per migranti, Meloni ha ribadito: «Ogni tentativo di impedirci di gestire il fenomeno migratorio secondo i nostri programmi verrà rispedito al mittente: non c’è giudice, politico o burocrate che possa impedirci di fare rispettare la legge dello Stato italiano, di garantire la sicurezza dei cittadini, di combattere gli schiavisti del terzo millennio e di salvare vite umane».

Riforme istituzionali e giustizia

Sulla riforma della giustizia «andremo avanti» ha detto il presidente del Consiglio «nonostante le invasioni di campo di una minoranza di giudici politicizzati che provano a sostituirsi al Parlamento e alla volontà popolare». E quindi «oltre a quella della giustizia», il governo procederà anche con «il premierato» e «l’autonomia regionale» ha annunciato.

Famiglia, natalità e piano casa

Con la de-natalità che ha raggiunto livelli preoccupanti, diventa fondamentale «combattere il declino demografico e fare ogni sforzo necessario a ricostruire una società amica della famiglia e della natalità, in cui la genitorialità sia un valore socialmente riconosciuto, protetto e sostenuto». E a tal proposito, Meloni ha annunciato: «Una delle priorità su cui intendiamo lavorare insieme al ministro delle Infrastrutture, Matteo Salvini, che ringrazio, è un grande piano casa a prezzi calmierati per le giovani coppie».

Ceto medio, lavoro e istruzione

Tra le priorità rientra anche quella «di fare di più e concentrare le nostra attenzione sul ceto medio», mentre sul lavoro «l’obiettivo è l’abbassamento strutturale del costo dell’energia che pesa come un macigno sulla competitività». Riconoscendo poi che «l’Italia è rimasta l’ultima nazione Ue senza una effettiva parità scolastica», il presidente del Consiglio ha osservato: «Sull’educazione non dobbiamo avere timore a trovare gli strumenti che assicurano alle famiglie di esercitare pienamente la libertà educativa».

Autore
Panorama

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